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Uno zuccherino per i deputati

40.000 franchi all'anno per assumere un collaboratore personale: è quanto vogliono i deputati Keystone Archive

Il parlamento di milizia stenta a tenere il passo con una società sempre più complessa. Per la Camera bassa, ogni parlamentare deve potere disporre di un collaboratore personale

Ognuno dei 200 deputati e dei 46 senatori disporranno forse di 40.000 franchi all’anno per assumere un assistente personale che potrebbe intervenire soprattutto per alleviare i compiti amministrativi e di ricerca dei parlamentari. “Non si tratta di andare verso un parlamento professionale, ha precisato il socialista basilese Claude Janak, ma di un modesto appoggio.”

Il populismo in agguato

“Il tema delle indennità dei parlamentari è indubbiamente un argomento delicato e sensibile, esposto alla caricatura e alla deriva populista”, ha ammonito il liberale Serge Beck, relatore della commissione delle istituzioni politiche.

E puntualmente l’ opposizione è venuta dall’UDC, un partito tradizionalmente allergico alle spese dello Stato in questo settore. Il partito di Christoph Blocher si era infatti battuto con successo nel 1992 contro la nuova legge sul parlamento, che attribuiva indennità supplementari ai membri delle due Camere del parlamento.

Per l’UDC, l’introduzione di collaboratori personali sarà controproducente, perché produrranno ancora più atti parlamentari. Inoltre, “una misura del genere è antidemocratica perché introdotta senza consultare il popolo.”

“Certo, ha fatto notare la consigliera nazionale ecologista Cécile Bühlmann, il miliardario Christoph Blocher ha a disposizione un autista per farsi portare a Berna per partecipare ai lavori del parlamento. Lui non ha bisogno di questa indennità.”

Parlamentari molto sollecitati

Il principale vantaggio del sistema di milizia svizzero riguarda la vicinanza che i rappresentanti del popolo possono mantenere con la realtà del paese grazie all’attività professionale che continuano a svolgere.

Ma il carico di lavoro sfiora livelli proibitivi. Deputati e senatori partecipano, infatti, a quattro sessioni annuali di tre settimane ciascuna a Berna, senza contare le sessioni straordinarie che comportano almeno un paio di giorni supplementari.

Il lavoro dei rappresentanti del popolo comprende poi anche la partecipazione a numerose sedute delle commissioni di cui fanno parte. Importante per loro anche mantenere il contatto con gli elettori, che richiede la partecipazione a numerose attività politiche. Numerosi parlamentari si lamentano di questo carico sempre più pesante, “che incide molto anche sulla vita privata”, ha detto un’oratrice alla tribuna.

A cavarsela meglio sono naturalmente i dipendenti di grandi aziende o dei sindacati, che possono approfittare del segretariato e dell’infrastruttura generale del loro datore di lavoro. Ma questi sono soltanto un terzo dei deputati.

Quanto guadagna un parlamentare?

Un deputato alla Camera bassa riceve quasi 60.000 franchi all’anno e indennità di rimborso spese per quasi 40.000 franchi. I senatori, a causa del maggior numero di sedute di commissione, ricevono circa 10.000 franchi all’anno in più dei loro colleghi. Tutto sommato, si può dire che nessuno si arricchisce sotto la cupola di Palazzo federale.

Uno studio realizzato da un istituto di Ginevra su mandato della commissione delle istituzioni politiche ha rilevato che un deputato dedica in media il 56% del suo tempo di lavoro al suo mandato politico. L’82% dei parlamentari ha dovuto ridurre l’attività professionale e la metà di loro ha dovuto registrare una diminuzione del reddito globale. Le settimane di 60 ore lavorative sono correnti. Oltre l’80% degli interrogati auspicano un assistente scientifico o amministrativo.

La formula varata martedì dalla Camera bassa è vicina a quella già in vigore in Austria, dove i deputati hanno a disposizione una somma di circa 50.000 franchi all’anno per un collaboratore personale. La loro attività, che permette di alleggerire il carico amministrativo e organizzativo del deputato, riguarda soprattutto il contatto con i media e con i cittadini. L’introduzione di questi collaboratori personali sembra non avere provocato un aumento degli interventi e degli atti parlamentari, ma dei comunicati stampa. Assistenti di questo tipo esistono anche in Germania e negli Stati Uniti.

Mariano Masserini

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