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Il processo Swissair non è ancora finito

I procuratori pubblici Hanpeter Hirt (a sinistra) e Christian Weber vogliono andare fino in fondo Keystone

La procura zurighese ha annunciato mercoledì di voler ricorrere davanti al Tribunale d'appello cantonale contro la sentenza d'assoluzione emessa in primo grado nell'ambito del processo Swissair.

Giovedì scorso i 19 ex dirigenti della compagnia aerea che si trovavano sul banco degli imputati erano stati prosciolti e si erano visti accordare importanti indennizzi.

Malgrado il Tribunale distrettuale di Bülach, nel canton Zurigo, abbia sconfessato su tutta la linea le tesi dell’accusa, il Ministero pubblico zurighese non si dà per vinto: per soddisfare il suo “dovere di diligenza” presenterà ricorso al Tribunale d’appello cantonale.

In un comunicato, il procuratore Christian Weber ha indicato di voler ricorrere per il momento contro tutti i punti contestati. In un secondo tempo, quando riceverà e potrà esaminare la motivazione scritta della sentenza, deciderà se il ricorso riguarderà tutti i capi d’imputazione esaminati dalla prima istanza.

La motivazione scritta dovrebbe essere pubblicata durante l’estate, ha dichiarato un portavoce del tribunale di Bülach.

“Buone probabilità”

La corte di prima istanza aveva assolto il sette giugno scorso tutti i 19 ex dirigenti del gruppo Swissair in quello che era stato il primo processo penale dopo il tracollo della compagnia, avvenuto sei anni fa. Dopo la lettura della sentenza, Christian Weber aveva ritenuto di avere “buone probabilità” di ottenere una condanna su alcuni punti in seconda istanza.

Gli imputati si erano inoltre visti accordare risarcimenti per una somma complessiva di circa 3 milioni di franchi. A Mario Corti, ultimo patron del gruppo e principale imputato, la corte aveva accordato mezzo milione di indennizzi.

Il Ministero pubblico – dopo un’inchiesta durata 5 anni – aveva dal canto suo chiesto pene sospese con la condizionale comprese tra 6 e 28 mesi. Per Corti, invece, aveva domandato una pena di sei mesi di carcere da scontare.

I capi d’imputazione per i quali l’accusa li aveva rinviati a giudizio andavano dalla diminuzione dell’attivo a danno dei creditori, all’amministrazione infedele, alla cattiva gestione e, in alcuni casi, all’ottenimento di false attestazioni.

La sentenza – ed in particolare l’ammontare dei risarcimenti – aveva suscitato numerosi interrogativi e critiche nei media e negli ambienti politici.

Nessun commento

All’annuncio del ricorso, diversi accusati hanno reagito con un “no comment”. “È qualcosa che riguarda il Ministero pubblico, non dirò altro”, ha dichiarato Eric Honegger, ex presidente del Consiglio d’amministrazione.

L’avvocato di Mario Corti, Paul Ramer, non ha voluto rilasciare nessuna dichiarazione. Lorenz Erni, legale dell’ex patron di Swissair Philippe Bruggisser, ha dal canto suo affermato di non essere sorpreso dalla decisione del Ministero pubblico.

Il tempo spinge

Il Tribunale cantonale di Zurigo parte dal principio che le udienze dovrebbero tenersi prima della metà del 2008. “Cercheremo di riuscirci”, ha dichiarato Anton Schärer, vicesegretario generale della Cancelleria.

L’elemento tempo è importante, poiché a partire dalla seconda metà del 2008 alcuni reati cadranno in prescrizione.

Secondo Schärer, è plausibile che l’appello riguardi solo alcuni accusati e solo alcuni punti. Un parere condiviso anche dal professore di diritto penale dell’Università di Berna Günter Heine: “Il ricorso potrebbe essere limitato ad alcune persone con cui la procura è convinta di avere maggiori probabilità di successo”, ha dichiarato ai microfoni della Radio della Svizzera italiana.

swissinfo e agenzie

Il primo processo penale di quello che è stato il più grave fallimento economico della storia svizzera si è concluso giovedì 7 giugno con un’assoluzione generale.

Sul banco degli imputati vi erano 19 ex alti dirigenti di Swissair. Tra i più noti: l’ultimo direttore di SAirGroup, Mario Corti, il suo predecessore Philippe Bruggisser, l’ex presidente della direzione Eric Honegger e gli ex membri del consiglio d’amministrazione Thomas Schmidheiny, Vreni Spoerry, Lukas Mühlemann e Benedict Hentsch.

Agli imputati sono inoltre stati concessi risarcimenti per un importo complessivo di 3 milioni di franchi.

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