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Attentato «odioso» nello Sri Lanka

Dopo l'assassinio, è scattata la caccia all'uomo Keystone

La Svizzera ha condannato con «la più grande fermezza» l'uccisione del ministro degli Affari esteri dello Sri Lanka, Lakshman Kadirgamar.

Da parte elvetica ci si augura che il processo di pace nella zona non sia ostacolato da un crime «assolutamente ingiustificabile». Nel Paese è stato decretato lo stato d’urgenza.

La Svizzera ha condannato sabato con «la più grande fermezza» l’assassinio «odioso» del ministro degli esteri dello Sri Lanka Lakshman Kadirgamar, avvenuto venerdì sera. Berna si augura inoltre che il processo di pace nel Paese asiatico – di cui è la Svizzera è un attore importante – non sia rimesso in discussione da questo «crimine assolutamente ingiustificato».

In un comunicato, il Dipartimento federale degli Affari esteri (DFAE) ha espresso «profonda costernazione» e la speranza che i colpevoli siano catturati il più presto possibile.

Dal canto suo, la consigliera federale Micheline Calmy-Rey ha espresso tristezza e preoccupazione per la scomparsa del suo omologo. I due ministri si erano incontrati per l’ultima volta lo scorso 4 gennaio a Colombo, durante il viaggio di Calmy-Rey nelle zone devastate dallo tsunami.

Nel medesimo testo, le autorità svizzere invitano tutte le parti in causa a impegnarsi per evitare un’eventuale aumento della tensione e per garantire il rispetto della tregua tra il Governo dello Sri Lanka e le «Tigri di liberazione tamil».

In Svizzera risiedono circa 40’000 persone di origine tamil: in un comunicato diramato sabato, i loro rappresentanti hanno sottolineato che l’attentato non è un atto isolato e che la guerra civile potrebbe riaccendersi.

Un tamil contro i separatisti

Lakshman Kadirgamar è stato freddato venerdì con alcuni colpi di pistola da uno sconosciuto, mentre si trovava nei pressi della propria abitazione. All’origine dell’assassinio sembra vi sia la sua opposizione alle Tigri Tamil, guerriglia separatista che lo accusava di aver tradito i suoi fratelli di sangue.

Kadirgamar era infatti nato 73 anni fa a Jaffna, nell’estremo nord del Paese, centro della ribellione che dal 1972 lotta per l’autonomia del nord-est dello Sri Lanka, a maggioranza tamil. Gli scontri hannoo causato finora almeno 60’000 vittime.

Avvocato, laureato ad Oxford, nonostante le sue origini Kadirgamar era divenuto alleato della presidente Chandrika Kumaratunga e strenuo difensore dell’unità dell’isola, tanto da spingere gli Stati Uniti e altri Paesi a dichiarare le Tigri di liberazione dell’Eelam Tamil organizzazione terrorista. Un gesto che gli era costato l’iscrizione nella lista nera del gruppo ribelle.

swissinfo e agenzie

Il ministro degli esteri dello Sri Lanka Lakshman Kadirgamar è stato ucciso venerdì sera a Colombo.

Nel Paese è stato decretato lo stato d’urgenza a durata indeterminata.

Le «Tigri tamil» hanno smentito di essere implicate nell’assassinio. Da parte elvetica, è stato condannato con fermezza un «crimine odioso».

La Svizzera è fortemente implicata nel processo di pace nello Sri Lanka.
In Svizzera risiedono circa 40’000 persone di origine tamil.

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