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Il mistero dei turisti spariti nel Sahara

I quattro svizzeri viaggiavano senza guida al momento della scomparsa Keystone Archive

Rimane un enigma la sorte dei 32 turisti scomparsi dalla metà dello scorso febbraio nel deserto algerino.

L’unica certezza è che tutti gli ostaggi sono vivi: lo ha affermato lunedì a Berna l’ambasciatore Blaise Godet, al rientro da una missione ad Algeri.

“Tutte le ipotesi sulla scomparsa dei nostri quattro connazionali e degli altri 28 turisti a partire dallo scorso 17 febbraio nel Sahara algerino, sono prese in considerazione dal Ministero degli interno algerino”.

L’ambasciatore Blaise Godet, responsabile della Direzione politica del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), fa il punto alla situazione al rientro dalla missione di quattro giorni ad Algeri, dove si è recato dal 7 al 10 maggio e dove ha incontrato, tra gli altri, il capo della diplomazia algerina Abdelaziz Balkhadem.

I 31 turisti svaniti nel nulla erano impegnati in gruppi separati in escursioni nel deserto algerino in un territorio delimitato, grosso modo, dal triangolo Ouargla (800 chilometri a sud di Algeri), Djanet (1.700 chilometri a sud-est) e Tamanrasset (1.900 chilometri a sud).

L’ipotesi prevalente del sequestro

Sulla sorte dei quattro svizzeri e degli altri 28 turisti scomparsi si sono fatte varie congetture, fra cui un sequestro da parte di gruppi criminali o di formazioni di terroristi islamici.

Il rapimento appare la pista privilegiata in questo momento anche dagli inquirenti algerini. Lo stesso Ministero dell’interno di Algeri parla apertamente di sequestro, anche se sostiene di non essere in contatto con i rapitori.

Godet non ha voluto fare commenti sulla missione dei due ispettori inviati in Algeria dal Dipartimento federale di giustizia e polizia per prender parte alle indagini degli investigatori algerini.

Linea diretta con Algeri

La missione dell’ambasciatore Godet in Algeria ha consentito di rafforzare i legami ad alto livello fra Berna ed Algeri.

Godet ha ricevuto la garanzia che le autorità elvetiche saranno regolarmente informate degli sviluppi riguardanti la scomparsa dei 32 turisti.

Nel corso della visita il diplomatico elvetico ha constato che «le autorità algerine prendono sul serio la vicenda e fanno tutti gli sforzi per ritrovare i turisti dispersi».

Mobilitata anche Berlino

Nella capitale algerina lunedì è volato anche il ministro tedesco degli esteri Joschka Fischer, che si è intrattenuto con le autorità algerine.

Il numero più consistente di turisti in mano ai rapiti – quindici – è di nazionalità tedesca. Per questo il capo della diplomazia di Berlino ha incontrato, oltre al collega algerino Abdelaziz Balkhadem, il presidente del Paese nordafricano Abdelaziz Bouteflika.

La missione ad Algeri di Joschka Fischer fa seguito a quella effettuata di recente nella stessa capitale algerina dal ministro dell’interno tedesco Otto Schily.

Situazione bloccata

Nelle scorse settimane ci sono stati momenti in cui la soluzione della vicenda sembrava vicina. I giornali locali, ma anche fonti diplomatiche e governative, lasciavano intendere che i turisti erano tenuti prigionieri da qualche parte nel deserto, o forse già trasferiti a gruppi verso la frontiera del Mali.

Ma ora la situazione appare bloccata e nonostante le autorità algerine abbiano messo in campo ingenti forze e mezzi per le ricerche, nulla di certo si sa della sorte degli scomparsi.

Alcuni dei mezzi con cui i turisti stavano attraversando il Sahara sono stati ritrovati. Ai veicoli sono state rubate batterie, gomme ed ogni altra cosa asportabile. Trovati anche vestiti ed effetti personali, ma nessun corpo, come sarebbe normale se i turisti si fossero smarriti per una tempesta di sabbia e poi morti disidratati e di stenti.

Rapimento, dunque, ma per il momento non si ha notizia certa di alcuna rivendicazione o richiesta di riscatto.

swissinfo e agenzie

Linea diretta tra Svizzera ed Algeria per cercare di risolvere il mistero dei turisti scomparsi nel nulla mentre si trovavano nel deserto algerino.

È il frutto principale della missione di quattro giorni ad Algeri dell’ambasciatore Blaise Godet, responsabile della Direzione politica del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).

Quattro dei 32 turisti scomparsi sono svizzeri.

32, i turisti europei scomparsi nel Sahara algerino
4, gli svizzeri di cui non si ha più traccia
17 febbraio, data probabile della scomparsa

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