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Con tenacia e discrezione, la Croce Rossa avanza

Jakob Kellenberger in visita a Gaza il 14 gennaio 2009 dopo l'offensiva israeliana Keystone

Nonostante i progressi conseguiti riguardo al divieto delle bombe a grappolo e alla prigione americana a Guantanamo, gli operatori umanitari devono ancora compiere una grande mole di lavoro. Il presidente del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) ne parla a swissinfo.ch.

L’occasione dell’intervista è data dal 150° anniversario della battaglia di Solferino. Quella carneficina del 24 giugno 1859, nella provincia di Mantova, diede l’idea al ginevrino Henry Dunant di fondare delle organizzazioni per soccorrere le vittime di guerra, basate su principi di umanità, neutralità, indipendenza e volontariato.

Nel 2009 ricorrono inoltre il 90° anniversario della Federazione Internazionale delle Società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (FICR) e il 60° dell’adozione delle Convenzioni di Ginevra.

Fra i numerosi appuntamenti in calendario per le celebrazioni, spiccano le commemorazioni che si svolgeranno dal 23 al 28 giugno a Solferino. Su quelle terre dove ebbe luogo la sanguinosa battaglia, migliaia di persone provenienti da 120 paesi parteciperanno a una serie di attività all’insegna del motto “ricordare il passato per costruire un futuro migliore”.

swissinfo.ch: Quali sono a suo avviso le principali sfide per il CICR nei prossimi anni?

Jakob Kellenberger: Una delle più grandi sfide è riuscire a migliorare l’accesso alle popolazioni di zone colpite da conflitti armati o da altre situazioni di violenza.

Dobbiamo inoltre continuare a lottare tenacemente per un miglior rispetto del diritto internazionale umanitario. Siamo consci che non è mai stato rispettato come vorremmo… Ma se si lotta con determinazione, si possono conseguire progressi.

swissinfo.ch: In crisi recenti – Sri Lanka, conflitto israelo-palestinese, Afghanistan, Iraq, Guantanamo, guerra del terrore – sembrava che le parti che non rispettassero il diritto internazionale umanitario. Non si dovrebbero dunque riesaminare le Convenzioni di Ginevra e i relativi strumenti legali?

J.K.: Dal nostro punto di vista, il primo compito è ottenere il rispetto delle norme esistenti. Tuttavia non possiamo affermare che le norme sono sempre aggiornate e perfette. Ci sono aspetti del diritto internazionale umanitario che devono essere chiariti.

Per esempio la nozione della partecipazione diretta alle ostilità, che è diventata un punto centrale, dev’essere chiarita se vogliamo garantire che siano risparmiate popolazioni che non prendono direttamente parte ai combattimenti. Il CICR ha appena effettuato uno studio su questa importante questione.

Negli ultimi due anni abbiamo anche esaminato accuratamente in che misura siano necessari sviluppi degli accordi esistenti, specialmente per quanto riguarda l’applicazione del diritto internazionale umanitario ai conflitti armati non internazionali. In questo campo i trattati sono alquanto deboli.

swissinfo.ch: Dopo la sua recente visita negli Stati Uniti, crede che il centro di detenzione nella base americana di Guantanamo sarà chiuso e che ora le condizioni di detenzione e gli interrogatori di polizia statunitensi siano conformi alle Convenzioni di Ginevra?

J.K.: Il presidente Barack Obama il 22 gennaio 2009 ha firmato tre ordini esecutivi che istituiscono tre commissioni incaricate di occuparsi di Guantanamo, riguardo alle condizioni di detenzione, i trasferimenti e gli interrogatori.

Sono stato a Washington in aprile proprio in relazione a queste commissioni. Ho incontrato membri di tutti i tre panel, compresi il segretario alla Difesa, il procuratore generale e il segretario di Stato.

Dobbiamo attendere l’esito dei lavori di queste commissioni. Ma credo che sia un segnale molto positivo per il CICR di essere così strettamente associato a questo lavoro, in modo da poter dare il proprio contributo.

La nuova amministrazione americana è stata molto chiara circa il suo assoluto rifiuto di qualsiasi forma di tortura. Non ha messo in discussione i propri impegni per le Convenzioni di Ginevra e ha annunciato che la prigione di Guantanamo sarà chiusa entro un anno. Sono tutte buone notizie.

swissinfo.ch: Recentemente la Croce Rossa Svizzera (CRS) ha segnalato un calo dei volontari. Vede questo come un futuro problema per il Movimento della Croce Rossa?

J.K.: Non credo che questo cambiamento rappresenti un problema per l’insieme del Movimento. In Africa, dove ci sono molti problemi umanitari e conflitti, il numero di volontari non è diminuito.

Da quello che ho sentito, è piuttosto un problema del mondo occidentale. È peraltro interessante notare che sembra esserci meno interesse per il volontariato per le cause umanitarie, ma non per quello in altri settori.

swissinfo.ch: Come affronta il delicato compito di decidere quando parlare pubblicamente di violazioni di diritti umani?

