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Caso Lojacono-Baragiola: si prospetta una lunga procedura fra Italia e Francia

Nella foto d'archivio Alvaro Lojacono-Baragiola Keystone

Il passaporto svizzero di Alvaro Lojacono-Baragiola non preserverà l'ex brigatista rosso dall'estradizione in Italia: la nazionalità non avrà alcun ruolo, secondo il procuratore di Bastia Patrick Beau. Baragiola è stato arrestato venerdì in Corsica.

Si prospetta intanto un lungo braccio di ferro tra Italia e Francia. Il procuratore Beau ha dichiarato che la procedura sarà lunga «da un minimo di qualche settimana ad alcuni mesi». La diatriba giuridica – scrive l’agenzia italiana Adnkronos – rischia di innescarsi intorno al fatto che l’ex terrorista è stato condannato all’ergastolo in Italia per il sequestro e l’omicidio di Aldo Moro in contumacia, una fattispecie non contemplata in Francia, dove chiunque sia assente al momento del processo deve essere nuovamente giudicato per quel reato.

Non solo: più volte la corte di Strasburgo ha invitato l’Italia a risolvere la discrasia sulla condanna di un imputato contumace, e adesso il caso Lojacono-Baragiola rischia di riaccendere la polemica.

Se davanti alla Chambre d’accusation francese Alvaro Lojacono- Baragiola dovesse opporsi all’estradizione, il governo francese potrebbe automaticamente rispondere no alla richiesta italiana, ritenendo valida la propria giurisprudenza in materia, aldilà del fatto che la condanna sia stata inflitta per un reato non di tipo associativo.

Ricordiamo che Lojacono-Baragiola è ricercato in Italia per la partecipazione all’assassinio del presidente della Democrazia cristiana Aldo Moro nel 1978. Condannato in contumacia in Italia, Alvaro Baragiola aveva finito lo scorso settembre di scontare la pena inflittagli in Svizzera per la partecipazione all’assassinio, sempre nel 1978, a Roma, del giudice Girolamo Tartaglione. In prima istanza, a Lugano, era stato condannato alla reclusione a vita. La pena era in seguito stata ridotta a 17 anni.

Il 45enne ex brigatista aveva cambiato il cognome, assumendo quello della madre, nel 1986, quando ottenne la nazionalità svizzera. In quanto cittadino elvetico, non poteva essere estradato dalla Confederazione contro la sua volontà.

swissinfo e agenzie

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