«Diamo maggior valore alla cittadinanza svizzera»

Giunta in Svizzera dalla Slovacchia nel 1994, Yvette Estermann siede in parlamento nei banchi dell'Unione democratica di centro (UDC). Impegnata nella campagna per l'iniziativa sulle naturalizzazioni, ammira la Svizzera per i suoi diritti democratici.
Nel primo giorno di sessione della nuova legislatura, nel dicembre del 2007, non era passata inosservata. Eletta in Consiglio federale nelle liste dell’UDC del canton Lucerna, Yvette Estermann si era presentata al giuramento con il costume tradizionale lucernese.
Medico di formazione, nata a Bratislava, Yvette Estermann ha ottenuto la cittadinanza svizzera per matrimonio nel 1999. Entrata nell’UDC l’anno seguente, dopo alcuni anni di gavetta è stata eletta nel parlamento cantonale (2005) e quindi in Consiglio nazionale (2007).
Dice di sé di essere una patriota e di essere già stata una patriota in Slovacchia. Fa parte dell’ala dura del suo partito, ma nelle discussioni argomenta senza acrimonia e mantiene toni gentili.
Amore a prima vista
Giunta in Svizzera poco dopo la votazione sullo Spazio economico europeo, è stata subito incuriosita dall’UDC. «Tutti la criticavano, allora ho pensato che qualcosa di buono dovesse avere. Dopo averne studiato il programma, dissi a mio marito che una volta naturalizzata sarei entrata nell’UDC. È stato amore a prima vista».
Yvette Estermann ha mantenuto la doppia cittadinanza, ma non ha più rinnovato il passaporto slovacco dopo che il suo paese è entrato nell’Unione europea. «Avrei votato contro l’adesione all’UE anche in Slovacchia», dice, nonostante ammetta che nel suo paese d’origine l’adesione ha permesso una forte crescita economica, «almeno a breve termine».
Oggi ritiene che nei paesi dell’Unione europea ci sia scetticismo e delusione, che manchi l’entusiasmo. «Per i cittadini dell’UE, la Svizzera rimane una sorta di isola di speranza, grazie alla sua democrazia diretta», afferma.
«Una naturalizzazione respinta non è un dramma»
La sua ammirazione per i diritti politici svizzeri è uno dei motivi per il suo impegno nella campagna in favore dell’iniziativa UDC sulle naturalizzazioni. «Dobbiamo dare maggior valore alla cittadinanza svizzera», dice. Per esempio non concedendola facilmente. «Anche molti stranieri ritengono che la Svizzera conceda la sua cittadinanza troppo facilmente», sostiene.
È del resto convinta che una decisione negativa su una naturalizzazione «non sia un dramma». La persona interessata «può sempre rifare la domanda uno o due anni dopo, magari in un altro comune».
Importante per Yvette Estermann è permettere ai comuni di decidere in ultima istanza sulle naturalizzazioni. «Se l’iniziativa sarà approvata, i comuni potranno decidere più liberamente sulle naturalizzazioni, senza sentirsi il fiato dei giudici sul collo».
«Il popolo non voterà mai contro i diritti umani»
La consigliera nazionale è persuasa che con la sua decisione del 2003 sulle naturalizzazioni, il Tribunale federale abbia violato il principio della divisione dei poteri, entrando in un ambito che non è di sua competenza.
E non ammette l’argomento di una possibile arbitrarietà delle decisioni sulle naturalizzazioni con voto segreto. «Allora anche la mia elezione in Consiglio nazionale potrebbe essere considerata arbitraria», dice.
Ai possibili conflitti tra volontà popolare e diritti fondamentali appare poco sensibile. «Così è la democrazia diretta, la maggioranza decide. Se si cominciano a mettere dei limiti a questo principio, non so dove si va a finire»
E se la maggioranza dovesse decidere in senso contrario ai diritti umani? «In un sistema di democrazia diretta sono convinta che non saranno mai prese decisioni contro i diritti umani», risponde Yvette Estermann.
swissinfo, Andrea Tognina
Yvette Estermann è nata nel 1967 a Bratislava, nell’allora Cecoslovacchia, oggi Slovacchia.
Ha studiato medicina nella sua città natale, laureandosi nel 1993.
Dal 1994 è domiciliata a Kriens, nel Canton Lucerna. In Svizzera ha seguito una formazione di medicina omeopatica.
Cittadina svizzera dal 1999, è membro dell’Unione democratica di centro dal 2000. Nel 2007 è stata eletta in Consiglio nazionale (camera del popolo). Nel maggio del 2008 è diventata presidente della sezione lucernese dell’UDC.
L’iniziativa intende reintrodurre la possibilità per i comuni di sottoporre le decisioni di naturalizzazione a votazione popolare senza possibilità di ricorso.
In due sentenze del 2003 il Tribunale federale aveva sancito che questa prassi è anticostituzionale.

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