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Una diplomatica svizzera sul fronte del Caucaso

Keystone

Un anno dopo la crisi georgiana, la mediazione diplomatica elvetica è particolarmente apprezzata. L'ambasciatrice Heidi Tagliavini coordina infatti una missione internazionale incaricata dall'Unione europea di analizzare il conflitto e di stilare un rapporto.

«Il nostro obiettivo è quello di redigere il testo più obiettivo e documentato possibile», ha spiegato Heidi Tagliavini mercoledì a Mosca, in occasione di una conferenza stampa. «Si tratta di un compito estremamente difficile, poiché le emozioni da ambo le parti sono ancora molto vive», ha aggiunto la diplomatica svizzera.

Dallo scorso mese di dicembre, la 58enne basilese si sposta in continuazione tra Mosca, Tbilisi, Bruxelles e Washington: unitamente a due colleghi diplomatici – un tedesco e un polacco – e un team di 15 esperti, Heidi Tagliavini dirige la missione incaricata dall’Unione europea (Ue) di far luce sul conflitto scoppiato un anno or sono nel Caucaso.

Chi ha cominciato?

Il rapporto dovrà in particolare chiarire le cause e lo svolgimento delle ostilità – questioni tuttora oggetto di interpretazioni contrastanti – ed individuare eventuali crimini di guerra.

Considerata la difficoltà dell’impresa, Tagliavini ha fatto presente che il rapporto conterrà unicamente materiale che potrà essere corredato da prove. La responsabile della missione ha poi aggiunto che la verità potrà – forse – essere completamente delucidata soltanto in seguito a ulteriori e più approfondite ricerche.

Il documento conclusivo, la cui consegna era inizialmente prevista per fine luglio, sarà depositato due mesi più tardi a causa della grande quantità di documentazione da esaminare. Secondo alcuni giornalisti, il rinvio sarebbe invece stato dettato dall’intenzione di non surriscaldare gli animi in occasione dell’anniversario dello scoppio del conflitto (8 agosto).

Occidente in difficoltà

In Georgia la situazione resta tesa: dal mese di agosto, infatti, migliaia di soldati russi sono stanziati nelle province georgiane separatiste dell’Ossezia del Sud e dell’Abkhazia. Inoltre, poco dopo la fine delle ostilità, la Russia ha riconosciuto formalmente – contro il parere degli Stati occidentali – l’indipendenza delle due entità in questione.

A partire da quel momento, Mosca e Tbilisi si accusano vicendevolmente di pianificare un nuovo attacco. Di conseguenza, in questo delicato contesto è particolarmente difficile stabilire a chi deve essere attribuita la responsabilità dello scoppio del conflitto armato.

Gli scontri armati del 2008 hanno posto in una situazione difficile anche gli Stati Uniti e l’Unione europea: Washington e Bruxelles avevano infatti fortemente sostenuto il governo di Tbilisi e contribuito all’equipaggiamento dell’esercito georgiano in vista di una possibile adesione del paese alla NATO.

Nonostante tutte queste difficoltà, Heidi Tagliavini auspica che il rapporto possa servire a trarre utili insegnamenti per evitare future crisi.

Successo diplomatico svizzero

La delicata situazione nel Caucaso coincide con un riconoscimento importante alla diplomazia elvetica. Infatti, oltre alla nomina di Tagliavini da parte dell’Ue, Tbilisi e Mosca hanno chiesto a Berna di rappresentare i rispettivi interessi in Russia e Georgia.

Concretamente, a partire dal mese di marzo i diplomatici dei due paesi continuano a lavorare nelle proprie ambasciate, ma sotto l’egida della Confederazione. In questo contesto, la comunicazione tra la parti avviene tramite la rappresentanza svizzera.

La mediazione ha permesso di risolvere anche situazioni potenzialmente problematiche: per esempio, il 9 maggio – commemorazione della vittoria sovietica nella seconda guerra mondiale – i diplomatici russi a Tibilisi volevano deporre un omaggio floreale: l’ambasciata svizzera si è incaricata di tutto, compreso il testo sulla corona, senza creare tensioni.

Christian Weisflog, Mosca, swissinfo.ch
(traduzione e adattamento: Andrea Clementi)

Nel novembre del 2008, su richiesta della presidenza dell’Unione europea (Ue), la Confederazione ha accettato di liberare Heidi Tagliavini dai suoi impegni professionali per consentirle di dirigere la missione d’inchiesta sul conflitto in Georgia.

L’indagine, ha comunicato l’Ue, «è finalizzata a investigare sulle origini e lo svolgimento del conflitto in Georgia, in riferimento al diritto internazionale, al diritto umanitario e ai diritti umani, e sulle accuse mosse in tale contesto».

Le conclusioni dell’inchiesta, sotto forma di rapporto, saranno presentate alle parti del conflitto, al Consiglio europeo, all’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) e all’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU).

Nata nel 1950, Heidi Tagliavini ha studiato letteratura russa presso le Università di Ginevra e Mosca. Entrata in servizio presso il Dipartimento federale degli affari esteri nel 1982, ha lavorato a Lima, a Mosca e all’Aia. Nel 1995 è stata assegnata al gruppo di assistenza OSCE per il mantenimento della pace in Cecenia.

Nel 1999 il governo svizzero l’ha nominata ambasciatrice e nel 2000 è diventata rappresentate personale del presidente dell’OSCE per le missioni nel Caucaso.

Dal mese di settembre del 2001 è stata ambasciatrice in Bosnia e Erzegovina. L’anno seguente Heidi Tagliavini è stata designata Rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite. Dal 2002 dirige in questa veste la Missione d’osservazione delle Nazioni Unite in Georgia.

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