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Standard più sicuri nei club omosessuali

I locali gay al centro dell'attenzione Keystone

Le organizzazioni omosessuali e le autorità federali insieme lanciano un progetto per migliorare l'informazione e l'igiene nei locali gay.

Si spera così di mantenere alta la guardia nella lotta all’Aids anche durante gli incontri sessuali occasionali.

Le organizzazioni omosessuali e l’Ufficio Federale della Sanità pubblica (UFSP) promuovono insieme criteri standard minimi da attuare nei locali, club e saune, dove solitamente avvengono gli incontri a carattere sessuale.

Quest’iniziativa è sostenuta dall’associazione per i gay Pink Cross, dalla Federazione Svizzera di Aiuto Aids e dall’organismo per il commercio omosessuale Vegas.

La decisione di intervenire proprio nei locali deriva dalla popolarità dei punti di ritrovo omosessuali all’interno della comunità gay in Svizzera. Le attività svolte in questi luoghi sono spesso simili a quelle praticate in un normale club di fitness, con piscina, sauna, idromassaggio e palestra.

In alcuni locali si trovano anche delle cabine in cui visionare del materiale pornografico e delle camere private dove avvengono gli incontri. Gli studi mostrano che alcune delle attività sessuali che si svolgono in questi luoghi non prevedono l’uso del preservativo.

Un pericoloso senso di sicurezza



Durante il 2002 il tasso di infezione del virus HIV tra gli omosessuali svizzeri è cresciuto del 37 per cento, ciò che indica che le campagne di sensibilizzazione non raggiungono più i principali gruppi a rischio.

Secondo ambienti vicini alla comunità gay, la soddisfazione manifestata da parte di questa per i successi ottenuti nella lotta all’Aids potrebbe esserne la causa.

Il direttore di Pink Cross Moël Volken ha detto a swissinfo che alcuni rappresentanti della comunità gay sono oramai stufi di sentire sempre i soliti discorsi malinconici e di rassegnazione. “Se anno dopo anno ci si sente dire chei bambini africani muoiono di fame, dopo 10 anni di campagna il messaggio si logora e non si raccolgono più fondi. Bisogna trovare un nuovo messaggio. La stessa cosa sta succedendo con l’Aids,” ha detto Volken.

Roger Staub, capo della sezione per la lotta all’Aids dell’Ufficio della Sanità, fa notare che i progressi nel campo della medicina hanno reso la gente meno sensibile al problema. La falsa sicurezza che scaturisce da tali successi ha anche provocato un aumento delle attività a sfondo sessuale.

La lotta deve continuare



“Il principale cambiamento negli ultimi sette o otto anni è che l’Aids non rappresenta più una questione di vita o di morte. I nuovi trattamenti disponibili in Svizzera dal 1997 hanno modificato il modo in cui gli omosessuali considerano la malattia,” precisa Staub.

Egli ammette anche che le autorità meritano qualche critica. Appagati forse dal successo delle prime campagne d’informazione durante gli anni ottanta e novanta – che hanno visto diminuire la diffusione del virus HIV – i politici sono forse colpevoli di aver troppo dormito sugli allori.

“Adesso realizziamo che il nostro lavoro negli ultimi cinque anni non è stato sufficiente. I primi anni di lotta all’Aids hanno fornito risultati positivi e il numero di malati è sceso. Abbiamo così probabilmente dimenticato di insistere sul messaggio di sensibilizzazione, anche se le persone sono già informate.”

Dopo aver consultato le organizzazioni gay per il commercio, l’Ufficio della Sanità ha cosi stabilito una lista di criteri standard da rispettare.

Le nuove misure prevedono che i preservativi ed i lubrificanti devono essere forniti gratuitamente, che i locali di incontri siano tenuti quotidianamente puliti e che i manifesti di campagna anti-HIV e tutte le informazioni siano ben visibili e correttamente distribuite.

Sesso occasionale



Pink Cross afferma che tramite i club gay e le saune si possono raggiungere in modo ottimale gli omosessuali ad alto rischio di contrarre il virus durante rapporti sessuali occasionali. Un approccio che l’organizzazione non aveva mai tentato.

“Siamo a contatto con degli omosessuali che vivono in modo coscienzioso e non con coloro che frequentano esclusivamente i locali sauna. Pink Cross conta 2.300 membri ma ci sono 200.000 gay in Svizzera,” indica Volken.

Gli incontri e discussioni tra l’Ufficio della Sanità ed i vari gruppi gay hanno portato quest’ultimi a costituire Vegas l’anno scorso. Fred Kappeler, gerente di una sauna gay bernese, è uno dei suoi fondatori. Egli è convinto che i commercianti legati al mondo omosessuale saranno interessati a far parte dell’associazione. Una delle condizioni di ammissione è il rispetto degli standard predefiniti.

Adattarsi agli standard



La comunità gay è cosciente del fatto che se vuole ritagliarsi il suo spazio nel mondo commerciale, deve adattarsi agli standard.

“Coloro che non volessero sottostare a questi criteri, saranno espulsi dall’associazione. Ciò significa che saranno direttamente controllati dall’Ufficio Federale della Sanità e allora potrebbero avere problemi con il responsabile cantonale della salute pubblica, che potrebbe anche decidere la chiusura del locale,” ammonisce Kappeler.

Kappeler, un 55enne che ha perso il suo partner in affari proprio a causa dell’Aids, pensa che tra le vecchie e nuove generazioni ci sia una differenza di vedute e di comportamento.

“Tutti abbiamo conosciuto persone oramai decedute…oggi molti giovani sono nati in un periodo in cui l’Aids non è più vista come una malattia spaventosa. In passato, dire “Sono sieropositivo” corrispondeva quasi ad una condanna a morte. Oggi, invece, i giovani non conoscono nessuno tra i loro compagni morto di Aids.”

Vegas spera di coinvolgere sempre più membri attratti dalla possibilità di sconti di gruppo sulle comande all’ingrosso di preservativi, lubrificanti, asciugamani, saponi ed altri articoli necessari nel settore..

L’Ufficio della Sanità sta preparando una serie di poster per un’ardita campagna, quest’anno, usando delle foto a colori che ricordano gli annunci per numeri erotici e altri servizi a sfondo sessuale, simili a quelle pubblicate sulle riviste pornografiche. Questi manifesti conterranno messaggi di monito, come quelli che si trovano sui pacchetti di sigarette.

L’organismo prevede di estendere il concetto di standard minimi anche ai locali eterosessuali dove avvengono incontri a scopo sessuale. Per fare questo ci sarà bisogno anche dell’aiuto dei cantoni e questo richiederà molto tempo.

swissinfo, Faryal Mirza
(traduzione dall’inglese: Luigi Jorio)

In Svizzera ci sono circa 200.000 omosessuali.
20.000 sono sieropositivi.
Ogni settimana si registrano 15 nuovi contagi.

L’Ufficio Federale della Sanità, la Federazione Svizzera di Aiuto Aids e altre organizzazioni attive negli ambienti omosessuali hanno lanciato un progetto per introdurre degli standard minimi in tutti i locali dove si praticano attività a sfondo sessuale tra gay.

La decisione di intervenire proprio nei locali deriva dalla popolarità dei punti di ritrovo omosessuali all’interno della comunità gay in Svizzera.

Il progetto mira a frenare la diffusione del virus HIV.

Il tasso di infezione in Svizzera è aumentato del 37 per cento nel 2002.

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