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I due svizzeri sempre in ostaggio in Yemen

Le forze di sicurezza yemenite di pattuglia nella capitale Sana'a Keystone

Gli elvetici sequestrati lunedì sono sempre nelle mani dei rapitori, stando a quanto hanno indicato a swissinfo, smentendo la notizia della loro liberazione.

Uno dei due ostaggi ha dichiarato che i rapitori li stanno trattando bene.

Il rapimento è avvenuto mentre i due coniugi svizzeri stavano viaggiando nella provincia di Marib assieme ad una guida locale e a un autista.

Raggiunto telefonicamente in una località sconosciuta della regione, lo svizzero, che ha rifiutato di rivelare la sua identità, ha dichiarato a swissinfo: «Siamo trattati bene e stiamo aspettando che venga trovata una soluzione; non voglio aggiungere nient’altro fino a quando potremo rientrare nel nostro albergo».

L’uomo non vuole rivelare la sua identità e quella della moglie prima di aver avuto la possibilità di informare le rispettive famiglie.

Le richieste dei rapitori

La coppia è stata rapita da un uomo della regione, che domanda il rilascio del fratello adolescente, apparentemente arrestato tre settimane fa per aver masticato del khat – una droga stimolante – durante il Ramadan.

Il rapitore, che ha detto chiamarsi Hasan Hamad Salem Al Thamen, ha dichiarato a swissinfo che il fratello, nel frattempo trasferito in una prigione della capitale Sana’a, è inoltre accusato di aver venduto un’auto rubata.

I rapitori hanno deciso di sequestrare i turisti svizzeri per fare pressione sulle autorità.

Per bocca del suo responsabile della comunicazione Jean-Philippe Jeannerat, il Ministero svizzero degli affari esteri ha confermato che i due stanno bene e ha indicato che il consolato elvetico nel paese si è attivato per cercare di ottenere la loro liberazione.

Nessuna minaccia

La guida e interprete della coppia, Amer Al Deen Al Hawthy, pure lui nelle mani dei rapitori, ha dichiarato a swissinfo che i sequestratori «sono brave persone… ospitali e ci stanno trattando bene».

«Non abbiamo visto nessun attitudine minacciosa. Stanno cooperando e stanno negoziando con le autorità».

Il sequestratore ha dal canto suo assicurato che «nulla succederà alla coppia, ma vogliamo mettere in guardia le autorità yemenite: se le loro truppe cercheranno di attaccarci dovranno assumersi la responsabilità di quanto accadrà agli ostaggi».

I rapimenti sono assai frequenti

La coppia è stata rapita mentre stava scoprendo il paese grazie a un tour organizzato venduto dall’agenzia viaggi zurighese Holiday Maker.

Il proprietario dell’agenzia, Plinio Raselli, ha affermato che il sito internet della sua società non informa i turisti sui potenziali pericoli dei viaggi nello Yemen.

«È da 15 anni che offriamo pacchetti viaggio nello Yemen e questa è la prima volta che succede una cosa simile», ha aggiunto Raselli, confermando però di essere al corrente degli avvertimenti pubblicati dal Ministero degli esteri svizzero, che mette in guardia sui rischi di un viaggio nella regione.

Nello Yemen i turisti sono spesso presi di mira dai gruppi tribali armati. Il controllo del governo su diverse aree è assai debole. Normalmente, però, i turisti sono poi rilasciati sani e salvi dopo un negoziato.

swissinfo, Dale Bechtel and Elham Manea

In seguito alle tensioni tribali e ai rischi di rapimento, il Dipartimento federale degli affari esteri raccomanda di non viaggiare da soli e senza guida nello Yemen.
Negli ultimi anni, numerosi turisti sono stati rapiti da gruppi tribali, che cercavano di ottenere danaro o la liberazione di parenti detenuti dalle autorità.
L’agenzia viaggi svizzera Holiday Maker, presso la quale la coppia rapita ha acquistato il pacchetto, ha tra 30 e 50 clienti all’anno che si recano nello Yemen.

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