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Vertice G20: supervisori per sorvegliare le banche

Keystone

I capi di Stato e di governo delle principali potenze economiche del pianeta hanno gettato le basi per una riforma del sistema finanziario internazionale. Il G20 propone la creazione di «collegi di supervisori», una misura che potrebbe toccare anche UBS e Credit Suisse.

La riforma adottata sabato sera a Washington concernerà una cinquantina di ambiti diversi.

Non si tratta tuttavia della «rifondazione del sistema finanziario internazionale» auspicata dal presidente francese Nicolas Sarkozy e dall’Unione europea, che intravvedevano nel vertice del G20 una sorta di “Bretton Woods II”, in riferimento alla conferenza che nel 1944 aveva portato alla creazione del Fondo monetario internazionale (FMI) e della Banca Mondiale.

I settori interessati vanno dalla regolamentazione dei fondi d’investimento speculativi ( i famosi hedge funds) ad una maggiore rappresentanza dei paesi del Sud in seno all’FMI, passando da una migliore trasparenza delle regole contabili di un’azienda o dal coordinamento delle misure nazionali d’incentivo fiscale.

Sorveglianza delle banche

Uno dei 50 ambiti d’azione del G20 potrebbe modificare le pratiche di UBS e Credit Suisse, le due principali banche elvetiche. In effetti, il comunicato finale del vertice, lungo dodici pagine, si sofferma sul «miglioramento della cooperazione internazionale».

Per raggiungere tale obiettivo, è prevista la creazione di «collegi di supervisione», ovvero di organi che raggrupperebbero dei membri delle autorità di regolamentazione al fine di «rafforzare la sorveglianza» di «tutte le più grandi istituzioni finanziarie attive a livello internazionale».

Stando al comunicato, l’idea è che «le banche più grandi dovrebbero conferire regolarmente con i loro colleghi di supervisione sulle loro attività e sulla valutazione dei rischi che devono affrontare». Nel testo non è citato alcun nome, anche se per il governo statunitense, all’origine dell’introduzione della proposta, le grandi banche sarebbero una trentina.

«E`stato un vertice riuscito e produttivo», ha dichiarato George W. Bush, felicitandosi del fatto che i 20 abbiano riaffermato che il capitalismo e il libero commercio, accompagnati da una certa regolamentazione, costituiscono i mezzi migliori per «assicurare la crescita, gli impieghi e la riduzione della povertà».

Di opinione contraria numerosi osservatori e analisti, per i quali il G20 ha sì evidenziato un fronte unito per reagire alla crisi, ma ha però di fatto offerto solamente promesse e buoni propositi. «Malgrado le buone intenzioni – ha reagito la Industry Financial Market Association – i progressi saranno ardui e lenti».

Prima tappa

Il presidente statunitense e gli altri dirigenti del G20 sottolineano che il vertice di Washington è soltanto una prima tappa. I ministri dei diversi paesi sono chiamati a elaborare delle proposte dettagliate entro il 31 marzo, ovvero prima di un secondo incontro in aprile. I dettagli sui «collegi di supervisione» per le banche non dovrebbero quindi essere noti prima della primavera.

«La Svizzera ha preso atto con interesse delle misure previste e intende partecipare alle discussioni sui particolari delle misure anti-crisi», ha dichiarato Roland Meier, portavoce del Dipartimento federale delle finanze. «Vogliamo che le piazze finanziarie più importanti vengano integrate nei processi futuri».

Unico risultato concreto del vertice: il prestito di 100 miliardi di dollari che il Giappone ha offerto all’FMI per aiutare i paesi in via di sviluppo, che si trovano in difficoltà a causa della crisi mondiale.

Salutando la «leadership» del Giappone e il suo «impegno nei confronti del multilateralismo», il direttore generale dell’FMI Dominique Strauss-Khan ha espresso la speranza che «altri paesi sosterranno l’azione del fondo internazionale».

Il peso dei paesi emergenti

Quello nella capitale statunitense ha rappresentato il primo incontro tra i capi di Stato e di governo del G20, gruppo costituitosi nel 1999. Un evento inedito che evidenzia non soltanto la gravità della crisi attuale, ma pure l’importanza crescente dei paesi emergenti quali la Cina, l’India o il Brasile.

Il vertice conferma inoltre l’avvento dell’Unione europea quale partner a parte intera della comunità internazionale. A questo proposito, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha parlato dell’inizio di una «nuova era» nella cooperazione internazionale.

Il presidente della Banca Mondiale, l’americano Robert Zoellick, avverte ciononostante che l’integrazione dei paesi emergenti non deve avvenire a scapito degli Stati più poveri.

«E`positivo vedere che i dirigenti dei paesi sviluppati incontrano quelli delle potenze economiche emergenti; le nazioni più povere non devono comunque essere lasciate da parte», ha dichiarato. «Accettando un mondo a due velocità – ha aggiunto – non si potrà risolvere la crisi attuale e non si potranno mettere in pratica soluzioni a lungo termine».

Nonostante sia tra i principali attori del mondo industrializzato, la Svizzera non ha partecipato al vertice. Secondo il quotidiano romando Le Temps, il consigliere federale Hans-Rudolf Merz aveva «riservato la data del 15 novembre per la riunione del G20».

Senza essere membro del gruppo, la Confederazione avrebbe potuto seguire il vertice in qualità di osservatore. Ma non è giunto alcun invito ufficiale.

swissinfo, Marie-Christine Bonzom, Washington
(traduzione e adattamento dal francese: Luigi Jorio)

Rilancio coordinato dell’economia mondiale attraverso delle misure di sostegno della domanda, della politica monetaria e un maggiore aiuto dell’FMI e delle banche di sviluppo ai paesi fragili.

Miglioramento della regolazione dei mercati finanziari.

Apertura della “governance” economica mondiale ai paesi emergenti e in via di sviluppo.

Rifiuto del protezionismo.

Limitazione degli effetti prociclici (aggravanti) delle regole in vigore sui mercati finanziari.

Armonizzazione delle norme contabili a livello mondiale, in particolare per i prodotti finanziari complessi.

Miglioramento della trasparenza dei mercati derivati per ridurre i rischi del sistema.

Miglioramento delle pratiche di compensazione.

Valutazione del mandato, delle modalità di “governance” e dei bisogni di risorse delle istituzioni finanziarie internazionali.

Definizione del campo delle istituzioni che hanno “un’importanza sistemica”, il cui crollo minaccerebbe l’insieme del sistema finanziario mondiale e che necessiterebbero quindi un’azione coordinata per evitare un loro cedimento.

Regolamentare e sorvegliare tutti i mercati, prodotti e attori finanziari.

Rafforzare la lotta contro le piazze finanziarie “non cooperative”, centri offshore e paradisi fiscali.

Rafforzare lo scambio d’informazioni su queste piazze finanziarie.

Il G20 s’impegna inoltre a lavorare sulla questione delle agenzie di notazione.

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