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Virus Lassa e H5N1 nel centro di Ginevra

All'interno dell'isolatore i biologi avranno a che fare con i virus umani più virulenti (HUG)

L'aviaria si adatta all'uomo e scoppia una pandemia. Il virus Lassa portato in Svizzera da un viaggiatore crea caos e scompiglio. Anche per prepararsi a questi scenari, Ginevra si è dotata del primo laboratorio virale di massima sicurezza.

Il nuovo centro dell’Ospedale universitario si limiterà ad individuare gli agenti patogeni più aggressivi. Niente ricerca e nessuna messa in cultura: troppo pericoloso.

A fianco di un grosso armadio frigorifero, tre infermiere stanno consumando un frugale pasto nella pausa di mezzogiorno. Poco distante, a qualche metro dalle loro insalate, il primo ed unico laboratorio in Svizzera abilitato a maneggiare i virus umani emergenti più micidiali (Lassa, Ebola, Vaiolo, Marburg,…). Di che far passare l’appetito.

«Non c’è motivo di preoccuparsi», riassicura Werner Wunderli, direttore del Centro nazionale per l’influenza e corresponsabile del progetto. «Proprio grazie al nuovo laboratorio di sicurezza biologica 4 possiamo ora affrontare i casi virali più difficili nella massima sicurezza».

Dal 1. marzo, data dell’entrata in funzione del centro, i campioni da analizzare non devono infatti più essere spediti nei laboratori specializzati di Lione o Amburgo. In poche ore, il personale medico confrontato a sospette patologie virali è così in grado di sapere con cosa ha a che fare e quali misure adottare.

Nell’era della globalizzazione, il nuovo laboratorio (tra i pochi al mondo) è la risposta alla rapida diffusione di agenti patogeni, beneficiari pure loro dell’accresciuta mobilità.

Alchimisti folli esclusi

Il laboratorio P4D, al quinto piano dell’Ospedale universitario, è composto da tre locali. Nella prima stanza, il biologo lascia il suo camice bianco per indossare tuta, mascherina, occhiali e guanti di protezione. Passa in seguito nella seconda camera, munita di una doccia di soccorso, prima di raggiungere il laboratorio vero e proprio (20 m2).

Elemento centrale della struttura è l’isolatore, una lunga cappa in acciaio a tenuta stagna. Grandi aperture con guanti in caucciù integrati consentono di trattare, con molta precauzione, i campioni prelevati da pazienti potenzialmente infetti.

A differenza di altri laboratori di massima sicurezza nel mondo, i ricercatori di Ginevra non effettuano alcuna manipolazione su materiale vivente. Una particolarità sottolineata più volte dai responsabili: «Come indica la «D» di P4D, ci limitiamo alla diagnosi. I virus sono resi inattivi prima di essere analizzati. In alcun modo sono messi in cultura o stoccati per ricerche future», rileva Laurent Kaiser, a capo del Laboratorio centrale di virologia.

«Questo non è il posto per alchimisti folli a cui piace giocherellare con le provette», aggiunge ironicamente.

Aria depressurizzata e finestre murate

Per prevenire il seppur minimo incidente l’ospedale ha investito nel progetto 1,3 milioni di franchi. La depressurizzazione mantenuta nelle tre stanze, così come all’interno dell’isolatore, scongiura ad esempio pericolose contaminazioni. «Siccome l’aria può solamente entrare, nessuna particella virale può fuoriuscire dal laboratorio», spiega il suo responsabile, Pascal Cherpillod.

Tre strati di resina nelle pareti, finestre murate e guaine a protezione di cavi elettrici e tubi completano l’isolazione. Tutti i rifiuti biologici sono poi decontaminati in un’autoclave prima di essere sottoposti a vari cicli di disinfezione. Ed ogni molecola d’aria che lascia il laboratorio è dapprima filtrata a più riprese.

Infine, ogni persona che accede al laboratorio è dotata di un «bip», pronto a suonare se il biologo, colto da malore o in pericolo, si ritrova in posizione orizzontale per oltre 15 secondi.

Secondo Werner Wunderli, la struttura dovrebbe trattare una decina di casi all’anno. «Dato che non esistono molti laboratori simili, non escludiamo di essere sollecitati anche da altri paesi o da organizzazioni internazionali quali l’Organizzazione mondiale della salute».

La lotta ai virus passa da Ginevra

Per la Svizzera, un laboratorio di livello 4 rappresenta una necessità. Gli attacchi all’antrace nel 2001 negli Stati Uniti, l’epidemia di SARS nel 2003 in Asia, la rapida propagazione dell’influenza aviaria e la minaccia di un’influenza pandemia – affermano i suoi promotori – testimoniano dell’esigenza di prepararsi ad affrontare anche gli scenari peggiori.

«Con la globalizzazione e la maggiore circolazione delle persone, la diffusione di virus emergenti si sta accelerando», osserva Wunderli.

Non è poi un caso che il centro diagnostico sia sorto a Ginevra, dove nel 2000 sono stati ospedalizzati d’urgenza alcuni pazienti infetti da Lassa, una febbre emorragica d’origini africane. Sulle sponde ginevrine del Lemano è poi stata confermata, per la prima volta in Svizzera, la presenza del temuto virus aviario H5N1 (febbraio 2006).

«La città è inoltre sede di numerose organizzazioni internazionali che mandano i loro impiegati nei quattro angoli del pianeta», sottolinea il virologo.

Grazie al nuovo laboratorio, Ginevra rafforza il suo ruolo di polo di competenza nazionale in materia di virus umani. Il P4D si affianca in effetti al Centro nazionale di referenza per le infezioni virali emergenti, che da qualche anno ospita il Centro nazionale per l’influenza e la polmonite atipica SARS.

swissinfo, Luigi Jorio, Ginevra

Per far fronte a eventuali epidemie o ad incidenti biologici inusuali, la Svizzera è dotata di una rete di laboratori corrispondenti al livello di sicurezza biologica 3 (ovvero abilitati a lavorare con agenti patogeni ad elevato rischio per l’individuo, ma che si propagano difficilmente nella comunità e per i quali esistono efficaci misure terapeutiche e preventive).

Ogni cantone si rivolge ad uno dei sei laboratori regionali (Bellinzona, Zurigo, Basilea, Lucerna, Berna e Ginevra/Vaud) e ai due centri nazionali di referenza nel settore umano (Centro nazionale di referenza dell’antrace NANT a Berna e Centro nazionale di referenza per le infezioni virali emergenti CRIVE di Ginevra).

Il sistema elvetico è completato dall’Istituto di virologia e d’immunoprofilassi di Mittelhäusern e dal Laboratorio di Spiez, nel canton Berna.

Il laboratorio P4D di Ginevra potrebbe in futuro essere affiancato da un nuovo centro di massima sicurezza a Spiez. Nel mondo, i laboratori di questo tipo sono una quindicina.

Il laboratorio P4D è in funzione dal 1. marzo.
È costato 1,3 milioni di franchi.
Vi hanno accesso solamente 8 ricercatori.
Lo scopo è la diagnosi di virus emergenti, non la loro messa in cultura o ricerca.

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