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Il sì del governo all’armonizzazione degli assegni familiari

Una famiglia con molti figli al momento della consegna di una petizione di fronte alla Cancelleria federale Keystone

La nuova Legge federale sugli assegni familiari consente, secondo il consigliere federale Pascal Couchepin, di ridurre le disparità cantonali e porta un'armonizzazione a livello nazionale.

Il ministro dell’interno ha presentato giovedì la posizione del governo e ha di fatto lanciato la campagna in vista della votazione del 26 novembre.

Attualmente, in materia di allocazioni familiari, vigono in Svizzera 26 regolamenti cantonali. Una situazione che il consigliere federale Pascal Couchepin ha definito «confusa» e «poco trasparente».

«In un mondo di mobilità dove spesso entrambi i genitori lavorano, talvolta in cantoni diversi, il problema deve essere regolato», ha affermato il ministro liberale radicale.

A nome del Consiglio federale, Couchepin ha così lanciato la campagna in favore della nuova Legge sugli assegni familiari (LAFam), a due mesi dalla votazione popolare.

Assegni per tutti i salariati

La LAFam stabilisce il diritto agli assegni per tutti i salariati, compresi quelli a tempo parziale e le persone senza attività lucrativa. I lavoratori indipendenti non riceveranno invece alcun sostegno, a meno che i singoli cantoni non decidano altrimenti.

La nuova legge fissa pure un importo minimo per le allocazioni. Questo ammonta a 200 franchi per figlio sotto i 16 anni ed a 250 franchi per figlio in formazione fra i 16 e i 25 anni.

«Al contempo lascia però una certa autonomia di impostazione ai Cantoni, che sono liberi di stabilire importi superiori e adeguamenti periodici», ha osservato il consigliere federale.

Costi supplementari contenuti

I costi supplementari dell’armonizzazione a carico dei datori di lavoro sono valutati a 455 milioni di franchi, ovvero lo 0,2% della massa salariale svizzera. Per lo Stato le uscite dovrebbero aggirarsi sui 138 milioni.

Secondo il capo dell’Ufficio federale delle assicurazioni sociali, Yves Rossier, tenuto conto del calo della natalità, l’aumento totale reale dei costi quando la legge entrerà in vigore (prevedibilmente nel 2009) dovrebbe invece aggirarsi attorno ai 450 milioni di franchi.

Questo incremento è in ogni caso modesto, se confrontato alla fattura totale degli assegni familiari in Svizzera (4 miliardi per il 2006).

Ciò «non giustifica dunque un’opposizione di principio», ha rilevato Couchepin, alludendo al padronato che ha lanciato il referendum.

swissinfo e agenzie

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Gli assegni famigliari variano tra i 150 e i 444 franchi a seconda del cantone.
Attualmente, 9 cantoni su 26 versano già oltre 200 franchi al mese (183 franchi invece in Ticino).
In Svizzera il tasso di natalità è attualmente di 1,4 figli per donna.

L’importo degli assegni famigliari in Svizzera è fissato autonomamente da ogni cantone.

La proposta di armonizzare l’importo minimo degli assegni famigliari a livello nazionale risale ad un’iniziativa parlamentare inoltrata 15 anni fa.

Nel 2004, il sindacato Travail Suisse aveva lanciato un’iniziativa che chiedeva un assegno di 450 franchi al mese per ogni figlio.

Le Camere federali hanno invece adottato nel marzo 2006 un controprogetto: 200 franchi per figlio. Travail Suisse si è poi allineato al Parlamento, ritirando la sua iniziativa.

Sul tema si esprimerà il popolo il prossimo 26 novembre, in quanto nel mese di luglio gli ambienti padronali avevano depositato un referendum contro la modifica legislativa.

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