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Soldati svizzeri obbligati a formarsi all’estero?

I corsi all'estero non sono una novità (nella foto militari svizzeri in Svezia), ma finora la partecipazione era volontaria Keystone Archive

I militari di milizia dell'esercito svizzero potrebbero vedersi obbligati in futuro a seguire dei corsi di ripetizione in altri paesi.

È quanto vorrebbe il Dipartimento della difesa (DDPS), che intende pure costituire un mini-esercito di 500 persone per missioni di promovimento della pace.

Il tema non mancherà di suscitare accese reazioni: Dipartimento federale della difesa (DDPS) e le alte sfere dell’esercito vorrebbero rendere obbligatoria la possibilità di far svolgere a dei soldati di milizia dei corsi di ripetizione all’estero.

È quanto contenuto in un rapporto intermedio consegnato alle commissioni della politica di sicurezza del parlamento. Il testo definitivo dovrebbe essere consegnato alle Camere entro la fine della legislatura, ossia verso la fine del 2007.

Le Camere dovranno decidere se la partecipazione a simili corsi di formazione sarà facoltativa od obbligatoria, si legge nel documento. Alcuni estratti del rapporto sono stati pubblicati sabato dal giornale svizzero-tedesco «Tages Anzeiger».

Per i professionisti è già un obbligo

Dall’inizio del 2005, i soldati professionisti devono svolgere dei periodi di ingaggio all’estero. Per i militari professionisti o gli ufficiali, questo dovere è già iscritto nel contratto d’assunzione.

Per i semplici soldati, un eventuale obbligo di servire all’estero si limiterebbe ai corsi di ripetizione, in particolare per un’«addestramento a nuovi tipi di armamento» che non è possibile svolgere in Svizzera, si legge nel rapporto. Una partecipazione a missioni di pace sembra quindi esclusa.

I corsi di ripetizione organizzati all’estero non sono comunque una novità: negli ultimi anni ne sono stati ad esempio effettuati in Svezia o in Francia per le truppe corazzate. Finora comunque la partecipazione avveniva su base volontaria, ciò che crea non pochi problemi logistici e di pianificazione, come ha sottolineato il capo dell’esercito Christophe Keckeis.

Mini-esercito allo studio

Il DDPS intende inoltre costituire, entro il 2008, un mini-esercito di 500 persone che può essere mobilitato in tempi brevi destinato a missioni per il promovimento della pace. Il contingente dovrebbe riunire specialisti di tutti i campi: informazione, fanteria, genio, logistica, polizia militare…

Entro quella data bisognerà studiare la fattibilità di un tale progetto, nel caso anche facendo ricorso a soldati in ferma continuata. Il rapporto suggerisce anche di offrire incentivi affinché i contingenti possano essere completati.

swissinfo e agenzie

L’esercito svizzero è un esercito di milizia: ogni cittadino è obbligato a svolgere una scuola reclute della durata di 18 o 21 settimane, a dipendenza dell’incorporazione, e in seguito, per sei o sette anni, una formazione (corso di ripetizione) di 19 giorni.

Con l’ultima riforma dell’esercito – Esercito XXI – l’effettivo delle forze armate è stato considerevolmente ridotto. La riforma prevede 120’000 militari nell’esercito attivo, a cui si aggiungono una classe di reclute (circa 20’000) e una di riservisti di 80’000. In un recente passato, l’esercito è arrivato a contare più di mezzo milione di soldati.

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