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Lotta alla corruzione: buona ma migliorabile

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Secondo Transparency International (TI), la Svizzera figura tra i paesi meno corrotti al mondo, ma non rientra tra i primi 10.

TI chiede al governo svizzero di rafforzare la lotta contro la corruzione e di proteggere coloro che denunciano simili casi.

La Svizzera si situa in buona posizione nella graduatoria mondiale dei paesi meno corrotti, ma potrebbe fare ancora meglio. È questa la conclusione alla quale giunge Transparency International (TI), che ha presentato mercoledì il suo “barometro” annuale sulla corruzione mondiale dell’amministrazione pubblica e della classe politica.

In base al Corruption Perceptions Index, stilato dall’organizzazione non governativa, la Confederazione rimane al 12esimo rango tra i 102 paesi presi in esame (con 8.5 punti su un massimo di 10). La classifica non si fonda su dati oggettivi ed empirici, ma soprattutto sulle percezioni di analisti e rappresentanti del mondo economico.

Risultato di 15 studi e sondaggi diversi, realizzati da 9 organismi indipendenti, l’indice di TI viene comunque considerato uno strumento valido per valutare l’entità del fenomeno corruzione a livello internazionale.

Troppo “cameratismo” in Svizzera

Nel corso di una conferenza stampa tenuta mercoledì a Berna, i rappresentanti della sezione elvetica di TI hanno elencato diverse ragioni che non permettono alla Svizzera di entrare nei primi dieci posti della classifica sui paesi meno corrotti. Pur essendo stata risparmiata da grandi scandali, anche l’amministrazione pubblica svizzera è confrontata ogni anno a decine di casi piccoli e medi di corruzione.

Come ha rilevato il presidente di Transparency Svizzera, Philippe Lévy, “la Svizzera non è un paese corrotto, ma neppure un paese senza problemi di corruzione”. In media, i tribunali svizzeri pronunciano una quarantina di condanne all’anno per reati di corruzione. Il numero reale dei casi di corruzione sarebbe comunque molto più alto.

La “piccola” corruzione sarebbe innanzitutto favorita dalla ristrettezza delle strutture politiche che rafforza il “cameratismo”. In altre parole, l’eccessiva prossimità tra sfere politiche, amministrative ed economiche che spinge i rappresentanti di questi ambienti a scambiarsi favori, abusando dei loro poteri.

Strutture cantonali e segreto bancario

Ancora più evidente questa problematica a livello cantonale. Oltretutto, il frazionamento dei poteri e delle competenze tra i vari cantoni ostacola le misure di sorveglianza e la cooperazione degli organi giudiziari. “Soprattutto i piccoli cantoni” – ha sottolineato Philippe Lévy – “incontrano grandi difficoltà a identificare e perseguire i responsabili di reati di corruzione”.

Sempre secondo TI, anche le differenze linguistiche e culturali possono creare problemi nella lotta alla corruzione. Lo stesso concetto di corruzione avrebbe una connotazione parzialmente diversa a seconda delle regioni e delle lingue.

La percezione della corruzione in Svizzera è inoltre strettamente legata alla questione del segreto bancario che continua a nuocere all’immagine della Svizzera all’estero. Nei paesi dell’Unione europea, il segreto bancario viene infatti facilmente associato al concetto di evasione fiscale.

Centro di competenza nazionale

Per lottare più efficacemente contro la corruzione, la sezione svizzera di TI invita il governo a creare un centro di competenza a livello federale in ambito di lotta contro la corruzione. Questo centro sarebbe incaricato, tra l’altro, di identificare i mille volti della corruzione, di coordinare l’intervento dei vari dipartimenti e di attuare misure di prevenzione.

TI mette inoltre l’accento sulla necessità di garantire migliore assistenza e protezione a coloro che denunciano casi di corruzione. Queste persone sono molto spesso oggetto di sanzioni e rappresaglie da parte dei loro superiori: da minacce a mobbing, fino a licenziamenti.

Anche in Svizzera, contrariamente ad esempio agli Stati uniti, i cosiddetti Whistleblowing non godono di una situazione giuridica adeguata. Le leggi devono quindi venir modificate, in modo da salvaguardare gli interessi di coloro che, per spirito di onestà, denunciano la corruzione e si espongono a conseguenze negative per la loro carriera professionale.

swissinfo

INDICE DELLA CORRUZIONE
1 Finlandia (9.7)
2 Danimarca e Nuova Zelanda (9.5)
4 Islanda (9.4)
12 SVIZZERA (8.5)
98 Angola, Madagascar e Paraguay (1.7)
101 Nigeria (1.6)
102 Bangladesh (1.2)

La Svizzera si situa al 12esimo posto dell’indice di TI dei paesi meno corrotti.

Ogni anno si registrano in Svizzera una quarantina di condanne per reati di corruzione.

Tra i fattori che favoriscono la corruzione in Svizzera vi sono: la ristrettezza delle strutture istituzionali; la prossimità tra ambienti politici, amministrativi ed economici; la ripartizione delle competenze tra Confederazione e cantoni; il segreto bancario; la mancanza di un organo di competenza nazionale e di un dispositivo di legge per proteggere adeguatamente coloro che denunciano la corruzione.

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