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Sudafrica, la terra promessa

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La stampa svizzera ha accolto con euforia e sollievo il pareggio della nazionale di calcio contro Israele, che permette agli uomini di Hitzfeld di staccare il biglietto per i Mondiali 2010 in Sudafrica.

Solida anche se poco entusiasmante, con un timido 0-0 la nazionale svizzera non ha certo mandato in visibilio il pubblico del St Jakob Park, ma è riuscita a garantirsi un posticino tra i grandi del calcio mondiale.

«Alle 21.49 il sogno è diventato realtà», scrive il Blick. «È stato un giallo, 90 minuti di batticuore». 90 minuti senza nemmeno un gol, ma è bastato agli uomini di Hitzfeld per raggiungere il loro sogno, il Sudafrica o – come scrive Le Matin – «la Terra promessa».

«E allora tanto di cappello», puntualizza la Liberté perché malgrado questo pareggio – «il più bello della storia» – la nazionale svizzera si conferma all’altezza delle aspettative, piccola tra le grandi. Dal 2002, ricordano diversi quotidiani, la Svizzera non ha mai mancato un appuntamento col calcio mondiale. «È il risultato di una politica portata avanti dal 1995, scrive ancora la testata friburghese, una politica intelligente, che ha puntato sull’avvenire mettendo in piedi un concetto puntuale, professionale, invidiato dalle grandi nazioni del calcio europeo».

È lecito, in queste condizioni, lamentarsi dei deficit estetici della nazionale, si chiede ironico Le Temps. Non proprio, «perché in questo calcio, soltanto la vittoria è bella». E la Svizzera ha giocato come le altre squadre di Ottmar Hitzfeld hanno sempre giocato: «il successo senza galvanizzare», riassume la Berner Zeitung.

Hitzfeld ha scherzato col fuoco, ma ne esce rafforzato

Le premesse mercoledì sera non erano certo delle migliori: capitan Frei, Vonlanten e Huggel in panchina, il portiere Benaglio addirittura in tribuna. Ottmar Hitzfeld ha compiuto delle scelte definite «coraggiose» dai commentatori, che dimostrano quanto il tecnico tedesco sia più legato agli schemi piuttosto che agli uomini. «Hitzfeld ha giocato con il fuoco», scrive la Basler Zeitung, «ha puntato su giocatori giovani lasciando in panchina le star. Ma ancora una volta ha avuto ragione lui».

Cambiamenti di questo tipo, precisa dal canto suo il Corriere del Ticino, «sono letti in maniera manichea dai media: se vinci sei un dio del pallone; se perdi al contrario sei un incompetente. D’altra parte, la linea che separa la grandezza sportiva dalla follia è molto sottile: agli allenatori coraggiosi il compito di percorrerla, preferibilmente senza cadere»

E la partita di mercoledì sera contro Israele è stato l’ennesima conferma per il tecnico tedesco, che ha saputo trasmettere la sua mentalità vincente alla squadra rossocrociata. «Hitzfeld si è preso lo sfizio di portare ai mondiali una squadra non particolarmente talentuosa, ma quadrata, ben messa in campo e capace di non mancare gli appuntamenti importanti, malgrado non sviluppi delle trame di gioco travolgenti», scrive il Tages Anzeiger.

Gli fa eco la Neue Zuercher Zeitung, secondo cui questo «allenatore d’esperienza» affronterà il Mondiale con tutte le carte in regola perché «il torneo finale pare tagliato su misura per lui».

L’arcobaleno sudafricano si tingerà di tinte rossocrociate?

«Fino ai mondiali la squadra non cambierà volto. Hitzfeld poggerà la sua filosofia calcistica ancora su Benaglio, Barnetta e Inler», annota Der Bund. E di Frei, sempre sul quotidiano bernese si legge che malgrado non stia vivendo il suo momento migliore «rientrerà sicuramente nei piani dell’allenatore».

La Basler Zeitung guarda già al futuro, e non a quello meramente sportivo degli imminenti mondiali. «La partecipazione ai mondiali è importante anche per i giovani. I soldi che confluiranno nelle casse della Federazione permetteranno di fare un ottimo lavoro con il settore giovanile».

E quale risultato ci si può aspettare dai mondiali? È ancora il quotidiano della capitale ad azzardare un primo pronostico. «Un risultato peggiore della qualificazione per gli ottavi di finale sarebbe visto come uno smacco». E per lo zurighese Tages Anzeiger la Svizzera potrebbe addirittura diventare «lo spauracchio delle grandi».

Il Giornale del Popolo si muove coi piedi di piombo e seraficamente scrive: «Noi ora non vogliamo proclami. Vogliamo trovare, appunto, una dichiarazione direttamente sul campo. Per colorare l’arcobaleno del calcio internazionale anche con le tinte rossocrociate».

Luca Beti e Stefania Summermatter, swissinfo.ch

Svizzera-Israele 0-0

Svizzera: Wölfli, Lichtsteiner, Grichting, Senderos, Spycher, Padalino, Inler, Fernandes, Barnetta, Derdiyok (Frei), Nkufo.

Israele: Aouate, Saban, Ziv, Ben Haim, Strool, Kayal, Colautti (Schechter), Yadin, Cohen, Barda (Vermouth), Benayoun.

Stadio: St. Jakob di Basilea, 38’5000 spettatori

Israele-Svizzera 2-2
Svizzera-Lussemburgo 1-2
Svizzera-Lettonia 2-1
Grecia-Svizzera1-2
Moldavia-Svizzera 0-2
Svizzera-Moldavia 2-2
Svizzera-Grecia 2-0
Lettonia-Svizzera2-2
Lussemburgo-Svizzera0-3
Svizzera-Israele 0-0

Classifica finale

1. Svizzera 21 punti
2. Grecia 20 pt.
3. Lettonia 17 pt.
4. Israele 16 pt.
5. Lussemburgo 5 pt.
6. Moldavia 3 pt.

Italia 1934: quarti di finale

Francia 1938: quarti di finale

Brasile 1950: primo turno

Svizzera 1954: quarti di finale

Cile 1962: primo turno

Inghilterra 1966: primo turno

USA 1994: ottavi di finale

Germania 2006: ottavi di finale

Sudafrica 2010

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