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La zanzara tigre è arrivata in Ticino

La zanzara tigre è entrata in Ticino da sud. students.fct.unl.pt

Per la prima volta, la zanzara che in Asia veicola la terribile febbre dengue è stata avvistata in Ticino.

Dedicato alla proliferazione delle malattie trasmesse dall’animale all’uomo, è in corso a Bellinzona il congresso europeo della “Società per l’ecologia dei vettori”.

E’ la seconda volta che il Ticino, più precisamente l’Istituto cantonale di microbiologia del dipartimento di sanità, accoglie le assise della Società per l’ecologia dei vettori.

Da mercoledì a sabato, circa 150 specialisti venuti da tutto il mondo si ritrovano a Castelgrande per fare il punto sulla diffusione e la trasmissione di malattie dall’animale all’uomo.

Un rischio già paventato

“Il congresso si chinerà soprattutto sulla proliferazione delle zanzare tigri e la loro prima localizzazione in Ticino”, spiega a swissinfo Raffaele Peduzzi, direttore dell’Istituto cantonale di microbiologia di Bellinzona.

Il rischio che la famigerata zanzara tigre, portatrice della dengue, febbre tropicale che può essere letale, potesse varcare il confine italo-svizzero era già stato paventato la scorsa primavera dall’Istituto di microbiologia.

Complice il clima tropicale di questi ultimi mesi e l’alto tasso di umidità, i primi esemplari di zanzara tigre – un insetto molto più grosso della comune zanzara e la cui puntura è molto più dolorosa – sono stati localizzati quest’estate nel sud del Ticino.

L’insetto però non ha fatto in tempo a varcare il Gottardo.

“Siamo immediatamente corsi ai ripari e, con l’ausilio di prodotti biologici efficienti, abbiamo provveduto a decisi interventi di eradicazione” sottolinea Flavio Guidotti del dipartimento della sanità del canton Ticino.

Impedire il diffondersi delle malattie

Raffaele Peduzzi relativizza i rischi. “Il congresso di Bellinzona”, aggiunge però Peduzzi, “vuole fare il punto sulla lotta ai vettori di malattie tropicali. Cercheremo le misure più adeguate per impedire il diffondersi di tali malattie”.

A Bellinzona si parlerà quindi di dengue e malaria (quest’ultima causa ben due milioni di morti all’anno nel mondo) così come dei virus portati dalle zecche.

In quest’ambito, il cantone Ticino ha svolto uno studio alcuni mesi or sono. Le zecche sono in aumento in tutta la Svizzera e le malattie da loro trasmesse vanno combattute senza indugio.

Sfide globali

Il congresso propone una quarantina di conferenze divise in più settori. La sessione sarà aperta dal professore Marcel Tanner, direttore dell’Istituto delle malattie tropicali di Basilea.

Oltre che dall’Istituto di microbiologia di Bellinzona, i lavori sono stati organizzati dall’Istituto di microbiologia della Scuola politecnica federale di Zurigo.

Alcuni responsabili dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e dell’Istituto di malattie tropicali di Basilea vi prenderanno parte.

“Bisogna ricordare” dice ancora Raffaelle Peduzzi “che a causa dei cambiamenti climatici e della globalizzazione, tante malattie diffuse dagli animali stanno minacciando l’uomo su tutto il pianeta.” Lotta e prevenzione sono quindi primordiali.

swissinfo, Gemma d’Urso, Bellinzona

Il nome scientifico della zanzara tigre è “aedes albopictus”;
È una vera piaga in Asia, ma sembra meno pericolosa in Europa;
Provoca punture molto dolorose;
In Italia, diverse città del Veneto e della Lombardia sono già infestate;
In Ticino, le autorità hanno adottato misure chimiche e biologiche per eradicare l’aedes albopictus.

Il congresso della Società per l’ecologia dei vettori, giunto alla sua 14esima edizione, è organizzato dall’Istituto ticinese di microbiologia e dall’Istituto di microbiologia del Politecnico federale di Zurigo.

Partecipano 150 esperti e scienziati; sono proposte una quarantina di conferenze. In discussione anche la comparsa in Ticino della zanzara tigre, veicolo in Asia di pericolose malattie.

Fondato nel 1977, l’Istituto ticinese di microbiologia dipende del Dipartimento della sanità e della socialità. Nel dicembre 2002, si è trasferito da Lugano a Bellinzona. Diretto dal dottor Raffaelle Peduzzi occupa 58 persone.

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