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Riciclaggio: dagli scandali alle leggi

Seminario a Lugano sulla lotta al riciclaggio di denaro sporco. Attac

Il riciclaggio di patrimoni di origine criminosa alla lente degli esperti partendo dalla comparazione dei quattro maggiori centri “cross-border”.

Al Centro di studi bancari Villa Negroni, martedì si è voluto guardare da vicino la posizione del nostro Paese come piazza finanziaria di primo piano.

La Svizzera – che ha saputo riconoscere il vincolo tra attività bancaria e finanziaria e norme giuridiche – resta comunque bersaglio di critiche. E spesso, secondo gli esperti del settore, sono ingiustificate.

La Svizzera e gli altri

Uno studio realizzato dal professore Mark Pieth (direttore del Basel Institute on Governance) e da Gemma Aiolfi, mette infatti in evidenza come in altre tre importanti piazze finanziarie – Regno Unito, Stati Uniti e Singapore – la relazione tra attività finanziaria e normative faccia difetto.

Commissionato dalla “Stiftung Finanzplatz Schweiz” (Fondazione promossa dalle Banche estere in Svizzera, entrambe presiedute da Alfredo Gysi), lo studio propone un paragone oggettivo tra i quattro centri, una sorta di mappa ragionata percorsa a grandi passi da Gemma Aiolfi. Che ha subito fatto notare come “la discrepanza dei sistemi di controllo possa portare ad una concorrenza distorta tra le piazze finanziarie”.

Affari che lasciano il segno

“Se si considera che la nozione di riciclaggio appare come un concetto flessibile e che il rischio di instabilità finanziaria aumenta con la globalizzazione – osserva l’avvocata – ci si rende conto dell’importanza di assestare le regole nella lotta contro il riciclaggio. I soldi, inoltre, si muovono molto velocemente da un luogo all’altro”.

E nel mondo della finanza cercare un equilibrio tra la salvaguardia della reputazione e il mantenimento della competitività rappresenta una vera sfida. “Del resto – ricorda la giurista – le riforme delle norme giuridiche nella lotta al riciclaggio sono spesso figlie di scandali finanziari”.

“In Svizzera – continua Aiolfi – ricordo per esempio lo crisi di Chiasso nel 1977, lo scandalo Kopp, la “Lebanon Connection”, l’affare Marcos e, più di recente, la vicenda dei fondi Abacha. Tutti questi casi – aggiunge – hanno inciso sul codice etico degli istituti finanziari e sulla mutuale assistenza giudiziaria a livello internazionale”.

Quando scatta la punibilità

Un’analisi confermata dall’avvocato Paolo Bernasconi, professore all’Università di San Gallo. Che precisa: “ La reputazione di una piazza finanziaria si misura anche nella sua capacità di rispondere agli scandali. E questo nell’interesse di salvaguardare la sua forza concorrenziale”. E non è facile.

Le regole per la lotta al riciclaggio sono, infatti, tutt’altro che semplici. “Uno dei criteri più significativi nella prevenzione contro il riciclaggio – spiega Bernasconi – è il cosiddetto reato a monte. Questo criterio, che in Svizzera è legato al concetto di crimine, serve per determinare quando scatta la punibilità”. In altre parole: quando esiste il sospetto che il reato a monte sia di matrice criminosa, scatta il blocco del patrimonio.

Ordine e disordine

Ma nei mercati finanziari i meccanismi di regolamentazione, puntualizza Bernasconi, sono molto disordinati: “Ci troviamo di fronte ad una vera e propria Torre di Babele degli sviluppi legislativi. Molti dei quali piovono nel nostro Paese direttamente dall’estero”.

Paolo Bernasconi ha infatti spiegato che in base al Codice penale Svizzero, per esempio, truffa tributaria, frode fiscale e doganale non siano considerati reati a monte. Mentre lo sono in base alla Convenzione sul riciclaggio del Consiglio d’Europa, alla Direttiva anti-riciclaggio dell’ UE, alle 40 raccomandazioni del “Financial Action Task Force” (FATF) – che per Bernasconi è lo strumento più dinamico nella lotta al riciclaggio – e all’accordo tra Svizzera e UE sulla cooperazione nella lotta contro la frode.

Accordo che dovrà ancora essere ratificato dal Parlamento svizzero, probabilmente nella sessione invernale delle Camere federali

Ma non bastano le regole per una piazza finanziaria pulita: la sfida, concordano i due esperti, risiede nelle modalità e nell’applicazione concreta delle norme. La posta in gioco non si misura solo in moneta sonante.

swissinfo, Françoise Gehring, Lugano

I risultati dello studio comparativo presentati nel 2002 e pubblicati lo scorso settembre dalle edizioni EE.
Presi in considerazione quattro centri: USA, Regno Unito, Singapore e Svizzera.
Pene detentive massime per i reati di riciclaggio: USA 20 anni; Regno Unito 14; Singapore 7 anni; Svizzera 3-5 anni.

Lo studio “A Comparative Guide to Anti-Money Laudering” è curato dal professore Mark Pieth (Università di Basilea) e Gemma Aiolfi, avvocata e giurista.

I due autori spiegano che all’inizio le leggi anti-riciclaggio erano usate come armi nella guerra contro la droga. Ora come armi nella lotta al terrorismo. Sviluppi che hanno serie conseguenze per banche e istituti finanziari.

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