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Via Alpina: le Alpi a piedi

La Via Alpina segue sentieri già tracciati, collegandoli in una rete transnazionale swissinfo.ch

Cinquemila chilometri di sentieri tra Monaco e Trieste. La Via Alpina è la prima rete di percorsi escursionistici che collega l’intero arco alpino.

Nato nel 1999, il progetto vuole contribuire ad uno sviluppo turistico sostenibile delle regioni alpine. L’inaugurazione in Svizzera è per il 1° agosto.

Un percorso di 2400 chilometri che, in 161 tappe, si snoda fra il Principato di Monaco e Trieste, passando per la Francia, l’Italia, la Svizzera, il Liechtenstein, l’Austria, la Germania e la Slovenia.

È l’itinerario rosso, l’asse principale della Via Alpina, da cui si dipanano altri quattro itinerari: la via blu, attraverso Francia, Italia e Svizzera, la via verde, tra Liechtenstein e Oberland bernese, la via gialla, tra la Baviera e Trieste, attraverso le Dolomiti, e la via viola, tra Baviera, Stiria, Carinzia e Slovenia.

Sviluppo sostenibile

Il progetto Via Alpina è stato lanciato cinque anni fa dalla “Grande traversée des Alpes”, un’associazione francese nata nel 1971 per promuovere l’escursionismo e farne uno strumento di sviluppo locale per le Alpi francesi.

Sostenuta dal Comitato permanente della Convenzione delle Alpi e finanziata con fondi degli otto stati coinvolti e dell’Unione europea (nell’ambito del programma Interreg III B “spazio alpino”), la Via Alpina mira ad aprire nuove prospettive di sviluppo per la regione.

“Il progetto vuole aiutare le regioni di montagna a sfruttare in maniera durevole le loro risorse paesaggistiche e culturali”, spiega Marcel Grandjean, responsabile svizzero di Via Alpina.

I percorsi privilegiano regioni meno note, discoste dai percorsi turistici di massa. Il coordinamento sopranazionale è affidato all’associazione promotrice, ma la realizzazione pratica spetta ad enti e organizzazioni nazionali e locali.

“È un buon esempio di come si possa promuovere un turismo socialmente ed ecologicamente compatibile, con una struttura decentrata, ma che comprende tutto l’arco alpino”, rileva Werner Bätzing, professore di geografia all’Università di Erlangen-Norimberga, esperto di Alpi.

Segnaletica e guide

In una prima fase, che dovrebbe concludersi entro l’autunno 2004, i cinque itinerari saranno segnalati con il logo di Via Alpina o con una piccola tavola informativa. Gli itinerari seguono sentieri già esistenti, per cui non è stato necessario, salvo rarissime eccezioni, tracciare nuovi percorsi.

In Germania, Austria, Liechtenstein e Principato di Monaco la segnaletica è già completa, in Svizzera, Italia e Slovenia è in fase di realizzazione. Le informazioni tecniche sul percorso, comprese le possibilità di pernottamento, confluiranno sul sito internet di Via Alpina nel corso dei prossimi mesi.

È inoltre prevista la pubblicazione di guide, che forniranno informazioni sulle regioni attraversate, oltre che i dati sui percorsi.

“Sei volumi, in italiano, tedesco, francese e inglese, affidati a case editrici specializzate, che dovrebbero uscire nel 2005”, si augura Nathalie Morelle, coordinatrice europea di Via Alpina. Solo la Baviera ha anticipato i tempi, producendo una propria guida, uscita nel 2003.

Offerta turistica

In una seconda fase (2005-2007) – per la quale è appena stata inoltrata la richiesta di finanziamento Interreg – dovrebbe essere sviluppata un’offerta turistica specifica collegata alla Via Alpina, in collaborazione con gli enti turistici locali.

In pratica, spiega Nathalie Morelle, i turisti potranno prenotare degli itinerari lungo la Via Alpina, comprendenti i pernottamenti e le informazioni relative alle escursioni. “L’offerta dovrebbe rivolgersi a turisti non abituati ad organizzare autonomamente grandi traversate alpine”.

Un progetto pilota in questo senso è stato avviato nei Grigioni, dove i percorsi sono già segnalati e dove il 1° d’agosto si è tenuta – in Val Poschiavo – l’inaugurazione nazionale della Via Alpina.

Identità alpina

Ma Via Alpina non è solo un ennesimo progetto turistico. “È sì una vetrina del patrimonio della regione”, osserva Nathalie Morelle. “Ma è anche una rappresentazione concreta della Convenzione delle Alpi”.

Prima rete di sentieri che percorre tutte le Alpi, la Via Alpina s’inserisce in una più ampia discussione sull’identità alpina, sul ruolo delle Alpi nella nuova Europa. Una discussione iniziata già decenni fa.

“La nuova attenzione per le Alpi come spazio complessivo è un fenomeno del dopoguerra”, ricorda Jon Mathieu, direttore dell’Istituto di storia delle Alpi di Lugano. “Un fenomeno che ha a che fare con due movimenti: integrazione europea e regionalismo”.

Caratterizzata fin dall’età moderna dalla presenza di numerose frontiere tra gli Stati nazionali europei, l’area alpina si è trovata dopo il 1945 nella condizione di dover ripensare la propria identità, in un’epoca di crescente permeabilità delle frontiere europee.

Percorrere a piedi i sentieri di Via Alpina, è allora anche un modo per (ri)scoprire le Alpi come spazio comune, caratterizzato però da grandi differenze culturali, linguistiche, paesaggistiche.

“Penso che molte persone vogliano conoscere le Alpi proprio nelle loro differenze. Sarebbe noioso se lungo il sentiero si incontrassero sempre le stesse cose”, dice Jon Mathieu. “Per quel che mi riguarda, Babele mi è sempre piaciuta”.

swissinfo, Andrea Tognina

5000 km di sentieri
950 km in Svizzera
5 itinerari
Budget 2001-2004: 2,5 milioni di euro, di cui 950’000 versati dall’UE nel quadro di Interreg

I cinque itinerari di Via Alpina, lungo sentieri già esistenti, attraversano molte aree di grande interesse culturale e naturalistico, tra cui numerose riserve naturali, percorrono antiche vie di comunicazione ad alta quota e passano accanto ad alcune delle più note città alpine, superando per oltre 60 volte le frontiere fra gli Stati alpini.

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