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Emergenza cancro nei paesi del Terzo mondo

L'Istituto di oncologia della Svizzera italiana (IOSI) riconosciuto a livello internazionale

Nella lotta contro il cancro sono stati compiuti notevoli progressi, tanto a livello di ricerca, quanto di terapia. Ma all'orizzonte, sottolinea l'oncologo ticinese di fama internazionale Franco Cavalli, si delineano nuove e difficili sfide.

Se la lotta contro il cancro non conosce sosta, va però messo in evidenza che la ricerca scientifica si è tradotta in risultati incoraggianti, in speranze confortanti e in migliori possibilità di sopravvivenza.

Alcuni di questi traguardi sono stati illustrati alla decima Conferenza internazionale di Lugano sui linfomi maligni, durante la quale è stata presentata la nuova versione della classificazione dei linfomi, sotto il patrocinio dell’Organizzazione mondiale della sanità.

I linfomi maligni rappresentano il 10% circa di tutti i tumori. Negli ultimi anni le possibilità di guarigione sono molto migliorate, grazie anche a scoperte scientifiche presentate proprio a Lugano. Notevoli passi avanti specialmente per i linfomi “Hodgkin” (proliferazione di determinate cellule): oggi, infatti, nove casi su dieci possono essere guariti. Progressi significativi anche per molti tipi di linfomi “non-Hodgkin” (tumori maligni del tessuto linfatico), che possono essere guariti nella misura del 50-60%.

La Svizzera ai vertici mondiali

Nel contesto internazionale della lotta contro il cancro, la Svizzera si situa ai massimi vertici sia nel campo della ricerca (di laboratorio e clinica), sia in quello della terapia. “Nel campo delle terapie per i linfomi e il carcinoma al seno – spiega a swissinfo il professor Franco Cavalli – la Svizzera vanta i migliori risultati al mondo, sulla base di riscontri oggettivi”.

Un risultato legato in parte anche alla qualità del sistema sanitario. “Forse a livello di ricerca gli Stati Uniti hanno qualche margine di vantaggio. Ma a causa del pessimo sistema sanitario americano – sottolinea Cavalli – buona parte dei pazienti non viene trattata. La società americana di lotta contro il cancro ha calcolato che la mortalità di coloro che non hanno una cassa malati, e sono 50 milioni di persone, è doppia rispetto a chi è assicurato”.

Un posto di primo piano anche per l’Istituto di oncologia della Svizzera italiana (IOSI), che gode di una buona reputazione oncologica a livello svizzero. Brilla a livello internazionale, dove è ben profilato, in tre settori. “Il nostro punto di forza – precisa a swissinfo il direttore dello IOSI Michele Ghielmini – sono sicuramente i linfomi. Ma siamo conosciuti a livello mondiale anche per la terapia adiuvante nel carcinoma al seno e per lo sviluppo di nuovi farmaci anti-tumorali”.

Il cancro dei ricchi supera le frontiere

Ai vertici dell’Unione internazionale contro il cancro (UICC) dal 2006, Franco Cavalli – che non smette di percorrere il mondo per toccare con mano la realtà delle persone – è confrontato con nuove sfide e nuovi problemi. Tra cui quello drammatico della diffusione del cancro nei paesi del Terzo mondo e nei paesi emergenti.

“Il cancro sta diventando sempre di più la malattia dei paesi sottosviluppati, nei quali sta letteralmente esplodendo. Oltre ai tumori legati alla povertà – sottolinea l’oncologo ticinese – si aggiungono anche le forme di cancro legate allo stile di vita occidentale. E in paesi dove mancano i mezzi per la diagnosi precoce, per la prevenzione e per le terapie, è un dramma di grandi proporzioni”.

Se non cambierà niente, nel giro di quindici anni il numero dei morti nel Terzo mondo raddoppierà. Allarme anche nei paesi emergenti. “Se i cinesi continueranno a fumare come stanno facendo adesso – evidenzia Cavalli – si presume che dal 2020 tre milioni di cinesi moriranno ogni anno di cancro ai polmoni”.

Stesso scenario per il cancro alla prostata e all’intestino. “Lo stile di vita occidentale – precisa il presidente dell’UICC – si sta imponendo molto velocemente sia nei paesi sottosviluppati, che in quelli emergenti, provocando un’esplosione del numero dei tumori in situazioni dove mancano le risorse mediche e sanitarie”.

Priorità irrinunciabili

Secondo l’oncologo ticinese bisogna continuare a puntare sulla prevenzione (movimento, alimentazione sana e astinenza dal fumo), sulla diagnosi precoce e su terapie meno costose. “Se non possiamo mettere a disposizione terapie e medicamenti meno costosi, per il Terzo mondo sarà la fine”.

Intanto il mondo scientifico punta sempre sulla ricerca, sostenuta anche da istituzioni attive nella lotta contro il cancro. La Fondazione San Salvatore, associata al Congresso internazionale di Lugano, in trent’anni ha messo a disposizione 8 milioni di franchi, tra premi ai ricercatori e sostegno diretto alla ricerca.

In trent’anni di intensa attività scientifica, risultati legati al simposio di Lugano si sono tradotti, riassumendo: in una migliore comprensione biologica della malattia, nella scoperta di schemi di chemioterapie più efficaci, nell’applicazione del trapianto autologo di cellule staminali, nell’influenza dell’immunologia.

swissinfo, Françoise Gehring, Lugano

Oltre tremila ricercatori provenienti da novanta paesi del mondo. Il Congresso internazionale sui linfomi maligni, che ogni tre anni si svolge a Lugano, è giunto nel 2008 alla sua decima edizione.

La chiave del successo del simposio, che chiude i battenti il 7 giugno, consiste nell’alto livello scientifico. La commissione peritale internazionale seleziona infatti i contributi migliori. Su una media di 800 presentazioni, solo il 10-15% viene presa in considerazione.

La fama di congresso selettivo attira del resto molti ricercatori: è l’unico incontro in Europa, al quale anche i ricercatori americani vogliono partecipare per presentare i loro risultati.

Negli ultimi trent’anni la diffusione di questa particolare forma di cancro è raddoppiata in tutto il mondo, diventando il quinto tumore per frequenza.

In Ticino il numero di nuovi casi annui è maggiore rispetto alla media svizzera ed è tra i più alti in Europa. Ma è anche in Ticino che la ricerca su questo tipo di tumore ha fatto segnare passi da gigante.

La Lega svizzera contro il cancro ha curato una pubblicazione sui linfomi, in cui vengono spiegate le caratteristiche di questi tumori.

I linfomi di Hodgkin: Circa il 25% di tutti i linfomi sono linfomi di Hodgkin (si parla anche di morbo di Hodgkin). Nei tre quarti dei pazienti la malattia insorge prima dei 60 anni, più frequentemente tra 15 e 30 anni.

I linfomi non-Hodgkin: costituiscono il 75% di tutti i linfomi. Un terzo dei linfomi non-Hodgkin si manifesta prima dei 60 anni, un terzo fra i 60 e i 74 anni e un terzo nelle persone che superano i 75 anni.

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