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Arrivano i bilaterali

La libera circolazione delle persone sarà introdotta gradualmente Keystone

Il conto alla rovescia sta per scadere: il 1. giugno, 10 anni dopo il no allo Spazio economico europeo, entrano in vigore gli accordi bilaterali con l'UE.

Le conseguenze saranno visibili soprattutto per due dei sette capitoli dell’intesa: la libera circolazione dei lavoratori e i trasporti.

Libera circolazione progressiva

La libera circolazione garantirà agli svizzeri – nell’arco di due anni – il libero accesso al mercato del lavoro europeo, il diritto di residenza nei paesi UE e il riconoscimento reciproco dei diplomi.

Per i lavoratori europei già integrati nel mercato elvetico, la libera circolazione professionale sarà effettiva da subito: per gli altri sarà introdotta progressivamente in un periodo massimo di dodici anni.

In attesa di verifiche

Quello della libera circolazione – che comporta l’abolizione dello «status» di stagionale – è l’unico dossier che dovrà essere confermato a sette anni dall’entrata in vigore, eventualmente attraverso un referendum facoltativo: dovesse essere respinto, l’intero pacchetto dell’intesa bilaterale diverrebbe caduco.

Partner sociali fiduciosi

L’apertura elvetica all’UE è vista di buon occhio da Economiesuisse: l’associazione padronale non perde infatti occasione per sottolineare che l’UE è il principale partner commerciale della Svizzera.

Giudizi positivi anche da parte dei sindacati, che rimarranno comunque vigili per proteggere i lavoratori «indigeni» dal rischio di «dumping» salariale.

Difficile formulare pronostici, ha commentato il presidente del sindacato dell’industria, della costruzione e dei servizi (FLMO) Renzo Ambrosetti, ma è prevedibile che il rischio sarà più concreto in caso di crisi economica. In questo caso bisognerà attivare le già predisposte «misure di accompagnamento».

E sulle strade?

Gli altri capitoli dell’accordo bilaterale riguardano la ricerca, gli appalti pubblici, la rimozione degli ostacoli al commercio, determinati prodotti agricoli, i trasporti aerei e quelli stradali. E proprio questo ultimo punto desta qualche apprensione.

La Svizzera si è infatti impegnata ad innalzare progressivamente il peso massimo autorizzato per i camion in transito, fino a far proprio – nel 2005 – il limite europeo di 40 tonnellate. La misura sarà accompagnata dal progressivo aumento della tassa sul traffico pesante commisurata ai chilometri percorsi, che raggiungerà nel 2008 il tetto di 325 franchi per un tragitto Basilea-Chiasso.

Un processo iniziato 10 anni fa

Gli accordi bilaterali sono nati dalla necessità di rompere l’isolamento della Svizzera, dopo la votazione del 6 dicembre 1992 in cui gli elettori dissero di «no» all’adesione allo Spazio economico europeo (SEE). L’obiettivo era di ottenere un migliore accesso al mercato dell’UE, se possibile senza restrizioni della sovranità nazionale e senza trasferimenti di competenze politiche verso Bruxelles.

Entrambe le parti sono interessate a rapporti economici senza ostacoli: l’UE è infatti per la Svizzera il principale partner commerciale e la Confederazione è per i Quindici il secondo partner dopo gli Stati Uniti.

L’intesa settoriale di imminente applicazione non ha però risolto tutti i problemi. Ne sono una prova la nuova tornata di «bilaterali bis» e le pressioni dell’UE affinché la Svizzera recepisca la legislazione comunitaria, in particolare nei settori sensibili della frode doganale e dell’evasione fiscale.

swissinfo e agenzie

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