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Votare o non votare – Svizzeri in Canada

Ingrid Läderach-Steven swissinfo.ch

Se gli emigrati svizzeri sono orgogliosi della loro origine, perché soltanto uno su sei esercita il proprio diritto di voto? Tre svizzeri che vivono in Canada illustrano le loro ragioni.

Una delle tre importa dalla Svizzera tartufi di cioccolata farciti con crema fresca, un’altra è attiva in politica e si occupa di fund raising, il terzo porta avanti la tradizione elvetica dell’allevamento di bestiame da latte.

Tutti e tre vivono nell’area della “Grande Toronto”, la capitale dell’Ontario che è la provincia più popolosa del Canada e il centro del potere economico del paese. Nel 2005, dei 2,4 miliardi di franchi delle esportazioni svizzere in Canada ben il 70 per cento è finito nell’Ontario.

Non c’è da stupirsi, allora, che questa provincia centrale adagiata tra i Grandi Laghi “importi” anche un gran numero di emigrati svizzeri. Quasi un terzo delle 36.000 persone con passaporto svizzero che risiedono in Canada vive nell’Ontario – circa una metà è di casa nella regione di Toronto.

Uno degli indirizzi più prestigiosi è quello di Ingrid Läderach-Steven, una signora che viene dalla Svizzera centrale e che a Toronto è diventata una sorta di istituzione. Nel suo negozio, Swiss Master Chocolatier (ovvero: Maestri Cioccolatieri Svizzeri), nell’esclusivo quartiere di Bridle Path, vende “meravigliosa cioccolata per gente meravigliosa”.

I media canadesi hanno pubblicato e mandato in onda numerosi servizi sul negozio e spesso hanno chiesto a Läderach-Steven suggerimenti per dolci di Pasqua e Natale.

Ma anche se in Canada è diventata una piccola celebrità la donna, che ha lasciato la terra d’origine circa trent’anni fa, in cuor suo si sente ancora svizzera.

Frequenta i circoli svizzeri di Toronto, sponsorizza manifestazioni organizzate dal locale club elvetico e prende anche parte alle loro attività. Eppure, mette le mani avanti quando si tratta di esercitare il proprio diritto al voto nella Confederazione.

“Amo la mia patria”, dice, “ma per quanto sia molto interessata a quello che accade laggiù, non mi sembra opportuno che io – assente da oltre 30 anni – prenda la parola sul presente del paese”.

Un sorriso che seduce

Il corso dei suoi pensieri è interrotto di tanto in tanto dalle persone che entrano nel minuscolo locale. Ingrid Läderach-Steven rivolge il suo seducente sorriso ai clienti, fornisce qualche consiglio, avvolge con amabile talento piccole confezioni di cioccolata e saluta ogni cliente come faresti con un amico. E’ il segreto del suo successo. Ma sottolinea e conclude: “Ritengo che, una volta che abbiamo lasciato un paese, ci sono cose cui non abbiamo più diritto, soprattutto quando riguardano le questioni di politica interna”.

Vreni Ducommun non è d’accordo. Insegnante in pensione, vive col marito svizzero a pochi isolati dal negozio di cioccolata. Ha votato alle elezioni svizzere e ai referendum da quando, nel 1992, è diventato possibile ed è stata delegata per il Canada del Consiglio degli Svizzeri all’estero per otto anni.

“Possiamo dare un contributo. E la nostra esperienza in un altro paese ci consente di avere una visione più ampia”. Suo marito detiene i diritti di una licenza svizzera per una tecnologia d’ingegneria civile e nel corso degli anni la loro azienda ha impiegato molti svizzeri.

“Siamo buoni ambasciatori – ci chiamano così – della Confederazione elvetica. E il fatto di restare in contatto e coinvolti in progetti comuni, porta vantaggio a tutti”.

Ironia della sorte, Ducommun ha votato per la prima volta in vita sua proprio in Canada, dove si era trasferita nel 1968. Tre anni prima che il suffragio femminile fosse introdotto in Svizzera.

Ducommun afferma che proprio questa circostanza le fece apprezzare la questione dei diritti. E la portò a diventare politicamente attiva in Canada, unendosi a un gruppo che collaborò ad ancorare i diritti delle donne nella costituzione canadese e partecipando alle elezioni per gli organismi scolastici. Oggi Ducommun si occupa di raccogliere fondi per istituzioni culturali canadesi.

Una passione ereditaria

La passione l’ha trasmessa alla figlia ormai adulta. Lo scambio di idee sugli scenari politici della Svizzera, racconta Ducommun, ha avvicinato madre e figlia.

Ma la sua sfida e quella del club svizzero cui appartiene è di riuscire a convincere altri giovani svizzeri di seconda generazione dell’importanza di partecipare al voto di un paese che conoscono solo per qualche occasionale viaggio di vacanza.

Una fattoria modello

Roland Egger sta per assumere la gestione della fattoria dei genitori, che vennero nell’Ontario dal cantone di San Gallo all’inizio degli anni Cinquanta con pochi dollari in tasca.

Come molte aziende agricole svizzere in Canada, la proprietà di Egger, situata in cima a una scarpata a sudest di Toronto, è un lindo e ordinato modello di perfezione. Il padre di Egger ha trasformato quello che era un acquitrino in una fattoria che funziona a pieno regime con 52 capi di bestiame ed idilliaci stagni pieni di trote.

“Riconsidererei la faccenda del voto, ma prima dovrei saperne un po’ di più sulla politica svizzera” dice il giovane Egger. “In fondo chiedermi di votare sarebbe chiedermi chi penso che vincerà, questa o quella persona, ma di loro non so nulla. E non vedo la faccenda come qualcosa che mi riguardi”.

I visitatori che vengono dalla Svizzera tengono Egger informato sui cambiamenti della politica agricola svizzera che lui ascolta con passione.

“Si tratta di temi sempre interessanti ed è importante tenersi aggiornato. Ma non è importante come essere in grado di visitare il paese, poiché abbiamo dei legami laggiù e molti posti dove stare. Questa è la ragione fondamentale per cui siamo in contatto col nostro paese”.

swissinfo, Dale Bechtel, Toronto
(traduzione di Serena Tinari)

Immigranti svizzeri cominciarono a giungere nell’Ontario nell’ultimo scorcio del diciottesimo secolo. Molti dei primi svizzeri che si stabilirono in questa regione appartenevano al movimento religioso mennonita, che era sorto – e poi era stato represso – proprio in Svizzera.

Una più ampia ondata di svizzeri arrivò negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale, attratti dalla rapida crescita economica del Canada.

Gli 11.500 svizzeri che vivono nell’Ontario sono parte di una più larga comunità di 36.000 persone che risiedono in Canada con passaporto svizzero. E’ la più numerosa dopo gli Stati Uniti ed è la quinta più grande comunità svizzera del mondo.

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