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Dalla Svizzera una molecola per combattere l’Aids

Alle campagne, come questa, per l'uso del preservativo potrebbe far seguito quella per la molecola microbicida Keystone

Messa a punto da ricercatori dell'Università di Ginevra, la molecola microbicida potrebbe proteggere dal contagio per via sessuale con il virus hiv.

Già sperimentata con successo sulle scimmie, sarà provata sull’uomo nel corso dell’anno prossimo.

Una nuova molecola, messa a punto a Ginevra, potrebbe un giorno sostituire l’uso del preservativo nella prevenzione contro il virus dell’Aids.

I ricercatori pensano che la proteina sintetica potrebbe essere applicata sulle mucose degli organi genitali, sotto forma di crema o di schiuma.

La scoperta sarà pubblicata venerdì nella prestigiosa rivista scientifica statunitense «Science», ha annunciato la Facoltà di medicina dell’Università di Ginevra in un comunicato.

Molecola «microbicida»

La specificità della nuova molecola, soprannominata PSC-RANTES, risiede nel fatto che può essere impiegata come un «microbicida», ossia come una sostanza applicata localmente per impedire l’entrata del virus nel corpo in occasione di rapporti sessuali.

La molecola è finora stata testata sulle scimmie in un laboratorio della Louisiana, negli Stati Uniti.

«Per la prima volta, un agente biologico è stato in grado di proteggere tutti gli individui del gruppo esposto all’infezione», rilevano i professori Oliver Hartley e Robin Offord, all’origine della scoperta.

Prevenzione per le popolazioni a rischio

L’obiettivo dei ricercatori è di elaborare il più rapidamente possibile un prodotto suscettibile di essere messo a disposizione delle popolazioni a rischio, nei paesi in via di sviluppo.

In questo senso, i microbicidi presentano un vantaggio supplementare. «Contrariamente al preservativo, permetterebbero alle donne di meglio controllare l’uso del loro corpo», ha detto a swissinfo il professor Robin Offord.

Secondo lo scienziato, la donna non riesce sempre a convincere il partner a usare il preservativo, «specialmente in quelle parti del mondo dove le donne hanno poco da dire sulla loro sessualità».

In ogni modo, aggiunge Offord, l’ideale sarebbe di usare il prodotto microbicida unitamente al preservativo, così da garantire una migliore protezione.

Scoperta promettente

Il professor Giuseppe Pantaleo, che dirige la sezione di immunologia dell’ospedale universitario di Losanna ed è responsabile delle sperimentazioni cliniche del vaccino contro il virus hiv, ha definito la scoperta «molto promettente».

Il fatto che lo studio finisca sulla rivista scientifica, ha detto il professore, significa che è ben fondato, contrariamente a molti altri che vengono fatti sulle molecole microbicide.

«Si tratta di un prodotto che potrà probabilmente avere sviluppi clinici, ed è proprio quanto di cui abbiamo bisogno», ha poi aggiunto.

Non per subito

Nel corso del prossimo anno, dovrebbero cominciare i test sugli umani. Ma i ricercatori ginevrini restano tuttavia prudenti riguardo alle scadenze entro le quali la loro scoperta sarà messa sul mercato.

«Occorreranno ancora alcuni anni prima che il prodotto possa essere distribuito su ampia scala. Restano inoltre da risolvere i problemi relativi ai costi di produzione e al dosaggio», spiega Offord.

«Le possibilità di giungere ad un prodotto terapeutico», precisa, «sono d’altronde intimamente legate all’interesse che l’industria porterà ad una molecola, come la PSC-RANTES, destinata in primo luogo alle popolazioni sfavorite».

swissinfo

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Obiettivo dei ricercatori è di elaborare un prodotto da mettere a disposizione delle popolazioni a rischio, nei paesi in via di sviluppo.

Sotto forma di crema o di schiuma, la proteina microbicida potrebbe essere applicata sulle mucose degli organi genitali femminili, per impedire l’entrata del virus nel corpo durante i rapporti sessuali.

Unitamente all’uso del preservativo, garantirebbe una protezione ancora migliore.

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