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L’alimentazione in tutte le sue salse

L'Alimentarium offre un ricco menu di conoscenze che combinano alimentazione e cultura. Alimentarium

L’Alimentarium, il Museo dell'alimentazione di Vevey, permette di ritrovare il senso e riscoprire il gusto del nostro rapporto quotidiano con la cucina e il cibo.

Un’occasione per confrontare le nostre abitudini alimentari con quelle di altri continenti e di altri popoli della storia.

Nei primi anni 1860, Henry Nestlé, un farmacista di Vevey di origini germaniche, inventa il latte condensato. È una rivoluzione. Difficile da conservare, fino ad allora il latte è relativamente poco utilizzato nell’alimentazione europea, soprattutto nelle città.

E, a quei tempi, la mancanza di soluzioni alimentari sostitutive del latte materno – non sempre disponibile o assimilabile – rappresenta ancora una delle cause principali dell’alta mortalità infantile. Un bambino su cinque, in Svizzera.

Nel 1867, a Vevey, la farina lattea dell’ingegnoso farmacista e commerciante permette di salvare un bambino, nato precocemente, che rifiuta il latte materno e qualsiasi altro prodotto alimentare.

La notizia rimbalza in tutta la regione. Nel giro di pochi anni, il latte condensato conquista il mercato svizzero e poi quello mondiale.

Dopo il latte seguono il cioccolato, il caffè in polvere, i gelati e il “functional food”: oggi Nestlé è la più grande azienda svizzera e figura tra i 30 più importanti gruppi mondiali.

Tra un’acquisizione e l’altra, nel 1985 il colosso di Vevey si offre anche un museo. Non poteva essere che un museo sull’alimentazione: l’Alimentarium situato in uno splendido edificio neoclassico sulle sponde del Lemano.

Alimentazione e cultura

“Non è un museo aziendale, nel senso che non parliamo di Nestlé, ma dell’alimentazione nei vari risvolti che interessano l’umanità”, precisa Martin R. Schärer, direttore dell’Alimentarium.

Il tema dell’alimentazione è così vasto che nemmeno il museo di un gigante mondiale del settore può permettersi di affrontare in modo esauriente.

Dalla preistoria alle grandi civiltà, dal Medioevo alla Rivoluzione industriale fino ai nostri giorni, nell’alimentazione non si rispecchia soltanto la lotta per la sopravvivenza, ma anche la cultura dei popoli nel corso dei secoli e dei millenni.

“Soprattutto negli ultimi tempi, l’alimentazione ha assunto un ruolo sociale sempre più importante. Pensiamo soltanto alle questioni dell’igiene e della sicurezza alimentare, alle mode gastronomiche o all’obesità”, spiega Martin R. Schärer.

Di fronte alla vastità del tema, i curatori del museo hanno quindi scelto di spiegare il complesso rapporto tra l’uomo e l’alimentazione, partendo da quattro temi apparentemente semplici: produrre/comperare, cucinare, mangiare e digerire.

I segreti della conservazione

“Tra i grandi cambiamenti dell’alimentazione vi è stato il passaggio della produzione dalla cucina alla fabbrica: oggi, con il cosiddetto ‘convenience food’, una buona parte dei cibi viene prodotta a livello industriale”, fa notare il direttore dell’Alimentarium.

Una tendenza che ha sicuramente impoverito la cultura gastronomica. Ma, nel contempo, le nuove tecniche di produzione e di conservazione – dai cibi in scatola a quelli congelati – hanno ridotto nell’ultimo secolo la dipendenza dell’uomo nei confronti della natura e, quindi, i rischi di carestie.

Ancora nel Medioevo, ricorda il museo, la fame era legata ai capricci del tempo o a grandi parassiti. Se oggi vi sono ancora 800 milioni di persone malnutrite è soprattutto un problema dovuto alla ripartizione delle ricchezze mondiali.

Ma, già prima del latte condensato, l’uomo conosceva diversi metodi di conservazione dei prodotti alimentari. L’esposizione permette di scoprire e capire i segreti della fermentazione, dell’essiccazione, della salatura o della concentrazione.

La fine delle stagioni

La rinuncia all’alimentazione non è sempre dovuta soltanto alla fame: spesso è dettata anche da regole sociali o da dottrine religiose. Numerose religioni vietano alcuni cibi o prescrivono dei periodi di dieta.

L’Alimentarium offre, in quest’ambito, anche la possibilità di gettare uno sguardo sull’alimentazione nel nostro pianeta e di paragonare le nostre abitudini alimentari con quelle di altri popoli.

Un invito anche alla tolleranza, secondo Martin R. Shärer: “Questo confronto con le gastronomie di altre regioni del mondo permette di capire l’importanza della varietà a livello mondiale, relativizzando le nostre scelte. Ciò che noi apprezziamo e mangiamo rappresenta soltanto una possibilità, tra le tante”.

Tanto più che, come ricorda l’esposizione, molti nostri prodotti alimentari correnti hanno le loro radici in altri continenti. Oppure vengono importati ogni giorno da paesi lontani.

“Un altro dei grandi cambiamenti dell’alimentazione negli ultimi decenni è proprio legato al fatto che una buona parte dei generi alimentari non hanno più una stagione”, osserva il direttore dell’Alimentarium.

Il risveglio dei cinque sensi

Soprattutto nei paesi più favoriti, l’alimentazione è spesso sinonimo di piacere. La buona cucina risveglia i cinque sensi, provocando sensazioni gradevoli.

L’esposizione offre quindi la possibilità di mettere alla prova i nostri sensi, cercando di ritrovare o indovinare gusti, profumi, colori e perfino i rumori del cibo tra i nostri denti.

Non meno importante e interessante, ai nostri giorni, il capitolo dedicato alla digestione e alla malnutrizione: dagli effetti del cibo sul corpo e sulla nostra salute fino agli eccessi alimentari.

Un’ulteriore occasione per rivedere il nostro rapporto con l’alimentazione, come osserva Martin R. Schärer. “Personalmente mi considero soddisfatto, se l’esposizione permette al visitatore di riscoprire l’importanza dell’alimentazione, troppo spesso banalizzata dal nostro modo di vivere”.

swissinfo, Armando Mombelli

1985: inaugurazione dell’Alimentarium a Vevey.
2002: riapertura dopo un anno di trasformazione dell’edificio e dell’esposizione permanente.
Il museo attira circa 70’000 visitatori all’anno.

L’Alimentarium propone un’esposizione temporanea all’anno e una mostra permanente suddivisa in 4 capitoli: produrre/comperare, cucinare, mangiare e digerire.

Il Museo vuole illustrare innanziutto le complesse relazioni storiche, sociali, psicologiche e fisiche che legano l’essere umano e l’alimentazione.

Ai visitatori è data, tra l’altro, la possibilitä di seguire il lavoro di un équipe di cuochi, partecipando alla preparazione del proprio pranzo.

Finanziato all’80% dalla Fondazione Nestlé, l’Alimentarium dispone di un budget annuo di oltre 2 milioni di franchi.

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