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Uniti a difesa dei consumatori

Non solo politica in agenda, ma anche azioni concrete come la promozione dell'acqua del rubinetto. EQ Images

Una strategia nazionale per difendere al meglio gli interessi dei consumatori : per la prima volta nella storia, le tre organizzazioni regionali hanno messo nero su bianco una lista di dieci priorità comuni, che toccano in particolare il sistema sanitario, le telecomunicazioni e il libero commercio.

Crescono i premi dell’assicurazione malattia e le tariffe delle carte di credito. Crescono gli ostacoli a una concorrenza leale e a una trasparenza effettiva. E cresce l’impegno delle associazioni dei consumatori che anno dopo anno portano avanti delle battaglie a difesa degli interessi della popolazione.

Con un’unica sostanziale differenza: i consumatori potranno contare quest’anno su una strategia nazionale in dieci punti articolata su tre assi: politico, economico e pratico. La collaborazione tra l’Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana (ACSI), la Stiftung für Konsumentenschutz (SKS) e la Fédération romande des consommateurs (FRC) non è certo una novità. Da anni infatti queste tre organizzazioni combattono le stesse battaglie, mantenendo tuttavia delle specificità regionali.

Cosa le ha spinte dunque ad unire le forze? «Abbiamo sentito l’esigenza di presentare una strategia comune per rafforzare la nostra posizione e per assumerci maggiori responsabilità di fronte ai consumatori. In questo modo, avranno la possibilità di metterci sull’attenti nel caso non rispettassimo gli impegni presi», spiega Mathieu Fleury, segretario centrale della FRC.

Una sanità meno cara e più trasparente

Nell’agenda delle associazioni dei consumatori non potevano di certo mancare proposte di riforma del sistema sanitario, un vero e proprio fardello per il mondo politico e soprattutto per la popolazione, confrontata ai continui aumenti dei premi. Dalla bocciatura della revisione della Legge sull’assicurazione malattia nel 2003, il dossier è quasi paralizzato e ogni tentativo – da destra o da sinistra – sembra non riuscire a convincere la maggioranza.

Mentre il Partito socialista rilancia l’ipotesi di una cassa malattia unica, le associazioni dei consumatori puntano su una riforma del sistema sanitario attraverso una separazione netta dell’assicurazione di base e di quelle complementari, volta ad evitare la selezione degli assicurati. «Questa riforma dovrebbe permettere di intensificare i controlli, garantire una migliore trasparenza e, a termine, abbassare i costi», prosegue Mathieu Fleury. Le associazioni dei consumatori invitano inoltre a elaborare dei criteri nazionali di qualità per l’insieme degli ospedali svizzeri e lanciano un appello a favore di una diminuzione dei prezzi dei medicamenti.

Un telefono per nemico

In ambito economico, invece, i paladini dei consumatori si concentreranno nel 2010 su una possibile revisione della legge sulle telecomunicazioni, al vaglio del Parlamento. Tra gli obiettivi figurano in particolare il rafforzamento delle competenze degli organi di sorveglianza e l’introduzione di un tetto massimo dei prezzi.

«Gli svizzeri sono grandi consumatori di questo tipo di tecnologia, ma continuano a pagare costi troppo alti e sono sempre più schiavi delle compagnie telefoniche», spiega Mathieu Fleury. «Un fattore che rischia di aggravarsi ulteriormente se l’annunciata fusione tra la Orange e la Sunrise dovesse andare in porto».

Eppure, di fronte al potere delle lobby in parlamento o delle stesse società, il margine di manovra non è certo ampio. « Noi abbiamo il compito di organizzare la resistenza, siamo dalla parte dei più deboli. Non dimentichiamo che l’economia è tributaria dei suoi clienti e se questi smettono di consumare, l’economia si arresta. È per questo che cerchiamo prima di tutto di sensibilizzare i clienti al problema, affinché imparino a difendere i propri diritti. Quanto ai parlamentari, devono rendersi conto che noi rappresentiamo l’insieme della popolazione e che vigileremo al rispetto degli impegni presi in campagna elettorale».

Una sanità meno cara e più trasparente

Una lotta quantomeno impari quella delle associazioni dei consumatori, che non impedisce però a Mathieu Fleury di rallegrasi di quanto ottenuto lo scorso anno. Fiore all’occhiello è sicuramente l’introduzione del principio del “Cassis de Dijon”, che permette di vendere anche in Svizzera senza ulteriori controlli prodotti già commercializzati nell’Unione Europea. Ma anche in questo caso, la battaglia dei paladini dei consumatori non è che all’inizio.

Questo abbassamento dei prezzi all’importazione non si traduce infatti automaticamente in una riduzione dei prezzi al consumo. La Svizzera potrebbe dunque restare l’isola dei prezzi alti, senza vantaggi concreti per la popolazione. Inoltre, la nuova legge permette alle ditte svizzere di produrre secondo gli standard europei – talvolta inferiori a quelli svizzeri – e questo potrebbe portare a un abbassamento della qualità.

Acqua per tutti, purché del rubinetto

L’agenda 2010 non prevede unicamente interventi in ambito politico ed economico, ma anche azioni pratiche che coinvolgano più da vicino i consumatori. Ogni cittadino ha la possibilità di fare un piccolo gesto per ridurre gli sprechi e salvaguardare così l’ambiente. Le associazioni dei consumatori si concentrano quest’anno sulla promozione dell’acqua del rubinetto, che costa da 250 a 500 volte meno di quella in bottiglia con un impatto sull’ambiente fino a 1’000 superiore.

«Il consumo di acqua in bottiglia non si giustifica né per ragioni nutrizionali, né per ragioni igieniche o economiche e ha un pesante impatto sull’ambiente», precisa Laura Regazzoni, segretaria generale dell’ACSI. «In Svizzera si consumano annualmente 900 milioni di litri di acqua in bottiglia, l’equivalente di 342 piscine olimpioniche».

I ristoranti sono dunque invitati ad offrire gratuitamente ai loro clienti l’acqua del rubinetto, come già previsto da alcune legislazioni cantonali, o dell’acqua gasata prodotta in casa a un prezzo ragionevole. Ai consumatori non resta dunque che cambiare mentalità o trovare il coraggio di far valere i propri diritti anche di fronte a chi non ne vuol proprio sapere di condividere questo bene comune.

Stefania Summermatter, swissinfo.ch

In Svizzera sono attive quattro organizzazioni dei consumatori, sostenute finanziariamente anche dalla Confederazione.

La Fédération romande des consommateurs è la più longeva. Creata nel 1959 conta attualmente quasi 30’000 membri.

La Stiftung für Konsumentenschutz (SKS) è stata inaugurata nel 1964 ed è sostenuta da circa 30’000 persone.

L’Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana (ACSI) è attiva dal 1974 e conta circa 9’000 membri.

Assieme, le tre organizzazioni difendono gli interessi di quasi 70’000 membri.

Al loro fianco lavora il Konsumentenforum (KF), istituito nel 1961

I compiti principali delle associazioni dei consumatori sono:

• informare l’opinione pubblica delle condizioni del mercato mediante riviste, opuscoli informativi, siti internet e banche dati

• spiegare al consumatore il funzionamento dei processi economici e incoraggiarlo a svolgervi un ruolo attivo

• fornire consulenza ai consumatori che si rivolgono alla loro segreteria

• rappresentare gli interessi dei consumatori a livello federale

• pubblicare i risultati di test, consulenze, posizioni ufficiali e commenti

Fonte: Ufficio federale del consumo

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