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Un diploma per i difensori dei più piccoli

Gli esperti a tutela dell'infanzia garantiranno un sorriso sul viso di ogni bambino? Keystone Archive

La Svizzera è il primo paese al mondo a proporre una formazione post universitaria nell’ambito dei diritti dei bambini.

Il master organizzato da due istituti accademici elvetici fornisce una visione globale sui principi elencati nella Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dei minorenni.

“Si parla spesso di diritti dell’uomo, ma molto poco di diritti dei bambini”, dichiara Jean Zermatten, direttore dell’Istituto internazionale per i diritti del bambino (Ide) di Sion, nel canton Vallese.

Il più importante strumento internazionale a tutela dell’infanzia, la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dei bambini, ha infatti visto la luce soltanto 15 anni fa.

Un testo fondamentale che a causa della sua “tenera età” non ha ancora avuto modo di propagare i suoi principi ed implicazioni nel mondo.

Da queste considerazioni è nata l’idea di creare dei veri e propri specialisti in materia, grazie ad un corso postuniversitario di perfezionamento.

“Ci siamo resi conto che mancava una formazione di base sui diritti dei bambini, che considerasse la Convenzione quale soggetto principale dell’insegnamento”, ci dice Zermatten.

Studiare la Convenzione dalla A alla Z

Dopo un lungo lavoro di concezione e di organizzazione, il direttore dell’Ide e presidente del Tribunale dei minori del Vallese è così riuscito, nel 2002, a lanciare “l’Executive Master on Children’s Rights (EMCR)”, il primo master sui diritti dei bambini.

Una novità non solo per la Svizzera, ma per il mondo intero, come spiega a swissinfo il responsabile dei corsi Pascal Pichonnaz: “Questa formazione, che ha consegnato i primi diplomi lo scorso novembre, è unica perché oltre ad avere un carattere interdisciplinare ed internazionale, fornisce una visione globale e completa”.

Organizzato congiuntamente dall’Istituto universitario Kurt Bösch di Sion e dall’Università di Friborgo, l’EMCR permette a sociologi, psicologi, medici, giuristi e a collaboratori di associazioni umanitarie, di perfezionare le conoscenze grazie ad esperti provenienti da ogni angolo del pianeta.

“Un aspetto molto importante è inoltre lo scambio di esperienze”, sottolinea Pichonnaz, professore dell’ateneo friborghese.

Una visione globale

Tra i neodiplomati, abbiamo ritrovato Hervé Boéchat, collaboratore scientifico presso il Servizio della protezione internazionale del bambino all’Ufficio federale di giustizia (Ufg).

“La grande qualità di questa formazione è di proporre un approccio globale sul significato della nozione di diritti dei bambini”, dichiara Boéchat.

Il collaboratore dell’Ufg fa notare che quando si parla di diritti dei minorenni, non sempre si è a conoscenza della varietà dei settori interessati.

“La Convenzione prende in considerazione numerosi aspetti, dal lavoro minorile, alla prostituzione, al diritto dei bambini nelle questioni giudiziarie”, indica Boéchat.

“Non ci rendiamo inoltre conto delle implicazioni che il testo delle Nazioni Unite può avere a livello pratico”.

Un numero crescente di decisioni politiche, amministrative e giuridiche è infatti la conseguenza dell’attuazione della Convenzione.

“Il Tribunale federale ha emesso numerose decisioni anche sulla base della Convenzione. Ad esempio, il diritto dei bambini adottati di conoscere i veri genitori”, indica Pascal Pichonnaz.

Aiutare invece di punire

In futuro ci saranno dunque sempre più specialisti del trattato dell’ONU. Ma quanti sono i paesi che lo rispettano?

“Tutti i paesi hanno ratificato il testo, con la sola eccezione di Somalia e Stati Uniti. Nonostante non possono ignorare la Convenzione, gli USA non hanno ribadito la firma perché non vogliono rinunciare alla pena di morte per gli adolescenti”, ci dice Jean Zermatten.

Malgrado l’assenza del grande paese a stelle e strisce, la Convenzione possiede comunque, secondo il giudice dei minori, una “forza straordinaria” perché impone un controllo a tutti gli stati membro.

Invece di punire chi non rispetta i diritti o chi presenta un quadro che non corrisponde alla realtà, il Comitato per i diritti dei bambini propone delle misure di incitamento per favorire un miglioramento della situazione. In altre parole, l’onestà di un paese nell’ammettere le proprie lacune è premiata con aiuti tecnici e finanziari.

“Il Comitato può incaricare organizzazioni umanitarie di promuovere programmi di sostegno”, spiega Zermatten.

La Svizzera bene, ma non perfetta

Dopo l’adozione della Convenzione dei diritti dei bambini nel 1989, la Svizzera ha ratificato la propria firma soltanto nel 1997.

“Ci sono voluti quasi dieci anni perché si temeva di intaccare l’autorità parentale”, afferma Zermatten.

In materia di tutela dell’infanzia, la situazione in Svizzera è, secondo l’ideatore del programma EMRC, “relativamente buona in un certo numero di settori, ma non ideale”.

Zermatten cita ad esempio le disuguaglianze cantonali create dal sistema federale in materia di allocazioni familiari e di insegnamento.

swissinfo, Luigi Jorio

Il corso di formazione sui diritti dei bambini, l’Executive Master on Children’s Rights (EMCR), è un programma post laurea di due anni aperto ai professionisti attivi nel campo della protezione dei minorenni.

Organizzato congiuntamente dall’Istituto universitario Kurt Bösch di Sion e dall’Università di Friborgo, l’EMCR permette di ampliare e perfezionare la conoscenza in materia di diritti dei bambini, introducendo vari concetti, approcci ed esperienze.

Secondo le cifre fornite dall’UNICEF, sono 2,2 miliardi i bambini nel mondo.
Oltre 1 miliardo quelli che vivono in situazione di povertà.
400 milioni di bambini non hanno accesso a fonti d’acqua sicura.
180 milioni sono vittime delle peggiori forme di lavoro minorile.
2 milioni sono sfruttati dall’industria del sesso.

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