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La crociata dell’UDC contro l’Europa

Ueli Maurer, presidente dell'UDC, punta il dito contro gli accordi con l'Unione europea Keystone

Durante l’assemblea di partito, i delegati dell’Unione democratica di centro hanno esortato il governo a ritirare la richiesta di adesione all’Unione europea.

Secondo il presidente del partito di destra nazionalista Ueli Maurer, gli accordi di Schengen/Dublino favorirebbero l’aumento in Svizzera di criminalità e disoccupazione.

La Svizzera ha sempre più bisogno dell’UDC: con questa affermazione il presidente del partito Ueli Maurer ha aperto sabato a Interlaken l’assemblea dei delegati dell’Unione democratica di centro, criticando la mancanza di coraggio del Consiglio federale e del Parlamento, che non osano avviare correzioni decisive nella loro politica.

Gli oltre 400 delegati dell’UDC hanno approvato a larga maggioranza una risoluzione in favore di una politica estera autonoma, nella quale si esorta il Consiglio federale a ritirare la richiesta di adesione all’Unione europea (Ue).

L’UDC osserva con preoccupazione i continui sforzi del governo di guidare la Svizzera verso l’Ue. In realtà, secondo i delegati, la Confederazione non è in grado di trattare a livello bilaterale in maniera credibile se allo stesso tempo continua a lanciare segnali che tradiscono la sua intenzione – prima o poi – di aderire all’Ue.

In particolare, è stata inoltre riaffermata l’opposizione agli accordi di Schengen (sicurezza) e di Dublino (asilo).

Decisione al popolo

Secondo il partito di destra nazionalista, gli accordi comporterebbero un aumento della criminalità, del lavoro nero e della disoccupazione in Svizzera.

Non è stato dunque un caso che l’UDC abbia indetto l’assemblea nel canton Berna: la sezione bernese, assieme a quella dei Grigioni, si era infatti distanziata dal partito decidendo in febbraio di appoggiare gli accordi di Schengen/Dublino.

Contro i due accordi è stato lanciato un referendum: giovedì il Comitato svizzero d’azione contro l’adesione a Schengen/Dublino, guidato dall’UDC, ha consegnato alla Cancelleria federale 86’000 firme. Il popolo sarà chiamato alle urne il 5 giugno.

Finti progressi

Parlando del funzionamento della politica svizzera, Ueli Maurer ha affermato che il Parlamento interviene ad esempio in favore di crediti miliardari per lo sviluppo di ferrovie all’estero mentre le principali linee elvetiche vengono trascurate.

Con la tassa sul CO2 – ha aggiunto Maurer – il Consiglio federale cerca dal canto suo di fare introdurre, dalla porta di servizio, una nuova imposta che peserà sulla crescita economica del paese.

Anche nella revisione della Legge sull’assicurazione malattie (LAMal) si avanza solo a “piccoli passettini”, perché manca un progetto chiaro. La revisione dell’AI (assicurazione invalidità) è invece impantanata perché, ha indicato il presidente del partito, “si continua a tollerare i finti invalidi”.

Tutto ciò viene spacciato al popolo come progresso, ha criticato Maurer, per il quale “chi è interessato a rendere lo Stato nuovamente finanziabile per le future generazioni dovrà invece opporsi a questi presunti progressi”. Evolvere – ha detto – vuol piuttosto dire prendere coscienza della propria responsabilità e farsi garanti di uno Stato snello, che non si mandi in rovina da solo.

Contenti della legge sull’asilo

Secondo Ueli Maurer vi sono invece alcuni barlumi di speranza nella politica sull’asilo: la legge elaborata nel corso dell’ultima sessione parlamentare (che prevede inasprimenti su tutta la linea) va nella giusta direzione.

La decisione del Tribunale federale – secondo cui i richiedenti l’asilo colpiti da una decisione di non entrata in materia hanno diritto ad aiuti urgenti anche se non collaborano al proprio rimpatrio – non fa altro che generare incomprensioni, ha aggiunto il presidente dell’UDC. Se sarà necessario il partito interverrà per fare in modo che anche il popolo abbia l’opportunità di dire la sua a proposito.

Maurer non ha lesinato critiche neppure alle Chiese e agli enti assistenziali, rei a suo modo di vedere di aver utilizzato “orrendi dati sull’asilo” ai loro scopi. Anche queste istituzioni dovrebbero attenersi alle regole di uno Stato di diritto.

swissinfo e agenzie

L’adesione a Schengen/Dublino fa parte del secondo pacchetto di otto accordi bilaterali negoziati tra Svizzera e Unione europea.

L’accordo di Schengen prevede una collaborazione tra gli Stati nel settore della giustizia e della polizia, in particolare nella lotta al crimine organizzato e al traffico di armi e droga.

L’accordo di Dublino riguarda invece il diritto d’asilo. Si tratta di evitare che un richiedente possa depositare più di una domanda d’asilo in paesi diversi.

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