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No all’accordo aereo

Un no che potrebbe nuocere alle relazioni Svizzera e Germania swissinfo.ch

Il Consiglio nazionale non ha ratificato l'accordo aereo tra Berna e Berlino che limita a 100mila all'anno i sorvoli sul sud della Germania. La camera bassa l'ha bocciato mercoledì con 105 voti a 79.

Prevale la maggioranza borghese

A nulla sono valse le tesi a sostegno dell’intesa illustrate dai favorevoli, deputati socialisti e verdi. L’esito era dato per scontato ben prima dell’inizio dei dibattiti, considerata l’ostilità dei partiti borghesi. Per taluni esponenti della destra, come la liberale Barbara Polla, il rifiuto servirà ad impedire che regolamentazioni analoghe vengano adottate per altri scali come quello di Ginevra/Cointrin.

Per altri, qualora Berlino dovesse promulgare una regolamentazione più severa di quella negoziata, ci sarà la possibilità di adire le vie legali. Una proposta difesa da Duri Bezzola (PLR/GR) e da altri parlamentari.

Qualcuno ha messo in dubbio che la Germania opterà per una regolamentazione peggiore di quella negoziata. Il rifiuto, ha detto il radicale René Vaudroz, «sarà anche l’occasione per verificare l’affidabilità dei nostri partner europei». L’accordo bilaterale con l’Ue contiene infatti una clausola sulla non-discriminazione.

Le posizioni della sinistra

La sinistra e i Verdi dubitano che passi giuridici possano sfociare su soluzioni migliori di quelle contenute nell’accordo. Le possibilità di un esito favorevole di fronte ai tribunali tedeschi sono esigue, ha affermato il socialista Franco Cavalli.

A subire le conseguenze di un eventuale rifiuto sarà la popolazione svizzera che dovrà sopportare un maggior numero di voli, ha sottolineato Pia Hollenstein (Verdi). Le disposizioni transitorie in vigore dell’accordo – voli notturni – o che lo diventeranno tra poco – le limitazioni dei movimenti durante il fine settimana – verranno annullate a tutto svantaggio delle popolazioni che vivono nell’area dell’aeroporto di Zurigo.

Un’opinione non condivisa del radicale Paul Kurrus, egli stesso pilota. A suo parere, la Svizzera potrebbe fare riferimento alla recente direttiva dell’Ue che prevede regole omogenee in tutti gli scali per ridurre il rumore.

I timori di Moritz Leuenberger

Per il ministro dei trasporti Moritz Leuenberger, una diatriba giuridica con le autorità tedesche rischia di durare a lungo e l’esito potrebbe essere tutt’altro che favorevole. A suo parere, l’accordo rappresenta la migliore soluzione possibile. L’ordinanza che i tedeschi minacciano di adottare è restrittiva: riduzione dei voli annuali a 80mila, divieto totale di sorvolo il fine settimana e prolungamento per lo stop notturno (dalle 21:00 alle 07:00).

L’accordo, firmato il 18 ottobre 2001, limita a 100mila il numero di sorvoli sul territorio della Germania meridionale. Lo spazio aereo sarebbe off-limits la notte tra le 22:00 e le 06:00 – già in vigore – e tra le 20:00 e le 09:00 il fine settimana.

Berlino delusa, minaccia

Berlino è delusa dalla decisione del Consiglio nazionale di non ratificare l’accordo aereo fra la Svizzera e la Germania. Il ministro tedesco dei trasporti Kurt Bodewig ha minacciato di emettere una regolamentazione ancora più severa per i sorvoli sulla Germania meridionale da e verso l’aeroporto di Zurigo-Kloten.

“Il rifiuto del Consiglio nazionale è deplorevole poiché l’accordo raggiunto costituisce un compromesso equo per entrambe le parti”, ha dichiarato mercoledì sera a Berlino Bodewig. Il ministro tedesco ha avvertito che nel caso in cui l’accordo fosse definitivamente bocciato dal parlamento elvetico, Berlino emetterà una regolamentazione ancora più severa.

Quest’ultima potrebbe entrare in vigore nel giro di quattro settimane, ha aggiunto. “I movimenti aerei sopra la Germania sarebbero ridotti a 80mila all’anno e verrebbero imposte restrizioni per la notte e la finesettimana”.

Si è invece rallegrato della bocciatura del Nazionale il Ministero dell’ambiente del Baden-Württenberg. Questo Land si è sempre opposto all’accordo concluso fra Berna e Berlino, giudicandolo insufficiente. Vede perciò nel rifiuto della Camera del popolo un’occasione per rinegoziarlo.

swissinfo e agenzie

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