Il Comitato internazionale della Croce Rossa alla ricerca del nuovo emblema

Circa 300 rappresentanti ed osservatori degli stati membri della Convenzione di Ginevra discutono martedì e mercoledì nella città sul Lemano le proposte per un nuovo emblema del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR).
Un dibattito con aspetti politici, religiosi e culturali vecchio quasi quanto l’organizzazione stessa. La riunione si svolge sotto la presidenza dell’ambasciatore Nicolas Michel, capo della Direzione del diritto pubblico internazionale del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). Quale stato depositario della Convenzione di Ginevra, toccherà infatti alla Svizzera convocare una conferenza diplomatica per adottare un nuovo emblema.
Questa potrebbe aver luogo il 25 e 26 ottobre prossimi, se le consultazioni in corso daranno esiti positivi. All’apertura della riunione il CICR ha presentato test di visibilità degli emblemi realizzati dall’esercito svizzero. La discussione riguarda valori politici, religiosi e culturali, l’unità dell’organizzazione e il diritto degli stati membri ad avere un proprio logo.
L’emblema del CICR, una croce rossa su sfondo bianco, venne introdotto nel 1863 come simbolo unitario delle strutture e del personale dell’organizzazione umanitaria. L’anno seguente i 16 paesi membri si impegnano al rispetto di questo emblema, che rappresenta la neutralità della Croce Rossa.
Durante la guerra turco-russa del 1876-78, gli ottomani sostituirono per motivi religiosi la mezzaluna rossa alla croce. Oltre 25 stati islamici ne hanno poi nel corso degli anni seguito l’esempio. Sempre alla fine dello scorso secolo la Persia (l’odierno Iran) pretese l’introduzione del leone rosso.
Ma solo dal 1929 questi due emblemi vennero ad aggiungersi ufficialmente alla croce rossa. Dal 1980, però, il leone non è più utilizzato e l’Iran, come gli altri paesi islamici, adotta la mezzaluna.
Nel 1949, appena fondato, lo stato di Israele chiese il riconoscimento della stella di Davide rossa. Nel 1977 fu invece l’India a domandare l’introduzione di un proprio emblema, ma in entrambi i casi senza successo.
Ora si cerca una soluzione favorevole a tutti. Da una parte l’organizzazione umanitaria vorrebbe un emblema unico, utilizzato e rispettato da tutte le parti coinvolte in un conflitto. Dall’altra, non ammettere certe società contraddirebbe l’esigenza di universalità del CICR.
Per giungere ad un compromesso accettabile da tutti, sono state fatte due proposte che propongono un terzo simbolo: la prima è un rombo o un diamante rosso, ma non ha ottenuto molti consensi. La seconda presenta un nuovo simbolo nella forma di due «V» rosse poggiate una sopra l’altra. Nello spazio nel mezzo si potrebbero poi mettere altri simboli secondo le esigenze nazionali, come la stella di Davide, la croce o la mezzaluna.
swissinfo e agenzie

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