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Diplomatico libico a Ginevra volta le spalle a Gheddafi

L'ambasciatore della Libia alle Nazioni Unite di New York, Abdurrahman Mohamed Shalgham (sinistra) è abbracciato dal sostituto ambasciatore Ibrahim Dabbashi (destra). Entrambi hanno ritirato il loro sostegno a Gheddafi. Reuters

swissinfo.ch ha ottenuto delle informazioni esclusive sul diplomatico libico che si rifiuta di rappresentare Muammar Gheddafi alla sede ONU di Ginevra. Era appena stato nominato dalle autorità e ha deciso di sostenere appieno la rivoluzione dei suoi concittadini.

Muhammad Murad Hamimah ha affermato di non voler accettare l’incarico. Il diplomatico accusa Gheddafi di condurre un regime «con atti violenti contro la popolazione e di avvalersi di mercenari». Ha ribadito inoltre di «sostenere la rivoluzione libica» che sta tentando di rovesciare la dittatura.

swissinfo.ch ha ricevuto un comunicato dall’inviato diplomatico libico che è stato nominato rappresentante permanente in seno alla Missione libica nelle Nazioni Unite di Ginevra il 26 febbraio 2011.

Nel comunicato Hamimah afferma di «rifiutare il mandato del governo che ha perso la sua legittimità commettendo atti violenti, intimidazione e omicidi aleatori contro le masse di manifestanti innocenti».

L’uso della forza contro la popolazione pacifica «costituisce una violazione evidente dei principi dei diritti umani e delle leggi umanitarie internazionali», si legge nel documento.

«Sostengo la rivoluzione libica e appoggio pienamente i miei coraggiosi concittadini che chiedono libertà, democrazia e che lottano contro la corruzione», ha aggiunto il diplomatico.

Nessun rappresentante diplomatico in Svizzera

Il delegato capo della Missione libica alle Nazioni Unite di Ginevra, Adel Shaltout, ha partecipato alla sessione straordinaria del Consiglio dei diritti umani di Ginevra il 25 febbraio per tematizzare le violazioni dei diritti umani in Libia. Rivolgendosi al Consiglio ha affiancato gli altri membri della Missione chiedendo di sostenere la rivoluzione popolare.

«La storia ci ha mostrato che la volontà del popolo è invincibile», ha affermato.

«Noi della Missione libica abbiamo deciso di rappresentare la popolazione del nostro paese e non intendiamo rappresentare nessun altro. Saremo la voce di questo grande popolo presso il Consiglio e tutte le altre organizzazioni internazionali», ha ribadito Shaltout.

A inizio settimana, il personale locale libico dell’ambasciata di Berna ha deciso a sua volta di sostenere la rivoluzione.

Pertanto, in seguito alla decisione della Missione libica di Ginevra, il regime di Tripoli non dispone più di alcun rappresentante diplomatico in Svizzera.

Il Senato americano ha adottato martedì una risoluzione simbolica che condanna la repressione in Libia chiedendo al «Consiglio di sicurezza dell’ONU di prendere nuove misure necessarie per proteggere i civili (…) e la possibile istituzione di una zone d’esclusione aerea al di sopra della Libia».

Le forze americane, tra cui due navi da guerra, sono spiegate in prossimità della Libia. Una porta-elicotteri trasporta anche delle chiatte di sbarco. Ma l’opzione di un intervento militare divide la NATO.

L’UE terrà un vertice straordinario l’11 marzo per definire una risposta comune agli scontri in Libia e in Africa del Nord.

Il procuratore della Corte penale internazionale Luis Moreno-Ocampo ha annunciato giovedì l’avvio di una inchiesta sui presunti crimini commessi in Libia. In tale occasione, pubblicherà una lista di persone oggetto dell’inchiesta.

Il Programma alimentare mondiale ha lanciato un appello martedì per ottenere 38,7 milioni di dollari di sovvenzioni urgenti per le necessità di 2,7 milioni di persone in Libia, Egitto e Tunisia. L’agenzia dell’ONU ha ribadito la necessità di evitare una catastrofe umanitaria.

(traduzione e adattamento, Michela Montalbetti)

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