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Vendere azioni swisscom e creare una banca postale

I delegati del PS riuniti nel palazzo dei congressi di Lugano Keystone

È l'unica ricetta per permettere agli ex monopoli federali di affrontare la concorrenza ad armi pari, ha detto Moriz Leuenberger davanti al congresso del PS a Lugano. Intanto i delegati si preparano ad eleggere Christiane Brunner alla presidenza.

Esprimendosi davanti ai delegati del Partito socialista svizzero, il capo del dipartimento dei trasporti, delle comunicazioni e dell’energia ha specificato che è necessario piazzare sul mercato le azioni Swisscom ancora in mano alla Confederazione e permettere alla posta di creare una propria banca.

Swisscom – ha dichiarato il ministro dei trasporti – «sta perdendo parti di mercato a causa della concorrenza spietata che regna nel settore». A suo parere alleanze con società estere sono ineluttabili.

Per poter rimanere un’azienda socialmente avanzata, è quindi indispensabile che l’ex regia federale rivolga lo sguardo oltre le frontiere nazionali. Leuenberger ha tuttavia inserito dei «distinguo» nel suo intervento: la privatizzazione potrà essere limitata ad alcuni settori come quello della telefonia mobile. Vi è pure la possibilità, ha aggiunto, «che Berna si riservi un diritto di veto, pur con una partecipazione minoritaria».

Lo stesso discorso vale anche per la Posta. In questo settore il futuro, ha detto Leuenberger, è rappresentato dal commercio elettronico. Per corroborare le basi economiche è però indispensabile dotare la Posta di una propria banca. Queste sono le condizioni affinché la Posta possa continuare a fornire servizi di qualità sull’intero territorio.

Opponendosi alla vendita delle azioni Swissocm, «rischiamo che anche gli 80 milioni predisposti dal governo per le regioni periferiche vengano bocciati dal Parlamento», ha detto.


Oltre alla discussione sul servizio pubblico, che ha già suscitato molti dibattiti nel Comitato centrale e che è stata lanciata, al congresso, dall’intervento del consigliere federale Moritz Leuenberger, i delegati dovranno anche eleggere la nuova presidenza, a cui toccherà il compito di ritrovare l’unità del partito dopo le lotte intestine che hanno accompagnato l’era Koch.

Unica candidata presidente è la consigliera agli stati ginevrina Christiane Brunner. A lei si affiancano i consiglieri nazionali Christine Goll, zurighese, e Hans-Jürg Fehr, sciaffusano, candidati alla doppia vicepresidenza.

La loro elezione è scontata, dal momento che non ci sono contro-candidature. Ma il numero di voti che raccoglieranno sarà un’indicazione importante sulla volontà del partito di superare le divisioni che hanno segnato la presidenza di Ursula Koch.

Christiane Brunner è un personaggio simbolo all’interno del partito, soprattutto per le donne socialiste. Ginevrina, bilingue, avvocato, cresciuta in una famiglia di modeste condizioni, la Brunner è stata una delle organizzatrici dello sciopero delle donne nel 1991.

L’anno successivo è stata eletta in Consiglio nazionale ed è diventata, come prima donna, presidente della FLMO, il sindacato dei metalmeccanici. La mancata elezione in Consiglio federale nel marzo 1993 per l’opposizione dei partiti borghesi ne ha fatto una sorta di martire, rendendola popolare. Dal 1995 siede nel Consiglio degli stati.

Alla terna presidenziale spetterà il compito di far uscire il PSS dalla crisi d’identità e dai conflitti personali in cui il partito è precipitato da un paio d’anni. I dirigenti del PSS contano sulla Brunner per ricucire gli strappi interni e ritrovare la capacità di protagonismo politico che il partito aveva dimostrato prima del 1997, sotto la presidenza del vallesano Peter Bodenmann.

Il congresso di Lugano deve decidere anche su una proposta di riforma delle strutture organizzative che dovrebbe rendere più efficiente il partito e garantire una maggiore presenza della base.

Fra le proposte di riforma più discusse, quella di creare un’Assemblea dei delegati composta da circa 400 persone. L’Assemblea si affiancherebbe – come quarto organismo statutario – al Congresso, al Comitato centrale e al Comitato direttivo ridotto. Il comitato centrale dovrebbe funzionare come organo di coordinazione e le competenze del segretario generale dovrebbero diminuire.

swissinfo e agenzie

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