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Virus HIV, quarta contaminazione per trasfusione

Una persona su un milione contrarrà il virus HIV attraverso una trasfusione di sangue Keystone Archive

Si tratta di un uomo di 80 anni, che ha contratto il virus HIV - responsabile dell'AIDS - in seguito ad una trasfusione di sangue fatta lo scorso febbraio. Da quattro anni in Svizzera non si verificavano simili episodi, ha indicato lunedì il servizio di trasfusioni della Croce Rossa, precisando che si tratta del quarto caso dal 1985.

La Croce rossa ricorda che il rischio zero, nelle trasfusioni di sangue, non esiste: il donatore “responsabile” del contagio sarebbe stato a sua volta infettato solo alcuni giorni prima del prelievo di sangue: per questo motivo la presenza del virus non è stata rilevata dai test di laboratorio che vengono compiuti sistematicamente. Non esistono ancora analisi che permettano di depistare il virus nei primi 20 giorni, ha sottolineato Guy Lévy del servizio trasfusioni.

L’uomo, un 50enne che si sottopone ai prelievi di sangue da anni, ha fatto l’ultima donazione in gennaio. Solo in maggio alcuni controlli hanno registrato la presenza del virus e il primo di giugno il donatore è risultato effettivamente positivo al test dell’Aids. L’ospedale cui erano stati forniti gli emoderivati in questione è stato immediatamente avvertito. Le indagini hanno rivelato che un contagio vi era già stato: un 80enne sottoposto ad una lunga operazione al cuore aveva ricevuto il sangue infetto.

Non è ancora stato possibile sapere se il donatore si fosse reso conto di aver avuto comportamenti a rischio, ha spiegato Rudolf Schwabe, direttore del servizio di trasfusioni.

Per ridurre a meno di una su un milione la probabilità del contagio i donatori elvetici sono sottoposti ad analisi di laboratorio e devono rispondere a una lunga serie di domande. Vengono inoltre resi attenti a una dozzina di atteggiamenti ritenuti “a rischio”, tra cui rapporti omosessuali, uso di droghe o soggiorni in paesi in cui la malattia è molto diffusa.

Malgrado ciò ogni anno sangue contaminato viene scoperto grazie ai test sistematici: viene immediatamente eliminato dal centro trasfusioni e il donatore stralciato dalla lista. Negli ultimi anni il numero di questi episodi è nettamente diminuito: nel 1993 erano stati sedici, mentre lo scorso anno solo quattro. Dal 1985 i casi di contagio tramite trasfusione sono stati quattro, due dei quali avrebbero potuto essere evitati se i donatori avessero risposto correttamente al questionario.

swissinfo e agenzie

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