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Una Svizzera segnata dalle alluvioni

Alluvione nelle Alpi. Friedrich von Tschudi, Das Thierleben der Alpenwelt, 1861

Numerose alluvioni hanno segnato la storia svizzera negli ultimi due secoli, chiamando in causa la capacità delle autorità di reagire alle catastrofi.

Insieme alla solidarietà per le regioni colpite dalla furia delle acque, nell’800 è cresciuta la coesione nazionale.

L’Ottocento è stato un secolo fortemente segnato dalle alluvioni, in particolare gli anni che vanno dal 1829 al 1876. Una dolorosa sequenza di una dozzina di inondazioni, cui si aggiunsero anche altre catastrofi naturali, colpì sia le vallate alpine che l’Altopiano della Svizzera.

Ma se quegli eventi portarono devastazione e morte, allo stesso tempo svolsero un ruolo molto importante in altri ambiti.

La giovane Confederazione degli anni Trenta, trovandosi confrontata alle inondazioni del 1834 nei Cantoni Ticino, Grigioni, Uri, Vallese e Glarona, non fu in grado di organizzare soccorsi e interventi di ricostruzione.

Furono piuttosto Zurigo e soprattutto la Società svizzera d’utilità pubblica che si dimostrarono attivi istituendo un comitato centrale di soccorso ai danneggiati, con l’appoggio di diversi Cantoni.

Si inaugurò in quell’occasione per la prima volta in Svizzera una gestione degli aiuti in caso di catastrofe coordinata a livello federale. Altri avvenimenti la misero alla prova e imposero dei perfezionamenti.

Solidarietà e coesione nazionale

Nell’autunno 1868, all’indomani della più grave alluvione degli ultimi due secoli in Svizzera, l’organizzazione era molto più avanzata. Le autorità politiche federali e cantonali si dimostrarono in tale frangente molto efficaci: la gestione dei soccorsi era allora ben collaudata e funzionò molto bene, lo spirito di solidarietà venne mobilitato grazie anche a un’intensa campagna sui giornali.

I danni ammontarono ad oltre 14 milioni di franchi, una cifra enorme, e riguardavano specialmente terreni privati, colpendo in modo durissimo l’economia agro-pastorale delle regioni interessate.

Ancor più impressionante si rivelò però la solidarietà messa in moto: le collette promosse sin dai primi giorni raccolsero moltissimi aiuti, dai viveri alle coperte, dai vestiti agli utensili e ad altri oggetti da mettere all’asta. Dalle diverse parti della Svizzera e dall’estero giunsero in pochi mesi quasi 4 milioni di franchi, che permisero la distribuzione di generosi sussidi specialmente alle famiglie in maggiore difficoltà.

È certo che, come sostiene lo storico Christian Pfister dell’università di Berna, questi eventi sono stati fondamentali nella formazione di una coscienza nazionale svizzera.

Legislazione e territorio

Ma la solidarietà, la coesione nazionale e la capacità di intervenire tempestivamente non sono state le sole a beneficiare, in un certo senso, delle conseguenze delle alluvioni. Anche la legislazione e la pianificazione del territorio, concetto quest’ultimo che all’epoca era presente in forma esclusivamente embrionale, subirono un impulso innegabile.

La Società forestale svizzera svolse in quest’ambito un ruolo di primo piano. Sin dal 1843 infatti si prodigò per creare le basi tecniche per una gestione del settore forestale a livello svizzero.

Cavalcando l’onda di apprensione determinata dalle frequenti alluvioni, e forte dell’autorevolezza di personaggi quali Elias Landolt, essa riuscì a inserire nella Costituzione federale del 1874 un articolo (art.24) che poneva i boschi e i corsi d’acqua delle regioni di montagna sotto la tutela della Confederazione.

Vennero così poste le basi legali per una politica federale in materia di foreste, che si concretizzò nel giro di 3 anni, con la legge forestale varata nel 1876 e la legge sulla polizia delle acque nelle regioni montane nel 1877.

Entrambe prevedevano lo stanziamento di importanti sussidi ai progetti validi, in cambio naturalmente del controllo diretto da parte delle autorità federali di una notevole porzione del territorio.

Si può certo dire che le alluvioni diedero un forte impulso all’attività legislativa sia cantonale che federale, e contribuirono a determinare una svolta decisa nel settore, svolta che segnò pure il tramonto della fase di massiccio sfruttamento dei boschi da un lato, e l’intensificazione della correzione dei fiumi svizzeri dall’altro.

Società, Stato e pericoli naturali

Da allora per oltre un secolo si realizzarono numerosissimi interventi sul territorio, volti sostanzialmente a dominarlo.

Nel frattempo il rapporto che la società instaura con le alluvioni e con le altre catastrofi naturali è cambiato. Lo sviluppo delle opere di ingegneria idraulica e delle tecniche di monitoraggio, l’aumento delle esigenze di spazio, la crescita del sistema assicurativo, unitamente ad altri fattori d’ordine psicologico e culturale, hanno contribuito alla diffusione di un sentimento di sicurezza e di capacità di controllare il pericolo.

Anche il clima economico e politico ha contribuito a sfumare la linea di confine fra superfici al riparo e superfici esposte a pericoli: ne è scaturito un progressivo ampliamento delle aree edificabili senza una valutazione realistica della vulnerabilità dei terreni e delle infrastrutture.

Sembra paradossale che al giorno d’oggi la politica federale in materia di protezione dalle piene dei fiumi abbia mutato direzione proprio dopo altre inondazioni, quelle della Reuss nel Canton Uri durante il 1987, introducendo il concetto di riserve alluvionali naturali, ridando cioè al fiume una fisionomia più naturale e più sicura.

Sarà infatti con due leggi federali del 1991 entrate in vigore nel 1993 che si cambierà la prospettiva di intervento, ritornando in parte sui propri passi promuovendo una gestione dei pericoli improntata sulla prevenzione attraverso una più attenta pianificazione del territorio.

swissinfo, Andrea a Marca

Negli ultimi due secoli in Svizzera avvennero molte alluvioni, negli anni 1807, 1829, 1834, 1839, 1840, 1852, 1860, 1868, 1872, 1876, 1881, 1890, 1897, 1901, 1910, 1918, 1920, 1927, 1951, 1977, 1978, 1987, 1993, 1999, 2000, e altre ancora a carattere più locale.

Per gli avvenimenti di maggiore gravità venne dichiarato lo stato di calamità nazionale. Le campagne di soccorso contribuirono a sviluppare fra tutta la popolazione il senso di appartenenza alla Confederazione.

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