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La lotta contro il riciclaggio passa anche per i tavoli da gioco Keystone

L'apertura di alcune nuove case da gioco in Svizzera potrebbe attirare capitali di provenienza illecita. Ma i gestori sono sul chi vive. E le autorità di controllo anche.

Berna, Lucerna, Baden: in questi ultimi giorni, tre nuove sale da gioco hanno aperto i battenti in Svizzera. Una ghiotta occasione per gli appassionati di roulette e macchinette mangiasoldi – ma anche per eventuali commessi viaggiatori del crimine organizzato, desiderosi di riciclare i proventi di qualche traffico illecito.

“Ma anche le case da gioco sottostanno alla legge federale sul riciclaggio di denaro”, afferma Sandrine Gafner, dell’ufficio di comunicazione in materia di riciclaggio presso il dipartimento di giustizia, “e come le banche sono sottoposte al controllo di un organismo di autoregolazione”.

Nel caso specifico, l’organo di sorveglianza è la Commissione federale sulle case da gioco. Che non solo controlla la provenienza dei fondi investiti dagli azionisti nelle società di gestione, ma pure quella dei soldi giocati dai clienti.

Giocatori e azionisti sotto controllo

“Chi vuole cambiare fiches per più di 15’000 franchi”, spiega il direttore della commissione, Yves Rossier, “deve presentare il passaporto. E i suoi dati personali vengono registrati e conservati”.

“Comunque, per essere certi che le case da gioco non procedano al riciclaggio di denaro”, continua Yves Rossier, “bisogna anche, e soprattutto, conoscere gli investitori ai quali appartengono. Per questo a noi interessa non solo l’identità degli azionisti, ma vogliamo pure sapere chi questi azionisti rappresentano. E se non c’è chiarezza su questi punti, possiamo revocare la concessione d’esercizio”.

Applicata anche ai tavoli da gioco, la nuova legge in vigore dal 1998 promette quindi ulteriori successi nella prevenzione del riciclaggio di denaro. come è già avvenuto in altri settori del mondo finanziario. Ma la sua applicazione non è delle più facili.

Una legge, tante autorità

“In Svizzera”, afferma Dina Balleyguier, che dirige l’autorità di controllo presso il dipartimento delle finanze, “la legge sul riciclaggio di denaro prevede che gli intermediari finanziari come le banche, le fiduciarie e le case da gioco, annuncino i casi sospetti a un apposito organismo, l’Ufficio di comunicazione in materia di riciclaggio di denaro”.

“Ma”, prosegue l’avvocata Balleyguier, “se la legge è una, le autorità d’applicazione sono parecchie”. Le banche, per esempio, sottostanno alla sorveglianza della loro apposita commissione, e anche gli agenti immobiliari hanno un loro organo di controllo, come pure le case da gioco. “E poi ci sono gli altri intermediari finanziari – gestori patrimoniali, avvocati, fiduciari e via dicendo”, spiega ancora la direttrice dell’autorità di controllo, “che non sottostanno a nessuna sorveglianza speciale. E quelli li controlliamo noi. O meglio, controlliamo – laddove esistono – gli organi di autocontrollo delle varie categorie. Una situazione, a dire il vero, abbastanza complicata”.

E la cosa non si semplifica nemmeno quando si scopre un caso di riciclaggio. “L’ufficio di comunicazione, al quale vengono segnalati i casi sospetti, mette in moto le autorità penali, cioè il ministero pubblico della confederazione oppure, a seconda dei casi, una delle autorità cantonali”. E di cantoni, in Svizzera, ce ne sono 26!

Segnalazioni in aumento

I vari controlli stanno tuttavia dando buoni risultati. Da un lato, come sottolinea Dina Balleyguier, “sono nati una dozzina di organismi di autodisciplina delle rispettive categorie, per un totale di oltre 6000 affiliati – vale a dire altrettanti intermediari finanziari che fanno tutto il necessario per combattere il riciclaggio”. E d’altro lato ci sono i risultati concreti, sottoforma di casi reali o sospetti, segnalati all’autorità.

Lo dimostrano i dati citati da Sandrine Gafner, dell’ufficio di comunicazione: “Nel 2001, si è assistito a un netto incremento dei casi sospetti di riciclaggio, che sono stati 417, contro i 311 nel 2000”. Un aumento dovuto al maggior impegno degli operatori finanziari, ma anche alle inchieste avviate dopo gli attentati dell’11 settembre: 95 segnalazioni sono infatti da ricondurre alle liste di persone e organizzazioni sospette pubblicate dalle autorità americane.

Anche espresse in denaro, le cifre della prevenzione contro il riciclaggio in Svizzera sono ragguardevoli: nel 2002 le transazioni segnalate riguardavano somme per un totale di 655 milioni di franchi, mentre l’anno scorso sono stati superati i 2 miliardi e 700 milioni. Grazie soprattutto a segnalazioni da parte delle banche, ma pure – anche se in misura molto minore – dagli altri intermediari finanziari, tra cui le case da gioco.

Fabio Mariani e Jonathan Summerton

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