Un laboratorio su lavoro e disagio
Insicurezza, paura di perdere l’impiego, stress: il lavoro è anche questo. E le conferme non mancano.
Secondo l’Ufficio federale di statistica i 47% degli uomini e il 41% delle donne sono sottoposti a forti tensioni nervose sul lavoro.
La flessibilità del lavoro può generare disagio, aumentare le incertezze ed accrescere l’esclusione tra i lavoratori. La diffusione della precarietà, della discontinuità e della flessibilità all’interno di una società abituata alla piena occupazione, ha un impatto sulla salute mentale della popolazione.
Una realtà sulla quale non si può chiudere gli occhi. E a questo scopo il Ticino ha avviato un altro progetto, finanziato dal Fondo Nazionale Svizzero, che consiste nella realizzazione di un Laboratorio di psicopatologia del lavoro.
“Le malattie considerate emergenti, quali stress, depressione, ansia, molestie, intimidazione – osserva il dottor Michele Tomamichel, Direttore medico del settore sottoceneri dell’ Organizzazione sociopsichiatrica cantonale (OSC) – rappresentano in Europa il 18% dei problemi di salute legati al lavoro”.
La creazione di un Laboratorio (su mandato del Dipartimento Sanità e socialità) rappresenta pertanto un’iniziativa che non vuole solo limitarsi a meglio comprendere le relazioni tra lavoro e salute. Intende soprattutto individuare nuove modalità di intervento e di presa a carico.
“Le esperienze in corso a Losanna, Parigi e Milano mostrano – puntualizza Tomamichel – come interventi diretti sul territorio possano contribuire alla promozione della salute sul posto di lavoro e al dibattito”.
swissinfo
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