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Fabrizio Gatti: fu proprio clandestino

Fabrizio Gatti, a sinistra, durante il suo ingresso in Svizzera nel gennaio del 1999 Keystone

La Corte di cassazione ticinese ha parzialmente accolto il ricorso del procuratore generale Luca Marcellini contro l'assoluzione di Fabrizio Gatti, il giornalista italiano entrato illegalmente in Svizzera nel gennaio 1999 per scrivere un reportage.

Fabrizio Gatti, giornalista del «Corriere della Sera», nel gennaio del 1999 aveva attraversato illegalmente la frontiera presso Chiasso, insieme ad un gruppo di profughi del Kosovo ed era stato arrestato dalle guardie di frontiera.

Il suo reportage sulla vicenda, che fece molto scalpore, denunciava il trattamento riservato dalle guardie di frontiera ai profughi, paragonandolo al regime dell’apartheid in Sudafrica.

Il procuratore Marcellini aveva condannato Gatti a una multa di 500 franchi per ingresso illegale in Svizzera. Nel luglio del 1999 il giudice del distretto di Mendrisio aveva tuttavia cancellato la multa. Seguendo le argomentazioni della difesa, basate sul principio della libertà di stampa, il magistrato aveva ritenuto che il giornalista avesse agito per motivi onorevoli e che il solo modo per ottenere informazioni realistiche fosse quello da lui seguito.

Ora la Corte di cassazione ha accettato parzialmente il ricorso di Luca Marcellini contro la sentenza di Mendrisio, confermando l’illegalità dell’ingresso in Svizzera di Gatti. Trattandosi però di una violazione di poco conto, la multa è stata ridotta a 250 franchi.

Il legale di Gatti ha comunque già annunciato un ricorso al Tribunale federale.

swissinfo e agenzie

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