Le Filippine chiedono alla Svizzera di bloccare i conti della figlia di Marcos
Le Filippine hanno chiesto alla Svizzera e alla Germania di bloccare conti bancari sospettati di appartenere alla figlia dell'ex dittatore Ferdinando Marcos. In Germania la donna è sotto inchiesta per riciclaggio.
Gli ambasciatori filippini a Berna e a Berlino hanno inoltrato tale richiesta questa settimana alle autorità svizzere e tedesche, ha indicato giovedì a Manila Jorge Sarmiento, presidente di una commissione di Stato incaricata di ritrovare i milioni di dollari che la famiglia Marcos è sospettata di aver trafugato all’estero.
Fino a giovedì Berna non aveva ancora ricevuto nessuna commissione rogatoria da parte delle autorità filippine, ha indicato all’ats Folco Galli, portavoce dell’Ufficio federale di giustizia. La procura di Düsseldorf aveva confermato mercoledì di aver aperto un’inchiesta per riciclaggio.
La decisione di Manila è stata presa in seguito ad un’informazione apparsa sulla stampa secondo cui Irene Araneta avrebbe tentato di trasferire il mese scorso 13,4 miliardi di dollari (22,6 miliardi di franchi) da un conto dell’UBS su un altro aperto alla Deutsche Bank.
Manila non ha ancora potuto stabilire la prova dell’esistenza di questi 13,4 miliardi di dollari, ma ha chiesto alle sue ambasciate di verificare la somma, ha aggiunto Sarmiento. Alle autorità elvetiche e tedesche è pure stato chiesto di aiutare le Filippine a entrare in possesso di «tutti i documenti bancari, aperture di conti e altro» della famiglia Marcos.
La figlia dell’ex dittatore, secondo le informazioni in possesso delle autorità svizzere, non possiede nessun conto in una banca elvetica, ha detto Galli. La Commissione federale delle banche aveva già ritenuto poco verosimile l’esistenza di somme così elevate su conti svizzeri.
Berna aveva trasferito nel 1998 oltre 600 milioni di dollari alle Filippine dopo una decisione del Tribunale federale. La somma, che secondo Galli si trova su un conto bloccato a Manila, è ancora oggetto di litigio tra gli eredi di Marcos e le migliaia di persone, vittime di abusi dei diritti umani, che chiedono risarcimenti.
swissinfo e agenzie
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