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Procreazione assistita: no all’iniziativa, la legge basta

Bocciata chiaramente con circa il 70 percento di no, l'iniziativa "per una riproduzione rispettosa della dignità umana" voleva proibire il dono di sperma e la fecondazione in vitro: due pratiche utilizzate già da qualche anno in Svizzera.

La proposta era stata presentata nel gennaio del 94 con 120mila firme valide da un comitato legato soprattutto ad associazioni per il diritto alla vita.

Il comitato d’iniziativa giudicava insufficienti le restrizioni riguardanti la procreazione assistita contenute nella costituzione federale; restrizioni che permettono il ricorso alla fecondazione in vitro solo dopo aver tentato tutte le altre cure contro la sterilità e che proibiscono le manipolazioni genetiche. L’articolo costituzionale permette inoltre alla persona nata da dono di sperma di risalire al padre biologico.

Per il comitato, queste due pratiche controverse – anche se regolamentate dettagliatamente nella legge d’applicazione dell’articolo costituzionale – aprono la porta ad abusi: infatti è praticamente impossibile controllare quanto succede nei laboratori.

Oltre alle controindicazioni etiche, vi sono poi quelle mediche ed economiche: solo il 20 percento delle coppie che ricorrono alla fecondazione in vitro riesce effettivamente ad avere figli; da non sottovalutare i costi elevati per la comunità di questo intervento medico.

Il governo e la grande maggioranza del parlamento hanno invece ritenuto che le disposizioni legislative esistenti sono rigorose e sufficienti e che dopo otto anni di pratica non si può fare marcia indietro togliendo una speranza a numerose coppie sterili e aprendo la porta a un ” turismo ” all’estero della procreazione assistita.

Lucia Mottini

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