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Una scuola per il ceto medio

Entusiasmo italo-svizzero all'inaugurazione della scuola di Cadorago swissinfo.ch

La Scuola svizzera di Milano ha recentemente inaugurato una nuova filiale a Cadorago, nel Comasco: l'occasione è propizia per stilare un bilancio di questa storica presenza rossocrociata in Lombardia.

Il 2010 e il 2011 coincidono con altrettanti momenti importanti nella storia della Scuola Svizzera di Milano, situata in Via Appiani 21: dopo i festeggiamenti per il 150esimo anniversario dell’istituto è stata ufficialmente aperta anche una sede dislocata in Provincia di Como (Cadorago), che si aggiunge a quelle esistenti a Bergamo, Catania, Roma e appunto Milano.

Per quale motivo? «Questa iniziativa è stata voluta per garantire una doppia classe per ogni anno scolastico – impossibile nella sola sede di Milano – e per alimentare meglio il liceo: l’accesso alla Scuola svizzera dopo la prima elementare è infatti impossibile a chi non padroneggia il tedesco; inoltre perdiamo sempre alcuni allievi in seguito al trasferimento fuori città delle famiglie», spiega il presidente Robert Engeler.

La scelta di ubicare la struttura in Brianza non è casuale: «Abbiamo potuto constatare tramite un sondaggio che, dopo Milano, la maggior concentrazione di bambini svizzeri nell’Alta Lombardia si situa nel sud della Provincia di Como».

Con un ulteriore vantaggio: «La scuola di Cadorago offre molto spazio per svolgere attività sportive, e nel contempo consente di seguire i genitori che decidono di traslocare alla ricerca di un ambiente più tranquillo e affitti meno esorbitanti».

Gestione oculata

Reperire i circa 2,5 milioni di euro necessari per costruire la scuola di Cadorago – una struttura provvisoria che tra qualche anno sarà sostituita dalla sede definitiva, nelle immediate vicinanze – non è stato facile.

«L’Associazione Scuola svizzera ha gestito le sue risorse con grande oculatezza per 15 anni, operando investimenti mirati per continuare ad assicurare la qualità degli insegnanti e la funzionalità dell’edificio», sottolinea Engeler. Ciò ha permesso all’istituto di mantenere la sua reputazione e di raggiungere il numero necessario di iscritti.

La realizzazione della nuova filiale ha richiesto anche un notevole sforzo a livello di comunicazione. «Abbiamo costantemente informato la comunità elvetica attraverso la Gazzetta Svizzera. Quando poi siamo entrati nel vivo del progetto, abbiamo contattato tutti coloro che si erano detti interessati, facendo contemporaneamente conoscere la nuova offerta attraverso manifesti e opuscoli», racconta il presidente.

E il risultato ha superato le aspettative, poiché «contavamo di riuscire a iscrivere 26 allievi, di cui 7 svizzeri, mentre in realtà sono stati annunciati 41 bambini di cui 19 svizzeri [tre classi di asilo e una elementare]». Engeler è però prudente: «Una valutazione più oggettiva potrà essere effettuata soltanto tra 2-3 anni».

Di qualità e a misura d’uomo

Ma cosa spinge i genitori a pagare per far studiare il figlio alla Scuola svizzera, a Milano oppure a Cadorago? Va infatti tenuto presente che il costo della retta varia dai circa 3’000 euro all’anno per un bambino svizzero alla scuola materna fino ai 6’000 per un ragazzo non svizzero studente al liceo, anche poiché – a differenza per esempio di Francia e Germania – la Confederazione investe in misura minore nelle scuole all’estero.

«La nostra è una tipica scuola per il ceto medio, non ci situiamo tra gli istituti di Milano che si rivolgono alla clientela ricca», puntualizza Engeler. «Qui vengono le famiglie che desiderano offrire ai loro figli una formazione molto buona con un’ottima conoscenza delle lingue straniere, il nostro fiore all’occhiello».

Un altro fattore di successo è la dimensione a misura d’uomo della Scuola svizzera di Milano: «Rispetto alla scuola tedesca o francese – che hanno il triplo degli iscritti – offriamo un ambiente famigliare, in cui gli insegnanti conoscono ciascun allievo».

Grande concorrenza

La tradizione dell’istituto è testimoniata anche dai numeri. «Tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta la scuola contava circa 370 iscritti. Poi, a causa della drammatica diminuzione della natalità, siamo scesi fino a quota 267», ricorda Engeler.

Ma poi, durante gli ultimi 15 anni, «grazie agli sforzi per mantenere sempre alta la qualità, siamo riusciti a ritornare ai livelli del passato, raggiungendo 375 studenti. Un risultato ancora più significativo se si tiene conto della grande concorrenza che esiste a Milano nel settore delle scuole private: negli ultimi 35 anni il numero di bambini in città si è infatti dimezzato per cause demografiche e spostamenti in periferia. E molte scuole – private e statali – hanno dovuto chiudere i battenti», osserva.

E per i prossimi anni, quale nuova sfida attende la Scuola svizzera di Milano? «Ci piacerebbe creare una sede anche nel Basso Varesotto, dove c’è molto interesse… ma questa è davvero musica del futuro, per ora mancano le risorse».

A Robert Engeler non mancano comunque certo l’entusiasmo e l’energia: «Questa passione è probabilmente nel mio DNA, dato che mio cugino ha fondato la Scuola svizzera di di San Paolo, mia nipote è membro del consiglio di quella di Rio de Janeiro e mia figlia è vicedirettrice della sede di Santiago del Cile», conclude.

La colonia italiana è la comunità straniera più numerosa in Svizzera: oltre mezzo milione di persone possiedono la cittadinanza italiana o la doppia cittadinanza.

In Italia risiede la quarta comunità di svizzeri all’estero in ordine di grandezza (circa 50’000 persone), dopo quelle di Francia, Germania e Stati Uniti.


Dal profilo economico, l’Italia è da anni il secondo partner commerciale della Svizzera in ordine di importanza e la sua bilancia commerciale presenta regolarmente un’eccedenza (nel 2009 2,1 miliardi di franchi).

La Penisola è il terzo mercato d’esportazione per la Confederazione e il secondo paese di provenienza delle importazioni elvetiche. Con investimenti diretti per 22 miliardi di franchi, la Svizzera, l’ottavo paese investitore in ordine di importanza, crea 78’000 posti di lavoro in Italia.

Viceversa, i sei miliardi di franchi di investimenti diretti italiani occupano 13’000 persone in Svizzera.

Fonte: Dipartimento federale degli affari esteri

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