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Losanna e Londra per EuroVac

Dopo qualche ritardo, in agosto è partita la prima fase di sperimentazione su esseri umani del vaccino antiaids elaborato dal consorzio europeo EuroVac.

La sperimentazione ha luogo in contemporanea all’ospedale universitario di Losanna e al St Mary’s Hospital di Londra.

È bastato mettere degli annunci nelle bacheche dell’Università di Losanna e subito il Centro ospedaliero universitario del canton Vaud (CHUV) ha trovato i 12 volontari necessari a sperimentare il primo prototipo del vaccino europeo antiaids, il NYVAC-C.

Si tratta di persone sieronegative e in buona salute, che si sono messe a disposizione più che altro per amore della scienza. Non sono pagate – è previsto solo un rimborso spese – e in genere non hanno un contatto diretto con le problematiche legate all’AIDS. Altri 12 volontari sono stati selezionati a Londra.

Evidentemente queste persone non corrono nessun rischio di sviluppare la malattia. La sostanza che è stata loro iniettata è un “candidato vaccino” che però non contiene il virus HIV, ma solo alcune sue parti sintetizzate in laboratorio ed assolutamente non in grado di riprodursi.

Testare la tollerabilità

I test clinici condotti a Losanna sono guidati dal professor Giuseppe Pantaleo, direttore del Laboratorio d’immunopatologia dell’AIDS dell’ospedale universitario vodese.

La prima fase della sperimentazione permetterà di valutare la tollerabilità del vettore scelto per il vaccino. In altre parole si tratta di appurare che il vaccino non provochi reazioni allergiche gravi. Bisogna inoltre valutare se è in grado di stimolare una risposta immunitaria.

La tappa seguente sarà di cruciale importanza e necessiterà della partecipazione di una cinquantina di volontari distribuiti tra Losanna e Londra. Combinando il vaccino della prima fase, con un secondo tipo di vaccino, i ricercatori tenteranno di indurre una risposta immunitaria in grado di tenere sotto controllo il virus.

Impresa europea

EuroVac raggruppa ricercatori di otto paesi europei: Germania, Spagna, Francia, Olanda, Gran Bretagna, Italia, Svezia e Svizzera. I 32 team di ricerca stanno sviluppando diversi potenziali vaccini, che però, con l’eccezione di quelli testati a Londra e Losanna, sono stati per il momento sperimentati solo in laboratorio.

I finanziamenti vengono dai programmi quadro per la ricerca dell’Unione europea. I mezzi messi a disposizione sembrano essere sufficienti, anche se, fa notare a swissinfo il professor Pantaleo, «non sono assolutamente comparabili a quelli che vengono messi a disposizione negli Stati uniti».

«Inoltre», continua Pantaleo «il problema principale delle risorse in Europa è che non sono garantite a lungo termine. Per portare un vaccino dal laboratorio fino ad una fase di sperimentazione su larga scala ci vogliono almeno sette o otto anni e si fa fatica a capire come le istituzioni europee pensino di continuare a sovvenzionare i programmi di ricerca solo per lassi di tre anni».

Preso di mira il sottotipo C

Uno degli annosi problemi della ricerca sull’AIDS è la mutevolezza del virus. Si calcola che per dare scacco ai vari sottotipi dell’HIV ci vorranno almeno 20-25 diversi tipi di vaccino.

EuroVac si concentra in particolare sul sottotipo C, responsabile della maggior parte dei casi d’infezione nel mondo. Il sottotipo C è diffuso soprattutto in Africa e in Cina. Si studieranno in particolar modo le funzioni “preventive” del vaccino. Più che curare i malati di AIDS, il vaccino dovrebbe aiutare le persone che vengono a contatto con il virus dell’HIV a non sviluppare la malattia.

In altre parole si tratta di controllare l’HIV una volta che questo è riuscito ad entrare nell’organismo. Con le conoscenze attuali, infatti, è impossibile pensare di riuscire a bloccare completamente l’entrata del virus nelle cellule del corpo umano.

La ricerca però va avanti e non si scoraggia. I 60 test di possibili vaccini antiaids che sono stati effettuati finora si sono rivelati deludenti, ma ogni nuovo test è un mattoncino in più per la costruzione del sapere.

Ci vorranno ancora degli anni per scoprire se il vaccino sviluppato da EuroVac è efficace. Lo fosse anche solo al 50% sarebbe già un notevole contributo nella lotta ad una malattia che sta mettendo in ginocchio paesi come il Sudafrica.

swissinfo, Doris Lucini

EuroVac è il programma europeo di ricerca sul vaccino contro l’AIDS
Vi partecipano 8 nazioni (Germania, Spagna, Francia, Italia, Svizzera, Svezia, Gran Bretagna e Olanda)
32 team di ricercatori
12 i volontari che a Losanna si sono fatti iniettare il prototipo del vaccino

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