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I lavoratori dell’edilizia incrociano le braccia

"Niente contratto, niente muratore", l'avvertimento lanciato dai lavoratori edili Keystone

Nei cantoni di Berna, Neuchâtel e Ginevra diverse migliaia di operai hanno indetto lunedì scioperi e manifestazioni per protestare contro il mancato rinnovo, da parte del padronato, del contratto collettivo nazionale di lavoro nell'edilizia.

Il conflitto che oppone lavoratori e sindacati agli impresari costruttori si inasprisce ulteriormente, dopo l’agitazione di sabato sui cantieri Alptransit della linea ferroviaria del San Gottardo.

Alcune migliaia di persone hanno manifestato lunedì a Ginevra, Berna e Neuchâtel per sollecitare il rinnovo del “contratto nazionale mantello” (CNM) per gli 80 mila salariati del settore edile. Lo scorso 23 maggio, la Società svizzera degli impresari costruttori (SSIC) aveva infatti disdetto il contratto collettivo nazionale di lavoro, con effetto dal primo ottobre.

Per la prima volta da 70 anni, il settore della costruzione si ritrova così privo di CNM. Le organizzazioni dei lavoratori Unia e Syna, che si battono contro la volontà padronale di imporre tempi di lavoro più flessibili, temono che il vuoto contrattuale apra la strada al dumping salariale e ad altri abusi.

Secondo i sindacati numerose società di intermediazione di lavoro temporaneo hanno già annunciato, a partire da ottobre, una diminuzione delle retribuzioni. E se si abbassano le paghe nell’edilizia il “cattivo esempio farà scuola” anche negli altri settori.

Sciopero di avvertimento

La mobilitazione maggiore si è avuta lunedì a Ginevra, dove 4-5000 manifestanti (cifra fornita dalla polizia) hanno sfilato per le vie della città vecchia in un concerto assordante di fischietti e tamburi, bloccando o rendendo molto difficile il traffico in città. Gli operai hanno votato un inasprimento del conflitto: il prossimo sciopero potrebbe durare due giorni se l’associazione padronale “non capisce il messaggio”.

A Neuchâtel circa 400 scioperanti hanno sfilato nel centro cittadino. Lo sciopero d’avvertimento è stato seguito da oltre la metà dei lavoratori edili del cantone, ha dichiarato Aldo Ferrari del sindacato Unia, aggiungendo che non si è lavorato su una cinquantina di cantieri neocastellani.

Una manifestazione autorizzata, che ha riunito mezzo migliaio di partecipanti, si è svolta senza contrattempi anche a Berna. Secondo Nico Lutz dell’Unia si è scioperato in un centinaio di cantieri nella capitale elvetica e nella regione circostante. Il sindacalista ha valutato a circa 700 le persone che hanno incrociato le braccia.

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Contratto collettivo di lavoro

Questo contenuto è stato pubblicato al Il contratto collettivo di lavoro (CCL) è un accordo tra datori di lavoro o associazioni di datori di lavoro di un determinato settore e associazioni di lavoratori. Queste convenzioni contengono disposizioni sulla stipulazione, il contenuto e la fine del contratto di lavoro individuale, nonché prescrizioni sui diritti e gli obblighi delle parti contraenti e sull’applicazione…

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Stime divergenti

Queste cifre non sembrano impressionare il portavoce della SSIC Martin Fehle, secondo il quale l’azione inscenata lunedì dai lavoratori “non convince in fatto di quantità”.

Stando a Fehle, nei cantoni interessati le imprese hanno deciso di sospendere i lavori e pochi sono i veri scioperanti. “I lavoratori edili non si lasciano coinvolgere in proteste”, ha aggiunto il portavoce della SSIC, ribadendo che lo sciopero è in ogni caso illegittimo.

Le posizioni non potrebbero essere più contrapposte anche nella valutazione del primo sciopero di avvertimento avvenuto venerdì e sabato nei cantieri Alptransit del San Gottardo. L’Unia parla di 700 scioperanti, la SSIC sostiene invece che non c’è stata cessazione del lavoro volontaria e che i cantieri sono stati bloccati dai soli militanti sindacali.

Nuovi scioperi in vista

Lo scorso 13 settembre, il comitato centrale di Unia ha stanziato 5 milioni di franchi in vista degli scioperi. “I lavoratori sono determinati a difendere i loro interessi”, afferma il maggiore sindacato svizzero (200’000 affiliati), precisando che una parte della somma stanziata servirà anche a finanziare una campagna di informazione.

Una nuova giornata di agitazione è prevista il 1° novembre a Zurigo. Se i negoziati in agenda il 5 novembre non daranno risultati, ci sono già piani per nuove misure di lotta, ha detto alla stampa a Berna Hansueli Scheidegger, responsabile di Unia per il settore edile.

Da parte sua, la SSIC si dice in una nota disposta “a discutere soluzioni nuove, anche non convenzionali”, purché la controparte rinunci ad “azioni provocatorie e diffamazioni”.

swissinfo e agenzie

Con lo sciopero i sindacati sperano di giungere alla stipulazione di un nuovo Contratto collettivo di lavoro nazionale (CCL) per i circa 80’000 dipendenti attivi nel settore edile.

Il vecchio CCL, che non è più in vigore dal 1. ottobre, è stata rescisso in maggio dalla Società svizzera degli impresari costruttori.

I partner sociali non riescono a trovare un accordo. Il padronato vorrebbe più flessibilità per evitare la disoccupazione invernale. Auspica inoltre la parziale introduzione di una rimunerazione al merito.

I sindacati coinvolti, UNIA e Syna, rifiutano al contrario ogni deterioramento delle condizioni di lavoro, peraltro già difficili per chi è attivo nella costruzione.

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