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Diamanti insanguinati nel mirino

La ricerca di diamanti nella Sierra Leone swissinfo.ch

La lotta contro il traffico di «diamanti della guerra» prosegue. I delegati di circa 70 paesi, fra cui la Svizzera, riuniti a Johannesburg, studiano misure per bloccare questo traffico.

Come mettere in atto i controlli sui diamanti grezzi?

Lo scorso mese di novembre ad Interlaken, nel canton Berna, 56 paesi si erano impegnati ad applicare dal 1° gennaio 2003 un sistema internazionale di certificazione dei diamanti.

Un accordo che rientra nel processo di Kimberly, volto a rafforzare la lotta contro il traffico di diamanti insanguinati, provenienti da regioni in conflitto quali Angola, Sierra Leone, Congo e Liberia. Un traffico che coinvolge complessivamente un centinaio di stati.

Un certificato d’origine dovrà d’ora in poi accompagnare tutti i trasporti internazionali di diamanti grezzi. Tale certificato dovrà essere controllato dalle autorità di ogni stato, sia importatore sia esportatore. L’imballaggio dei diamanti dovrà essere provvisto di un sigillo.

Sanzioni rinviate

Gli stati che non adottano questo sistema saranno esclusi dal commercio internazionale di diamanti grezzi. Era stato previsto un mese di tolleranza (gennaio 2003), durante il quale i paesi che non erano ancora in grado di fornire il certificato non sarebbero stati puniti. Infine, questo termine è stato ricondotto fino ad aprile.

Il vertice che si tiene a Johannesburg in questi giorni dovrà ora decretare in modo definitivo l’entrata in vigore di queste misure.

Problemi da risolvere

Secondo il delegato svizzero a Johannesburg, Roland Vock, responsabile delle esportazioni presso il Segretariato di Stato dell’Economia, «il sistema è giovane e vi sono ancora vari problemi da risolvere dal punto di vista operativo, inerenti l’attuazione, la procedura e i dati statistici».

«Non tutti i paesi che si erano impegnati a Interlaken sono in grado ora di soddisfare i requisiti», ammette Roland Vock. Adesso si tratterà di capire perché i testi di legge non sono potuti entrare in vigore o perché i formulari di certificazione non hanno potuto essere stampati.

Il delegato svizzero guarda al futuro con fiducia. «Eravamo 50 paesi a Interlaken, Ora siamo una settantina a Johannesburg. Avanziamo passo dopo passo, con l’obiettivo di non pregiudicare un mercato essenziale per lo sviluppo di alcuni paesi».

AI esige controlli indipendenti

Amnesty International (AI), una delle ONG presenti a Johannesburg, è più puntigliosa sui dettagli. Secondo Danièle Gosteli, una dei responsabili della sezione svizzera di AI, «la sfida è lanciata, ora resta da fare il lavoro essenziale.»

Come altre ONG, quali Global Witness, AI rivendica un sistema indipendente per i controlli. «Una proposta che dovrebbe essere avallata dalla maggioranza degli stati impegnati nel processo, malgrado le reticenze di Cina, Russia e Israele».

«Non possiamo accontentarci di dar fiducia unicamente alle dichiarazioni dei governi, sapendo che in parte sono corrotti. I certificati possono essere falsificati. Bisogna dunque essere presenti sul posto», aggiunge Gosteli.

Grave situazione nel Congo

Parallelamente alla riunione di Johannesburg, l’organizzazione per la difesa dei diritti dell’uomo pubblica un rapporto sulla situazione nella Repubblica democratica del Congo. AI constata che il controllo e l’esportazione di risorse naturali di questo paese sono la principale causa della violenza che lo sta dilaniando. La comunità internazionale è chiamata da AI ad assumere le proprie responsabilità legali e morali.

AI chiede ai governi di promuovere l’adesione del Congo e dei paesi attraverso i quali transitano i diamanti al sistema di certificazione definito dal processo di Kimberly.

swissinfo e agenzie

Con i proventi della vendita di diamanti vengono finanziate armi che servono per lo più ai ribelli dei paesi di provenienza delle pietre.

I paesi presenti a Johannesburg intendono introdurre regole sul commercio internazionale di diamanti per porre fine a questo fenomeno.

Ora si tratta di realizzare il progetto mediante regole di attuazione applicabili da tutti i governi. Amnesty International chiede che i controlli vengano effettuati da organismi indipendenti.

70 stati partecipano al convegno di Johannesburg
Angola, Liberia, Congo e Sierra Leone sono nel mirino dei controlli
Un commercio di armi per diamanti dell’ordine di 300-500 milioni di dollari.

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