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La speranza di un nuovo Hamas

I sostenitori di Hamas festeggiano la vittoria alle elezioni legislative Keystone

I militanti pro palestinesi e gli ebrei svizzeri sperano che la vittoria di Hamas alle legislative palestinesi spinga il movimento a scendere a compromessi.

In Svizzera, molti credono che l’organizzazione palestinese si impegnerà in favore di una politica rispettabile e che rinuncerà alla violenza.

Giovedì mattina Hamas ha proclamato la vittoria nelle elezioni legislative, le prime dopo 10 anni. Il premier in carica, Ahmed Qureia, dirigente storico di Al-Fatah, ha ammesso pubblicamente la sconfitta rassegnando le dimissioni e dichiarando che sta ora al gruppo radicale islamico formare il nuovo governo.

La vittoria di Hamas, non ancora ufficializzata, ha suscitato molte reazioni in tutto il mondo e anche in Svizzera, paese che negli ultimi tempi si è adoperato molto per dare il suo contributo alla risoluzione del conflitto che da decenni insanguina la regione.

Verso un nuovo Hamas?

Nel suo messaggio, Hamas ha sottolineato la volontà di creare una nuova collaborazione politica in Palestina. Questa collaborazione deve tener conto di tutti i gruppi della società palestinese e deve fondarsi sul consenso dell’intera nazione.

Secondo Victor Kocher, corrispondente del quotidiano “Neue Zürcher Zeitung” in Medio Oriente “sembrerebbe che Hamas stia aprendo le porte al pluralismo politico”.

Tuttavia, prosegue Kocher, “Non penso che l’organizzazione islamica abbandonerà la lotta armata. Forse rinuncierà agli attacchi contro i civili israeliani, cosa che peraltro ha già fatto in passato, ma continuerà quelli contro l’esercito dello stato d’Israele”.

Sul futuro della regione Kocher ritiene che “Israele continuerà la sua politica unilaterale di annessione della striscia di Gaza, dove si trova la maggior parte delle colonie israeliane”.

Lo sguardo svizzero sul Medioriente

La vittoria di Hamas cambierà radicalmente la situazione in Medio Oriente, secondo il politologo di Losanna Ahmed Benani.

«Dopo essersi imposto sul terreno con la forza, Hamas ha conquistato legittimità attraverso le urne» ha sottolineato Benani, presidente dell’Osservatorio internazionale della Palestina (OIAP).

“Finora in Palestina aveva prevalso la politica americana. Gli Stati Uniti hanno cercato di esportare il loro modello di democrazia e di pace. I risultati odierni sanciscono il fallimento di questo tentativo di egemonismo” ha confidato a swissinfo Benani.

“Ora il campo è aperto all’Unione Europea e alla Svizzera, che dopo l’Iniziativa di Ginevra potrà continuare ad offrire i propri buoni uffici in una regione dove gode di un certo rispetto” aggiunge.

La Svizzera ha sostenuto attivamente il buon svolgimento delle elezioni, mettendo a disposizione sette osservatori – due a lungo termine, cinque a breve termine – che collaborano alla missione dell’Unione europea. Inoltre, due parlamentari elvetici fanno parte del gruppo di monitoraggio del Consiglio d’Europa.

Soddisfazione in Palestina

L’associazione Svizzera-Palestina, per bocca del suo presidente Daniel Vischer, spera che la vittoria di Hamas aumenti la pressione sul governo israeliano affinché faccia maggiori concessioni ai palestinesi.

Secondo Vischer il voto è la dimostrazione che i palestinesi non si lasciano influenzare né dagli israeliani, né dagli americani e neppure dagli europei. “Ora anche Israele deve accettare la decisione del popolo palestinese e riconoscere la vittoria di Hamas”.

Anche tra i palestinesi residenti in Svizzera c’è soddisfazione e speranza per la vittoria del movimento islamico. Secondo Assad Abu Laban, palestinese che vive a Ginevra da 15 anni e militante di Al-Fatah, la vittoria di Hamas “denota il desiderio di cambiamento dei palestinesi sul piano politico, sociale ed economico”.

Per Alain Bittar, proprietario della libreria araba “l’Olivier” a Ginevra, “la leadership politica palestinese del Fatah sta tirando le proprie somme. D’altra parte, ciò che sta succedendo oggi è anche responsabilità degli stessi Israeliani”.

La speranza israeliana

Da parte loro, gli israeliani sperano che l’ascesa al potere induca Hamas a mutare atteggiamento nei confronti dello Stato ebraico.

Come conferma Alfred Donath, presidente della federazione svizzera delle comunità israelite, “la responsabilità di condurre governo, potrebbe portare Hamas a mutare la sua posizione nei confronti di Israele”.

Per Donath il risultato delle urne apre nuove prospettive: “Mi aspetto che Hamas smetta di usare la violenza e che prenda anche le distanze dall’obiettivo dichiarato di distruggere Israele”.

Per Yves Kugelmann, redattore capo del settimanale ebraico Tachles, pubblicato in Svizzera, “I palestinesi hanno votato democraticamente e scelto Hamas non perché è un’organizzazione terroristica, ma per altre ragioni”. “E Israele non può ignorare la volontà del popolo palestinese”.

swissinfo e agenzie

L’organizzazione radicale Hamas ha conquistato giovedì 76 dei 132 seggi al parlamento palestinese.
Il movimento Fatah del presidente Mahmoud Abbas ha annunciato che si schiererà all’opposizione.

Il dipartimento degli affari esteri elvetico (DFAE), è favorevole alla partecipazione di tutte le forze politiche palestinesi al processo di democratizzazione.

A condizione però che aderiscano agli accordi di pace di Oslo.

Hamas non è bandito in Svizzera. L’unico movimento proibito nella Confederazione è Al Qaeda, l’organizzazione di Osama Bin Laden.

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