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Manifestazione pacifista a Berna contro la guerra in Afghanistan

Anche i giovani svizzeri in piazza per manifestare a favore della pace Keystone Archive

Una quarantina di organizzazioni antiglobal e terzomondiste, religiose e femministe, Verdi, sindacati, ecc. sperano di riunire sabato alle 15:00 a Berna almeno 2000 persone per una manifestazione contro gli attacchi Usa in Afghanistan. Insieme intendono protestare contro una possibile espansione del conflitto ad altri paesi già nel mirino degli USA e perché si cerchino soluzioni politiche ed umanitarie alle cause della violenza estremista nel mondo.

Gli organizzatori hanno in poco meno di una settimana avuto l’appoggio di una quarantina d’organizzazioni contrarie alla guerra. Se l’informazione abbia avuto il tempo di arrivare alle masse e di motivarle si vedrà domani. Un’ altra ragione per cui la partecipazione potrebbe essere meno numerosa di quanto sperano gli organizzatori è che nonostante la paura generalizzata di una possibile estensione del conflitto, molti (anche negli ambienti tradizionalmente pacifisti) sono indecisi sulla posizione da prendere. Questa guerra viene definita “diversa”, un’operazione di polizia, anche se per il momento viene fatta con metodi piuttosto tradizionali come le bombe, ma appare a molti l’unica risposta possibile al terrorismo.

“Bisogna prima di tutto comprendere perché si sono verificati gli attacchi terroristici e dare una risposta alla disperazione di milioni di diseredati nel mondo”, sostiene invece Alberto Velasco di Attac. Gli antiglobal sono anche preoccupati da ciò che definiscono “l’egemonia della polizia internazionale” e sulle limitazioni alle libertà democratiche fondamentali che la guerra al terrorismo potrebbe avere come corollario in Occidente.

Spazio aereo svizzero

I pacifisti chiedono in particolare al governo che non appoggi anche indirettamente la guerra, concedendo ad esempio il suo spazio aereo ad eventuali sorvoli delle forze alleate. Si vorrebbe invece che gli sforzi della Svizzera venissero concentrati sulla messa a punto di un programma straordinario di aiuti umanitari internazionali per le migliaia di profughi afgani e per i sei milioni di civili minacciati dalla fame in quel martoriato paese.

“No Mr.President”

“O con noi o con i Talebani! Non vogliamo essere messi di fronte a questa falsa alternativa posta da George Bush Jr. – dichiara a swissinfo Paolo Gilardi – uno dei membri fondatori del gruppo “Per una Svizzera senza esercito.”

“Noi non saremo mai con i Talebani, aggiunge, ex-alleati degli americani che da anni impongono un regime reazionario alla popolazione, né tantomeno dalla parte della violenza assassina di un miliardario saudita armato a suo tempo dagli americani. Ma non possiamo accettare che i paesi più ricchi del mondo bombardino una delle nazioni più povere al mondo. Né che gli Usa espongano l’intero pianeta ad un’instabilità ancora più profonda di quella che già viviamo mettendo nel mirino una sessantina di altri paesi.”

Manifestazioni in tutt’Europa

Altre manifestazioni contro la guerra sono previste domani a Berlino, Amburgo, Roma, Assisi, per la marcia Assisi-Perugia. Il pacifismo tenta insomma di far sentire la sua voce anche se per il momento sovrasta su tutto e su tutti l’aut-aut del presidente Bush, senza mezze misure. Ma non è escluso che diminuito lo choc iniziale degli attacchi terroristici contro New York e Washington, anche negli Stati Uniti si rifaccia viva una “terza via”.

Un’altra ragione per manifestare, dicono gli organizzatori dell’incontro di Berna è proprio dare un sostegno morale ai pacifisti americani che cercano con difficoltà di rialzare la testa. “Sono soffocati da una specie di silenzio stampa” spiega ancora Paolo Gilardi. Infatti, anche se non enormi, vi sono state marce e proteste in altri stati, oltre a Washington e a New York, ma i media hanno preferito non parlarne. Tutto quello che è anti-Bush stona con il coro di patriottismo e di unanimità totale con le decisioni del governo americano.

Raffaella Rossello

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