“Gül favorirà l’integrazione della Turchia”

L'elezione di Abdullah Gül alla carica di presidente della Repubblica turca dovrebbe favorire le relazioni tra la Turchia e l'Europa, come pure tra Ankara e Berna. È questa la visione che emerge da molte reazioni in Svizzera.
Il rappresentante del Partito islamico-conservatore è stato scelto martedì dal parlamento turco, nonostante gli avvertimenti lanciati dai vertici dell’esercito.
L’elezione di Abdullah Gül alla carica di presidente della Turchia è stata accolta con commenti piuttosto “benevoli” in Svizzera.
“Questa scelta contribuisce a migliorare l’immagine della Turchia e dei turchi in Europa e in Svizzera”, dichiara a swissinfo Kahraman Tunaboylu, presidente della comunità turca in Svizzera.
A suo avviso, il nuovo capo dello Stato turco, un uomo politico pragmatico e sostenitore dell’economia di mercato, dovrebbe influenzare in modo positivo le relazioni tra la Svizzera e la Turchia.
“L’elezione di Gül permette ai turchi di compiere un passo per avvicinarsi all’Europa”, afferma Werner van Gent, corrispondente dalla Turchia per la radio svizzero-tedesca DRS. Secondo il giornalista, il nuovo presidente è stato eletto in modo democratico, è un partigiano dell’integrazione europea e si impegna per conciliare la democrazia con il pensiero islamico-conservatore del suo partito.
“È una scelta che favorirà l’integrazione e l’accettazione dei turchi residenti in Svizzera”, si è letto in questi giorni anche sulla stampa elvetica.
Divergenze sulla questione armena
Negli ultimi anni le relazioni tra la Svizzera e la Turchia sono state offuscate da alcune vicende.
Al centro delle divergenze vi è stata innanzitutto la questione del popolo armeno. Nel 2003 il parlamento del canton Vaud aveva deciso di riconoscere il genocidio del popolo armeno, avvenuto all’inizio del 20esimo secolo.
In seguito a questa decisione, le autorità turche avevano cancellato la prevista visita di Micheline Calmy-Rey ad Ankara. Solo nel marzo 2005 la ministra degli affari esteri ha potuto compiere il suo viaggio di lavoro in Turchia.
Malumori da parte turca avevano sollevato anche le inchieste avviate in Svizzera nei confronti dello storico Yusuf Halacoglu. Il cittadino turco avrebbe violato nel 2004 la legge contro il razzismo, pronunciando un discorso sul territorio elvetico, in cui relativizzava il genocidio del popolo armeno.
Caso Perinçek
Un caso analogo, quello di Dogu Perinçek, ha rischiato di suscitare pochi mesi fa ulteriori tensioni tra i due paesi. Il capo del Partito turco dei lavoratori è stato processato nel marzo scorso a Losanna per aver negato il genocidio armeno.
Quale ministro degli affari esteri, Abdullah Gül si è mostrato piuttosto riservato in merito alla questione armena. Tuttavia, secondo Werner Van Gent, con il nuovo governo turco sarà probabilmente più facile abbordare temi considerati finora tabù.
“Gül è cosciente del fatto che la questione armena, come pure quella del popolo curdo, rappresentano un ostacolo all’avvicinamento della Turchia all’Europa”, ritiene il corrispondente della radio svizzera.
Da parte sua, il Dipartimento federale degli affari esteri, si è congratulato con Gül per la sua elezione, ma non vuole esprimere commenti su questa scelta.
“I rapporti tra la Turchia e la Svizzera sono oggi molto buoni e solidi”, si limita a sottolineare il DFAE.
swissinfo, Corinne Buchser
(traduzione di Armando Mombelli)
Il 28 agosto scorso il parlamento turco ha eletto il ministro degli esteri Abdullah Gül alla carica di capo dello Stato, quale successore di Ahmet Necdet Sezer.
Si tratta del primo presidente che appartiene ad uno schieramento politico di matrice religiosa, il Partito islamico moderato per la giustizia e lo sviluppo (Akp).
Gül ha promesso di salvaguardare i poteri dell’esercito, i cui dirigenti erano contrari alla nomina del nuovo presidente.
In Svizzera vivono 80’000 persone provenienti dalla Turchia.
Circa 1500 cittadini elvetici risiedono invece sul territorio turco.
Secondo i dati della Segreteria di Stato dell’economia (SECO), nel 2005 le esportazioni dalla Svizzera verso la Turchia hanno raggiunto un valore di 4,9 miliardi di franchi.
Nello stesso anno la Svizzera ha importato beni dalla Turchia per 707 milioni di franchi.
Con i suoi 70 milioni di abitanti, la Turchia offre un’enorme potenziale di crescita economica. Tra il 2003 e il 2006, il Prodotto interno lordo è salito da 3400 a 5400 dollari pro capite.

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