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Wimmis: un dramma e tante domande

Keystone

Interrogativi e incredulità si accavallano, ma le risposte si fanno attendere: all'indomani dell'incidente militare sul fiume Kander, che giovedì ha fatto 4 morti, 1 disperso e 5 feriti, l'esercito dice che si dovrà aspettare la fine dell'inchiesta.

Cosa facessero in acqua dei membri di una compagnia della sicurezza del trasporto aereo e per di più in un tratto di fiume segnalato come non navigabile, per ora resta dunque un mistero.

Ma una cosa è certa: tutti gli esperti di canottaggio e torrentismo interrogati dai media sono unanimi nell’affermare che non avrebbero mai preso il rischio di avventurarsi in una zona piena di scalini per le rapide artificiali come quella.

Molto severo anche il giudizio del vicepresidente della Società svizzera degli ufficiali Denis Froidevaux, secondo il quale nell’esercitazione non è stato rispettato il “sacrosanto” principio della prudenza. La “regola d’oro” nell’esercito è di limitare al massimo i rischi, ha aggiunto.

Tutti ufficiali e sottufficiali svizzeri tedeschi

Se per dare risposte alle domande sulla dinamica dell’accaduto l’esercito svizzero rinvia alle conclusioni dell’inchiesta, che si profila lunga, il comandante delle Forze aeree svizzere Walter Knutti ha reso noto le generalità dei dieci occupanti dei due gommoni protagonisti del dramma. Si tratta di ufficiali e sottufficiali svizzeri tedeschi d’età compresa fra i 25 e i 33 anni.

Il comandante ha precisato che tutti i familiari sono stati avvisati. Inoltre, il capo dell’esercito, Roland Nef venerdì ha reso visita ai parenti e ai commilitoni delle vittime.

Il giudice istruttore militare Michael Leutwyler, che dirige l’inchiesta, ha dal canto suo annunciato che il dramma non è legato al consumo di alcool o droghe. Le analisi eseguite sui feriti hanno infatti consentito di scartare questa ipotesi.

Pericolo sottovalutato

“La prima cosa che si apprende quando si pratica il kayak e si riceve la licenza per navigare su un fiume è che non si deve andare dove ci sono tali sbarramenti”, dichiara a swissinfo Daniel Chezière, fondatore nel 1982 di swissraft, società pioniera nel settore degli sport estremi.

“L’acqua che passa sopra a questi scalini precipita sul fondo e crea un mulinello, esattamente come il tamburo di una lavatrice. Quando ci si trova dentro non si può più uscire”, spiega l’esperto.

Inoltre si forma una grande quantità di schiuma: è perciò impossibile prendervi appoggio come si fa sull’acqua, prosegue Chezière. Uscire da questo circuito infernale è un’impresa molto ardua.

Felix Bürgi, una guida di questi sport che dirige la Swiss Outdoor Company, mette anche in discussione il tipo di imbarcazione usata dai soldati svizzeri, che non sarebbe adatta per quel tratto della Kander. A suo avviso, quel genere di natante è troppo pesante e difficile da manovrare.

Ma Chezière è tassativo: “non è un problema di materiale. Semplicemente non ci sono canotti fatti per resistere a questo genere di prova”. Secondo l’esperto, le persone coinvolte nell’incidente ignoravano completamente i pericoli. Il principio della cautela è stato violato.

Anche la società dei canottieri bernesi “Kanu Klub” non naviga su quel tratto di fiume a causa del pericolo troppo elevato, conferma il suo responsabile Friedrich Witschi.

Ancora un milite disperso

Le ricerche degli ultimi due dispersi hanno portato sabato al ritrovamento della salma di altro milite, la quarta vittima accertata finora. Le operazioni per recuperare il corpo dell’ultimo soldato disperso sono ostacolate dalla forte corrente e dalla scarsa visibilità: le acque sono torbide a causa dei temporali e dello scioglimento delle nevi, precisa Hans Peter Luttenbacher, della polizia lacuale di Thun.

Intanto, quattro feriti hanno potuto lasciare l’ospedale venerdì. Una quinta persona – il comandante della compagnia – resta ancora ricoverato in stato di osservazione. Finora non è ancora stato possibile interrogarlo poiché ha subito un’operazione alla mandibola.

swissinfo e agenzie

L’esercito svizzero è composto di 140mila militi, di cui solo 4200 sono professionisti (soldati, istruttori e ufficiali).

La legge obbliga tutti gli uomini svizzeri a prestare servizio nell’esercito, purché siano atti.

Nella pratica, quasi un terzo è escluso per svariati motivi.

Per le donne il servizio è volontario.

Il servizio si svolge a partire dai 18 anni. La scuola reclute dura dalle 18 alle 21 settimane. Seguono corsi di ripetizione di tre settimane scaglionati fino ai 35 anni.

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