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Svizzera e Germania collaborano nell’inchiesta su Ullrich

Le autorità giudiziarie elvetiche collaborano con quelle germaniche nel quadro dell'inchiesta su Jan Ullrich Keystone

Nel quadro dell'inchiesta per doping e truffa, le autorità elvetiche prestano assistenza giudiziaria a quelle tedesche: il Tribunale federale ha giudicato irricevibile un ricorso del ciclista.

Ullrich – domiciliato in Svizzera – si era opposto alla trasmissione dei suoi documenti bancari alle autorità germaniche che indagano sul conto suo e del suo manager.

Il cerchio si stringe attorno a Jan Ullrich: la procura di Bonn riceverà prossimamente – presumibilmente nell’arco di una settimana – estratti concernenti un suo conto bancario presso il Credito svizzero di Kreuzlingen (Cantone di Turgovia).

Il ciclista germanico è infatti sospettato di avere utilizzato tale conto per effettuare versamenti di denaro al medico spagnolo Eufemiano Fuentes, al centro di un’inchiesta antidoping aperta dalla procura spagnola.

Il Tribunale federale (TF) ha autorizzato l’assistenza giudiziaria e ha giudicato irricevibile il ricorso depositato dall’ex vincitore del Giro di Francia. Lo scorso mese di maggio, il Tribunale penale federale aveva confermato la decisione in questo senso del ministero pubblico turgoviese.

Sospetto di doping

Le autorità giudiziarie tedesche sospettano Ullrich di truffa e il suo manager belga Rudy Pevenage di complicità in truffa. Nel 2006, la squadra T-Mobile aveva licenziato il ciclista e aveva sporto denuncia penale. Nel 2004 e 2005, il gruppo gli aveva versato un compenso pubblicitario di 1,3 milioni di euro (oltre 2 milioni di franchi svizzeri).

I contratti firmati tra T-Mobile e Ullrich escludevano il ricorso al doping da parte del ciclista tedesco. Tuttavia, secondo i primi risultati dell’indagine, il corridore avrebbe avuto stretti contatti fin dal 2003 con il dottor Eufemiano Fuentes.

Fuentes e Manolo Saiz, ex direttore sportivo della squadra Liberty Seguros, sono i principali accusati dell’indagine spagnola relativa al doping sportivo denominata “Operación Puerto”. I due erano a capo di un’organizzazione che si dedicava alla gestione di autoemotrasfusioni, alla vendita di sostanze dopanti e alla pianificazione del loro utilizzo.

Assistenza accordata

Per il TF, le condizioni per l’assistenza giudiziaria sono soddisfatte. Non è infatti necessario determinare se il ricorso al doping possa essere considerato una truffa secondo il diritto svizzero. Il problema si porrebbe soltanto se si trattasse di un’estradizione.

In questo caso, ritiene l’Alta Corte, è sufficiente che i fatti contestati al ciclista violino una sola disposizione penale per far sì che la condizione della doppia incriminazione sia soddisfatta. Il ricorso al doping, sostiene il TF, è represso dalla Legge federale che promuove la ginnastica e lo sport. Ullrich dovrà inoltre pagare 2000 franchi di spese giudiziarie.

Oltre ai documenti bancari, non è escluso che alle autorità germaniche venga trasmesso anche materiale (telefoni cellulari e dati su supporti informatici) requisito nel quadro di una perquisizione nella villa di Ullrich lo scorso 13 settembre.

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Tribunale federale (TF)

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Ulrich si professa innocente

Nel mese di febbraio 2006, al momento dell’annuncio della decisione di abbandondare la carriera professionistica, il ciclista germanico aveva nuovamente ribadito la propria innocenza.

«Non ho mai barato in tutta la mia carriera», aveva dichiarato, aggiungendo di «non avere ancora capito» il motivo della sua esclusione dal Tour de France del 2006. «Da quel giorno la mia vita sportiva è finita e sono stato condannato prima ancora di essere giudicato».

swissinfo e agenzie

Jan Ullrich, 33 anni, è stato il primo germanico a vincere il Giro di Francia (1997); a cinque riprese è giunto al secondo posto.

Ullrich si è laureato due volte campione del mondo nella gara a cronometro (1999 e 2001).

Il campione germanico è stato escluso dal Tour del 2006 poche ore prima delle partenza, in quanto sospettato di essere implicato in una rete di doping.

Nel febbraio 2007, Ullrich ha annunciato la fine della sua carriera da professionista.

In assenza di una legislazione contro il doping in Germania, nei confronti dell’ex capitano della squadra T-Mobile è stata avviata un’inchiesta per truffa dalla procura di Bonn.

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