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Attentati a Sharm el-Sheik: più di 80 morti

La potenza dell'esplosione, visibile dai danni all'hotel Ghazala Gardens Keystone

Nella notte diverse esplosioni in rapida successione hanno colpito alcuni alberghi e un bazar nella località turistica egiziana. Più di 100 i feriti. Al Qaeda rivendica.

Sono circa un migliaio i turisti svizzeri che si trovano nella zona, ma nessuno di loro sembra coinvolto. Predisposte hotline dei tour operators e del ministero degli esteri elvetico.

La maggior parte dei morti sarebbe di nazionalità egiziana, ma tra le vittime anche cittadini italiani, britannici, ucraini, russi, olandesi ed israeliani.

Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) nel condannare gli attentati li ha definiti “atti barbarici”. Ivo Sieber, portavoce del DFAE, ha confermato che non ci sono svizzeri tra le vittime, e ha aggiunto che è stata attivata una cellula di crisi e predisposta una hotline. Anche le agenzie di viaggio Kuoni, Tui e Hotelplan hanno aperto diverse hotline.

Hotelplan, che ha attualmente 226 clienti elvetici a Sharm el Sheihk, ha detto di essere in contatto con i turisti alloggiati nei due alberghi colpiti dagli attentati. Una squadra di assistenza dell’agenzia Elvia è partita alla volta dell’Egitto per occuparsi degli svizzeri sul posto. Inoltre, due voli speciali di Kuoni e Hotelplan sono stati organizzati per sabato sera, con lo scopo di rimpatriare i turisti svizzeri che volessero far ritorno in patria.

Oltre al Ghazala Gardens, colpito da una bomba anche l’hotel Iberot Palace. Entrambi sono ubicati nella zona turistica di Na’ama Bay. Mövenpick, con sede a Zurigo, ha fatto sapere che non ci sono state vittime nei suoi due hotel.

Secondo il ministro dell’interno egiziano Habib el Adly, due delle autobombe saltate in aria poco dopo la mezzanotte di fronte agli alberghi avevano targhe straniere.

Firma fondamentalista nel giorno della festa nazionale

La rivendicazione degli attentati, apparsa su internet, è di un gruppo che parla a nome delle “brigate del martire Abdallah Azzam”, che era stato una delle guide spirituali di Bin Laden.

Le condanne ai sanguinosi attentati dei leader politici di tutto il mondo esprimono cordoglio e indignazione: uno dei primi comunicati è arrivato dall’autorità nazionale palestinese.

Il segretario Onu Kofi Annan in particolare ha espresso dolore e collera per le esplosioni: “che hanno colpito crudelmente la coraggiosa nazione egiziana nel giorno della sua festa nazionale”.

Le esplosioni di Sharm El Sheikh sono avvenute infatti nel giorno in cui si celebra il 53simo anniversario della Rivoluzione del 23 luglio 1952, quando il gruppo di ufficiali liberi guidati da Gamal Abdel Nasser rovesciò il regime monarchico di re Faruq e aprì la strada alla Repubblica Araba d’ Egitto.

Sabato è anche la data indicata per l’annuncio ufficiale da parte del presidente Hosni Mubarak, in carica dal 1981, della presentazione della propria candidatura alla presidenza, in vista delle elezioni previste in settembre.

Trasformazione politica in corso

L’ Egitto vive un momento importante di trasformazione nella sua storia politica, dopo che alla fine di febbraio Mubarak annunciò una modifica della Costituzione per la scelta del presidente. Dal 1953 il presidente è sempre stato designato dal parlamento, con una ratifica formale da parte del popolo attraverso un referendum dai risultati quasi sempre di tipo bulgaro.

Da quell’annuncio la vita politica egiziana, generalmente poco vivace, si è risvegliata anche per la presenza di opposizioni che si sono manifestate in termini più rumorosi del passato e organizzando frequenti manifestazioni per le strade.

Gli eventi del paese vengono seguiti con particolare attenzione da Washington (di recente il segretario di stato Condoleeza Rice ha compiuto una visita significativa in Medio Oriente, fermandosi al Cairo oltre che in Israele e nei territori palestinesi) e da Tel Aviv.

Con lo stato ebraico l’Egitto si avvierebbe a superare la cosiddetta ‘pace fredda’ seguita agli accordi di Camp David anche per raggiungere intese riguardanti lo schieramento di forze militari lungo il confine tra i due paesi in vista del ritiro israeliano dalla striscia di Gaza.

swissinfo e agenzie

Hotline delle agenzie di viaggio svizzere:

044 183 39 99

Hotline del DFAE:

031 324 98 08

L’attentato di sabato è stato rivendicato dalle “brigate del martire Abdallah Azzam”.

Èil più grave in una località turistica egiziana, dopo quello di Luxor del 17 novembre 1997, quando estremisti islamici sparano a sangue freddo contro un gruppo di turisti, uccidendone 62, di cui 36 svizzeri.

Per qualche anno dopo la tragedia di Luxor, l’Egitto, come destinazione di vacanza, era stato evitato dai turisti svizzeri, ma era ritornato ad essere una meta prediletta.

Uno degli ultimi gravi attentati all’autobomba era avvenuto il 7 ottobre 2004 contro l’hotel Hilton e in due spiagge di Taba, al confine con Israele.

Aveva provocato 34 morti.

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