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Una conferenza a Ginevra per la Palestina

Molti rifugiati palestinesi sono completamente dipendenti dall'aiuto internazionale swissinfo.ch

I rappresentanti di 67 Stati e 30 organizzazioni non governative riuniti a Ginevra per la più grande conferenza della storia sulla situazione dei rifugiati palestinesi.

Alla ricerca di una strategia a lungo termine per definire il destino dei 4,1 milioni di rifugiati che vivono in Medio Oriente.

La conferenza – organizzata dalla Direzione svizzera per lo sviluppo e la cooperazione (DSC) e dall’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA) – ha anche lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla sempre più grave situazione umanitaria dei campi profughi palestinesi.

“Credo che in Svizzera si sappia davvero poco su quanti sono i rifugiati palestinesi e sulle condizioni in cui vivono”, dice a swissinfo Fritz Fröhlich, direttore supplente dell’Ufficio DSC per Gaza e Cisgiordania.

“Molti conoscono il conflitto fra Israele e Palestina solo in base a quello che vedono in televisione. Ed hanno un’idea davvero vaga dell’impatto socioeconomico che l’occupazione israeliana ha sulla popolazione palestinese”.

Nella sola Striscia di Gaza, in quattro anni il numero dei palestinesi che vivono sotto la soglia della povertà ha conosciuto un’impennata, passando dal 20 all’80 per cento della popolazione. Mentre le conseguenze dell’Intifada hanno cancellato quasi il 40 per cento del prodotto interno lordo pro capite.

Di fronte all’aumento esponenziale di casi particolarmente difficili e al calo evidente delle donazioni da parte della comunità internazionale, l’UNRWA lancia oggi un grido d’allarme: l’agenzia delle Nazioni Unite non è più in condizione di rispondere ai bisogni dei profughi palestinesi.

Standard di vita

Peter Hansen, commissario generale UNRWA, spiega che fino ai primi anni novanta l’organizzazione era effettivamente in grado di aiutare i rifugiati a tenere il passo con gli standard di vita dei paesi che li ospitavano. Ma nell’ultimo decennio è stata costretta a diminuire il contributo per ogni rifugiato da 200 a 70 dollari annui, a causa della crescita costante del numero dei profughi e delle difficoltà legate al violento conflitto che continua a contrapporre e dividere israeliani e palestinesi.

“Negli ultimi cinquant’anni i rifugiati palestinesi hanno dimostrato grande capacità di adattamento, ma continuano ad avere bisogno di sostegno perché possano provvedere a se stessi. Guardiamo a questa conferenza come ad un’occasione per portare alla ribalta la situazione difficile in cui si trovano questi profughi e per individuare la maniera migliore di aiutarli a sfruttare a pieno il loro potenziale umano”, dice Peter Hansen.

Paul McCann, addetto alle pubbliche relazioni per l’UNRWA a Gaza, aggiunge che l’agenzia è davvero grata alla Confederazione per aver offerto un’opportunità “unica nel suo genere”, che può consentire di definire una strategia di sviluppo a lungo termine.

“Il governo svizzero è uno dei donatori più generosi e soprattutto attivi: mette a nostra disposizione competenze, un grande interesse e sforzi concreti”, conclude McCann.

Grande assente, Israele

La Missione diplomatica israeliana di Ginevra ha rifiutato di rispondere alle domande di swissinfo sul fatto che i rappresentanti del governo israeliano non sono stati invitati a partecipare alla conferenza.

Secondo i funzionari dell’UNRWA e della DSC, il ministero degli esteri israeliano è stato tenuto costantemente aggiornato sull’incontro, di cui tornano a sottolineare il carattere strettamente umanitario. E segnalano che il governo di Tel Aviv avrà presto una buona occasione per rispondere alle proposte che scaturiranno dell’incontro di Ginevra: la prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite, che si terrà a settembre.

“Non si tratta di esercitare su Israele una pressione politica”, precisa Fritz Fröhlich, “questa è piuttosto una sorta di conferenza allargata dei donatori, centrata sui bisogni sociali ed economici dei rifugiati palestinesi”.

swissinfo, Anna Nelson, Ginevra
(traduzione di Serena Tinari)

La Svizzera è presente a Gaza e in Cisgiordania dal 1993. Quest’anno ha contribuito all’aiuto allo sviluppo della regione con circa 21 milioni di franchi.

La maggior parte dei fondi sono erogati attraverso l’UNRWA, che fornisce ai rifugiati palestinesi in Medio Oriente programmi per l’istruzione e la salute, servizi sociali e di sostegno.

Nel 2003 il governo svizzero ha finanziato l’UNRWA con quasi 10 milioni di franchi in aiuti generali e dal 2000, anno di inizio della nuova Intifada, ha contribuito con oltre 8,5 milioni di franchi alle raccolte d’emergenza lanciate dall’organizzazione.

L’UNRWA è un’agenzia delle Nazioni Unite ed è stata fondata nel 1949 per rispondere ai bisogni dei palestinesi e ai loro discendenti, profughi in seguito al conflitto arabo-israeliano del 1948.

L’UNRWA è la più grande operazione Onu in Medio Oriente: ha uno staff di 24mila persone – per lo più loro stesse rifugiate – e un budget annuale generale di 330 milioni di dollari (397 milioni di franchi svizzeri)

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