J.K.: È una delle maggiori sfide. Uno dei compiti più difficili del mio lavoro. Mi chiedo spesso se è il momento di parlare in pubblico o meno, quali potrebbero essere i vantaggi o gli svantaggi.

Abbiamo direttive molto chiare che spiegano in dettaglio le condizioni che devono essere soddisfatte prima di poter denunciare pubblicamente eventuali violazioni del diritto internazionale umanitario.

In primo luogo, dobbiamo essere di fronte a gravi e sistematiche violazioni del diritto internazionale umanitario. In secondo luogo, tutti i nostri ripetuti interventi bilaterali con la parte responsabile di un conflitto non hanno avuto alcun effetto rilevante. In terzo luogo, dobbiamo avere assistito noi stessi alle violazioni o avere informazioni da fonti affidabili. Infine, dobbiamo essere convinti che parlare in pubblico è la cosa migliore che possiamo fare per le persone colpite dagli abusi. Se queste condizioni sono soddisfatte, allora è possibile che il CICR a denunci pubblicamente le violazioni del diritto internazionale umanitario.

La riservatezza è uno strumento estremamente importante per il CICR per avere accesso alle persone che soffrono a causa della Guerra. Ma non è incondizionata.

swissinfo.ch: Il suo ambiente di lavoro è estremamente impegnativo e spesso molto tetro. Quali sono stati i barlumi di speranza e di progresso in questi suoi primi nove anni di presidenza?

J.K.: Tutte le società nazionali della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa affrontano sfide nei propri paesi. Ma c’è un interessante potenziale di lavoro congiunto che consente di avere un maggiore impatto.

Molto spesso si può avere un influsso soltanto se le attività del CICR e delle società nazionali si completano a vicenda. Quando di recente ho visitato la provincia al confine nord-occidentale del Pakistan, ho potuto vedere l’impatto positivo derivante dalla nostra cooperazione con la Mezzaluna Rossa pakistana.

Anche la capacità operativa del CICR e la sua abilità a rispondere rapidamente a gravi crisi, come si è visto di recente nel Libano meridionale, in Georgia e a Gaza, sono fonti di soddisfazione.

Inoltre ci sono stati sviluppi positivi del diritto internazionale umanitario. Non oso immaginare come sarebbe la situazione, se non avessimo così tanto personale che lotta sul terreno per migliorare il rispetto del diritto internazionale umanitario.

Poi ci sono i risultati. Si tende a parlare di violazioni, ma non parliamo mai dei casi in cui, grazie a interventi del CICR, sono state prevenute altre violazioni.

E credo che nessuno avrebbe pensato due o tre anni fa, che adesso quasi 100 paesi avrebbero già firmato una convenzione che vieta le munizioni a grappolo.

Simon Bradley, Ginevra, swissinfo.ch
(Traduzione dall’inglese: Sonia Fenazzi)

Il Movimento si compone di tre organismi.

Fondato a Ginevra nel 1863 e attivo in tutto il mondo, il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) soccorre le vittime della guerra e della violenza interna, interviene come mediatore neutrale in caso di conflitto e promuove la conoscenza e il rispetto del diritto umanitario.

Il CICR ha il suo quartier generale a Ginevra e annovera oltre 12’000 collaboratori dislocati in 80 Paesi.

Le 186 Società Nazionali della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa costituiscono la spina dorsale del Movimento Internazionale. Ogni società nazionale è composta da volontari e da collaboratori che assicurano un ampio ventaglio di servizi, dal soccorso in caso di calamità naturali all’aiuto alle vittime della guerra, dalla formazione di pronto soccorso al ricongiungimento familiare.

Le società nazionali si riuniscono nella Federazione Internazionale delle Società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, costituita a Parigi nel 1919.

La federazione promuove le attività umanitarie condotte dalle società nazionali tra i più vulnerabili. Il suo obiettivo è prevenire e alleviare le sofferenze della popolazione attraverso il coordinamento dei soccorsi internazionali in caso di catastrofi e il sostegno allo sviluppo. Anch’essa ha sede a Ginevra e dirige un organico di 1’300 dipendenti sparsi in tutto il pianeta.

Complessivamente, nel mondo i dipendenti, i membri e i volontari della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa sono circa 100 milioni.

Jakob Kellenberger è nato il 19 ottobre 1944 a Heiden, in Appenzello Esterno.

Ha studiato letteratura francese e spagnola all’università di Zurigo.

Nel 1974 è entrato nel servizio diplomatico svizzero. Dopo aver lavorato all’estero – a Madrid, Bruxelles e Londra – per quasi dieci anni, gli è stato promosso direttore dell’Ufficio federale dell’integrazione. Nel 1992 Kellenberger è stato nominato Segretario di Stato per gli affari esteri.

Dal 1994 al 1998 ha guidato la delegazione elvetica incaricata di elaborare gli accordi bilaterali con l’Unione europea.

Dal 2000 è presidente del CICR.

Kellenberger è sposato e padre di due figlie.

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