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Viticoltori vodesi perdono causa sullo champagne

Da tre anni non si trovano più bottiglie di bianco chiamate Champagne Keystone

Il vino bianco del villaggio di Champagne, nel canton Vaud, continuerà a non poter portare il nome del luogo di produzione. I viticoltori hanno perso una causa davanti alla Corte europea di giustizia.

Viticoltori e autorità vogliono tuttavia proseguire nella battaglia per tornare a chiamare il loro vino «Champagne».

La notizia sulla sentenza sfavorevole ai vignaioli vodesi, riportata dalla «Neue Zürcher Zeitung», è stata confermata dal prefetto di Grandson, Albert Banderet, che è anche presidente del Comitato d’azione per la difesa dell’identità e degli interessi del comune di Champagne.

Dal 2004, conseguenza dell’entrata in vigore degli accordi bilaterali tra Svizzera e Unione europea, la denominazione «Champagne» è scomparsa dalle etichette dei vini dell’omonimo villaggio vodese ed è stata sostituita col termine «Libre-Champ».

Il ricorso presentato nel 2002 contro il divieto di impiegare la denominazione «Champagne» è stato dichiarato irricevibile dal Tribunale di prima istanza della Corte europea, che ha pure bocciato la domanda d’indennizzo presentata da 43 viticoltori della Champagne vodese.

Strade ancora aperte

Nel formulare la sua sentenza, la Corte ha però implicitamente suggerito altre piste. Queste possibilità – come un’eventuale domanda di eccezione di omonimia – sarà ora vagliata con l’assistenza di giuristi quali il professore di diritto europeo Pierre Mercier, dell’Università di Losanna, che segue la questione da anni, precisa il prefetto di Grandson.

La denominazione «Champagne, denominazione Bonvillars d’origine controllata» era stata contestata dai produttori francesi di champagne nel quadro dei negoziati bilaterali Svizzera UE. La diatriba aveva rischiato di bloccare l’intero dossier dei bilaterali I.

L’accordo, in vigore dal 1° giugno 2002, dava ai viticoltori svizzeri due anni di tempo per dare un nuovo nome al loro vino bianco.

swissinfo e agenzie

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Durante le trattative sui bilaterali I, i contrasti a proposito del vino bianco di Champagne avevano fatto discutere soprattutto nella Svizzera romanda.

La Francia aveva vincolato concessioni nell’ambito del traffico aereo alla clausola di protezione della denominazione dello champagne.

I viticoltori avevano allora accusato le autorità di sacrificare gli interessi dei viticoltori in favore di quelli della compagnia aerea Swissair.

Nel 1999 l’ultimo direttore della Swissair, Philippe Brugisser, aveva perciò dato il nome di «Comune di Champagne» ad un Airbus della compagnia.

Per qualche tempo ai passeggeri della Swissair venne servito vino bianco di Champagne. Ma con la fine della Swissair è scomparso anche il nome dell’aereo.

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